Roma in tilt, esplode la devozione per il santo
Sociologia di Padre Pio
Per
la sociologia, non solo quella laicizzante dell' Ottocento, la religione, in quanto istituzione, è una sopravvivenza, per alcuni addirittura un residuo dell’infanzia umana, oppure
un sentimento sociale, sempre residuale, da sublimare in
comportamento civico, reindirizzandolo verso l’umanità, la patria, lo stato, la famiglia, e altri
istituzioni sociali. Naturalmente queste non sono le uniche spiegazioni. Diciamo che ci troviamo davanti a un fenomeno collettivo persistente, che attraversa, assumendo forme diverse, l'intera storia umana.
Diversamente,
la religiosità, come pratica, viene considerata, come qualcosa di meno ampio, quindi misurabile, che rinvia all'osservanza della ritualità, quale codice, visibile, del comportamento religioso, in senso
istituzionale. Di
conseguenza, piaccia o meno, per il
sociologo la frequenza alle funzioni
religiose è un indice di religiosità. Parametri, che attualmente sono bassi: a Roma, per fare un esempio, solo due cattolici su
dieci vanno a messa ogni domenica.
Ora, che pensare delle migliaia di fedeli ieri in piazza San Pietro, per la traslazione delle
spoglie di Padre Pio, anzi San Pio, in Vaticano? Mentre le chiese parrocchiali
intorno alla Basilica, come è noto, sono
regolarmente semivuote?
Diciamo
che, dal punto di vista della pratica, le fede, come credenza, semplificando,
nello straordinario (ad esempio, nella possibilità di vivere in eterno,
nei miracoli, eccetera), come il fuoco
sotto la cenere, ha necessità per
ravvivarsi - socialmente parlando - di eventi e figure eccezionali. Di qualcuno o
qualcosa, ci si perdoni l’irriverenza, che vi soffi sopra.
Ora,
astraendo da ciò che possa esserci, di
divino o meno, dietro quel soffio, Padre Pio, come figura umana, straordinaria
(anche per i suoi difetti), ha colpito l’immaginazione collettiva dei fedeli. Di
qui, ciò che ieri è accaduto, sotto gli occhi delle istituzioni religiose, che,
visti i tempi di magra, non potevano e non possono non incoraggiare. Come è giusto che sia dal punto di vista di una logica istituzionale, segnata da una intelligente autodifesa.
Naturalmente
lo straordinario non è l’ordinario, e di conseguenza, il fuoco tende a farsi di
nuovo cenere, salvo periodiche fiammate. Probabilmente la religiosità, in
Occidente, come quasi tutti i fenomeni sociali, ha un andamento ciclico,
segnato da alti e bassi e dalla presenza o meno di personalità e gruppi carismatici (in
senso sociologico). E Padre Pio rientra perfettamente nei ranghi delle personalità straordinarie, figure che si muovono entro gli argini della dialettica metapolitica movimento/istituzione. Che poi sia un dono di dio è questione che riguarda la fede individuale, non la sociologia. O, concediamo, la sturziana sociologia del soprannaturale.
Naturalmente,
la ciclicità della pratica e delle credenze va ricondotta nel quadro storico della secolarizzazione: quindi
alti e bassi, ma all’interno di un trend discendente. Il che spiega, le piazze
piene e le chiese vuote.
Ma questa è un’altra storia.
Ma questa è un’altra storia.
Carlo Gambescia
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