La morte di Giulio Regeni
Giochi pericolosi
Oggi
niente sociologia. O quasi. In Italia i
media si interrogano sul nuovo caso,
esploso da pochi giorni, quello della scomparsa e morte di Giulio Regeni:
“brillante studente di Cambridge”,
“appassionato di Medio Oriente”. Ora si scopre che collaborava al
“manifesto” sotto pseudonimo (*). E di cosa scriveva? Forse di questioni mediorientali… E da che punto di vista? Sinistra anti-sionista? Tutti interrogativi interessanti.
Volete
sapere cosa ne pensiamo? Niente di che. Il “brillante studente”, giocava a fare
l’inviato d’assalto. Con tutta l’ingenuità dei vent’anni. Ed è finito, magari per qualche domanda sbagliata
fatta alla persona giusta, nella rete di
una polizia sotto pressione, che non scherza, o peggio ancora dell'antiterrorismo egiziano. Il resto è
cronaca. Purtroppo.
E
ora l’Italia che deve fare? Di certo,
chiedere spiegazioni e ragioni del
perché della morte misteriosa e violenta di un suo cittadino. Tenendo però sempre
presente due cose: uno, che l’Egitto, piaccia o meno, è nostro alleato nella lotta armata, ad esempio in Libia, contro il fondamentalismo, guerra che l'italia si guarda bene dall’intraprendere; due,
che l’attuale regime politico, non ha matrice sicuramente liberale, però fa da diga all'offensiva islamista in Medio Oriente. Quindi
protestare, ma con juicio. E soprattutto,
non dare spago alla canea anti-istraeliana prossima ventura, in cui di solito spicca, quando si dice il caso, proprio “il manifesto”; canea, sempre pronta a scorgere ovunque lo zampino d’Israele.
Altro stato, mai dimenticarlo, nostro
alleato, di fatto o di diritto, nella lotta contro il fondamentalismo.
Dicevamo all’inizio, oggi niente sociologia. In realtà, crediamo che il povero Regeni appartenga, anzi appartenesse, a una precisa categoria, ci dicono però più politica che sociologica. Quale? Quella del "intellettuale- compagno di strada" che ha fatto brutti incontri. Certo, ancora non sappiamo con precisione di chi e con chi… Però la tipologia è quella.
Dicevamo all’inizio, oggi niente sociologia. In realtà, crediamo che il povero Regeni appartenga, anzi appartenesse, a una precisa categoria, ci dicono però più politica che sociologica. Quale? Quella del "intellettuale- compagno di strada" che ha fatto brutti incontri. Certo, ancora non sappiamo con precisione di chi e con chi… Però la tipologia è quella.
Carlo Gambescia
Hola Carlo.
RispondiEliminaEl caso enseña que la vida sigue igual.
En España no se ha comentado la noticia.
Gracias por la información.
Un cordial saludo.
Gracias! Abrazo :-)
RispondiEliminaMuy honrado de que aparezca "El único paraíso es el fiscal" en uno de los mejores blog políticos del mundo.
RispondiEliminaMuchísimas gracias.