Il coccodrillo di Mario Bernardi Guardi
Camerata Umberto Eco: Presente!
Nel suo coccodrillo uscito
su “il Tempo” (*), Mario Bernardi Guardi circumnaviga l’Eco-Pensiero, scrivendo cose di destra, piuttosto banali: Eco genio e
conformismo, Eco che tira il
sasso e nasconde la mano, Eco rivoluzionario da
scrivania, Eco organico ai
padroni del pensiero. Se non che, nella chiusa, si rimangia tutto per arruolarlo tra i fascisti
per caso…
Eco non è mai riuscito a sottrarsi alla
fascinazione dei valori e dell'"immaginario" che si sforzava di
demolire. Si leggano (o si rileggano) con pazienza "Il nome della
rosa", "Il pendolo di Foucault", "Il cimitero di Praga".
Bene, "da che parte " sta Eco? Ci crede o non ci crede agli
Inquisitori, ai Templari, al Graal, agli esoterici camminamenti, ai complotti,
alle congiure, ai Protocolli dei Savi Anziani e al dominio mondiale dei
Superiori più o meno Sconosciuti? O finge di smascherarli per meglio mascherare
la misteriosa "eco" di una mai obliata idea del mondo e della vita?
Insomma, camerata Umberto Eco: Presente!
Così scrivendo però - sul gioco finale di parole meglio stendere un velo pietoso - Bernardi Guardi commette due gravi errori.
In primo luogo, imputa a
Eco dubbi che non ha mai nutrito. Inutile
tornare sulla sua teoria del Ur-Fascismo, come riflesso atavico di
ogni mascellone italiano, da Mussolini a Berlusconi. Ma quale fascista per caso…
Cerchiamo di essere seri.
In secondo luogo, in questo modo si finisce per dare ragione proprio
al teorico del Ur-Fascismo ( tesi però in qualche misura di Furio Jesi, del quale Eco è debitore, forse
irriconoscente). Perché? Si dà per scontato che la cultura di
destra sia soltanto un mix di complottismo, fantasy gotica e, cosa peggiore, antisemitismo. Facendo il gioco dell'avversario in chiave di labelling theory. Tradotto dal sociologhese: ci si convince che si è proprio come ci immagina l'avversario. E ci si comporta di conseguenza.
Si dirà, ma che importa delle questioni di filologia neofascista. Tanto, come si dice a Roma, ammazza, ammazza è tutta una razza... Non è del tutto vero. Giano Accame, uomo coltissimo, che non era un fascista per caso, sosteneva che le
radici del fascismo fossero addirittura nel pensiero socialista dell’Ottocento,
ad esempio Pisacane e dintorni. Tesi, non ortodossa, tuttavia da discutere. Ma che c’entra Umberto Eco?
Carlo Gambescia
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