sabato 6 febbraio 2016

Roma in tilt, esplode la devozione per il santo

Sociologia di Padre Pio




Per la sociologia, non solo  quella laicizzante dell' Ottocento, la religione, in quanto istituzione, è una sopravvivenza, per alcuni addirittura un residuo dell’infanzia umana,  oppure un  sentimento sociale, sempre residuale,  da sublimare in comportamento  civico, reindirizzandolo  verso l’umanità, la  patria, lo stato, la famiglia, e altri istituzioni sociali. Naturalmente queste non sono le uniche spiegazioni. Diciamo che ci troviamo davanti a un fenomeno collettivo persistente, che attraversa, assumendo forme diverse, l'intera storia umana.  
Diversamente, la religiosità, come pratica, viene considerata, come qualcosa di meno ampio, quindi misurabile, che rinvia all'osservanza della ritualità, quale codice, visibile,  del comportamento religioso, in senso istituzionale. Di conseguenza, piaccia o meno,  per il sociologo la  frequenza alle funzioni religiose è un indice di  religiosità. Parametri, che attualmente sono bassi: a Roma, per fare un esempio,   solo due cattolici su dieci vanno  a  messa ogni  domenica. 
Ora,  che pensare delle  migliaia di fedeli ieri  in piazza San Pietro, per la traslazione delle spoglie di Padre Pio, anzi San Pio, in Vaticano? Mentre le chiese parrocchiali intorno alla Basilica, come è noto,  sono regolarmente semivuote?
Diciamo che, dal punto di vista della pratica, le fede, come credenza, semplificando,  nello straordinario (ad esempio, nella possibilità di vivere in eterno, nei miracoli, eccetera),  come il fuoco sotto la cenere, ha necessità  per ravvivarsi  - socialmente parlando -  di eventi e figure eccezionali. Di qualcuno o qualcosa, ci si perdoni l’irriverenza, che vi soffi sopra.
Ora, astraendo da ciò che  possa esserci, di divino o meno, dietro quel soffio, Padre Pio, come figura umana, straordinaria (anche per i suoi difetti),  ha colpito l’immaginazione collettiva dei fedeli. Di qui, ciò che ieri è accaduto, sotto gli occhi delle istituzioni religiose, che, visti i tempi di magra, non potevano e non possono non incoraggiare. Come è giusto che sia dal punto di vista di una logica istituzionale, segnata da una intelligente autodifesa.  
Naturalmente lo straordinario non è l’ordinario, e di conseguenza, il fuoco tende a farsi di nuovo cenere, salvo periodiche fiammate. Probabilmente la religiosità, in Occidente, come quasi tutti i fenomeni sociali, ha un andamento ciclico, segnato da alti e bassi e dalla presenza o meno di personalità e gruppi  carismatici (in senso sociologico). E Padre Pio rientra perfettamente nei ranghi delle personalità straordinarie,  figure che si muovono entro gli argini della dialettica metapolitica movimento/istituzione. Che poi sia un dono di dio è questione che riguarda la fede individuale, non la sociologia. O, concediamo, la sturziana sociologia del soprannaturale.
Naturalmente, la ciclicità della pratica e delle credenze va ricondotta nel quadro storico della secolarizzazione: quindi alti e bassi, ma  all’interno di un trend discendente.  Il che spiega, le piazze piene e le chiese vuote.
Ma questa è un’altra storia.

Carlo Gambescia               

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