mercoledì 3 febbraio 2016

Da Papa  Francesco a Bill Murray
Festa della Candelora, 
dal cattolicesimo "semo fora"



Per spiegare il  crescente isolamento culturale  del cattolicesimo in Italia, che ne è sede, la più importante, non bisogna guardare  al dibattito e al voto  sulle unioni civili  al Senato.  O comunque non solo.
Proprio nella giornata di ieri si è celebrata nelle chiese la Candelora:  giorno in cui  si ricorda la Presentazione di Gesù al tempio e la Purificazione di Maria,  simbolo di luce (di qui le candele, eccetera),  nonché, secondo antichissime usanze precristiane,  festa del  ritorno della luce del  sole e della fine dell’inverno.  Insomma, da noi,  si andava a messa  (l' imperfetto ha una sua ragione, come poi vedremo), per così dire,  con un  occhio  al sacro e uno  alla meteorologia profana. Mentre altrove  si è continuato a celebrare, adattandolo alle proprie tradizioni, magari agresti, il Risveglio della Marmotta, rito profano,  consacrato in un film, tra l’altro ingenuamente filosofico, interpretato da Bill Murray ( e poi replicato  in Italia,  con  Antonio Albanese protagonista). 
Si dirà, bella scoperta: gratta il cristianesimo, trovi sempre il paganesimo (semplifichiamo). Giusto. Però, sul  Web,  che sulla carta dovrebbe essere un esempio  di multiculturalismo,  cosa si è “celebrato”?  Facile scoprirlo.  Basta andare, anche questa mattina,  sul sito dell’Ansa, per scoprire, facendola breve,  che Bill Murray ha vinto alla grande su Papa Francesco (*). E in chiese, anche questo va detto, semivuote.  Il che spiega l'imperfetto di cui sopra. 
Non c’è alcun complotto: è un fatto sociologico; si potrà pure venerare, a parole,  il multiculturalismo, poi però nei fatti, le passioni collettive sono sempre  monoculturali, se si vuole maggioritarie, perché esito  di processi sociali emulativi di diffusione collettiva,  attraverso i  quali l’innovazione (che è di natura individuale), anche religiosa, viene poi  adottata  socialmente, sulla base di comportamenti iterativi, i più semplici da imitare e istituzionalizzare. Piaccia o meno, la società (come insieme di individui, valori e veicoli culturali)  è sempre una "grande semplificatrice": non può non esserlo, altrimenti non esisterebbe come tale. E spesso, proprio perché  i processi culturali (e sociali) sono ciclici ( si ripetono nel tempo e nello spazio), superato il momento dell’equilibrio (sacro-profano), il profano tende a sovrapporsi al sacro e viceversa. Quindi, piaccia o meno,  il monoculturalismo si vendica sempre del multiculturalismo.  E adesso è scoccata l'ora di Bill Murray.   Nella città in cui sono nato e vivo, Roma (ma anche in altri luoghi e  dialetti),  un tempo - e in fondo, quello era il giusto mix sacro-profano -  coniugando cattolicesimo  e paganesimo,  si diceva, andando a messa: “La Candelora, dall'inverno semo fora, ma se piove e tira vento dall'inverno semo drento”.
Oggi, vista la scarsa o nulla rilevanza collettiva (e di riflesso  mediatica) delle  celebrazioni religiose, legate alla quotidianità della pratica religiosa,  si potrebbe dire: “La Candelora,  dal cattolicesimo semo  fora”. O quasi.
Non diamo giudizi di valore. La nostra è solo una constatazione, al di là del bene e del male. Sociologica.  
Carlo Gambescia


Nessun commento:

Posta un commento