Ieri sera è mancato un caro amico, Omar. Più o meno della mia età. La rapidità della malattia, qualcosa di perfido. Di irrispettoso. Sono qui, questa mattina, a interrogarmi attonito, sul nudo fatto, che non lo rivedrò più. Non credo nell’aldilà.
Come ricordarlo in una parola? Un vulcano.
Alto ( e si sa, altezza mezza bellezza), vicentino, un vero alpino, da manifesto per l’arruolamento. Non si perdeva mai nell’ordine: un fungo, una malga, un monte. Adorava Ivonne, forte, debole compagna, che qualche volta impara e a volte insegna, per dirla con Mogol-Battisti. Non meno degli intelligentissimi figli Erica e Mauro.
Dopo di che amava i gatti, gli amici, la convivialità. Abbondantemente ricambiato. Lo “sguardo” – e lui gradiva questa mia definizione – del caricaturista (infatti disegnava benissimo). Fin dai verdi anni del mitico “Casarmon”, sapeva cogliere di un viso e di una persona l’essenziale. E in un lampo. Solidi studi tecnici, per anni impiegato (praticamente tutta la vita), e con onore, in una grossa impresa nel ramo degli acciai industriali. Da più di dieci anni era in pensione, Fortunatamente non apparteneva alla “congrega” degli intellettuali. Omar aveva la capacità rara, soprattutto negli intellettuali, dell’autoironia. Applicava lo “sguardo” a se stesso.
Il suo atteggiamento verso il mondo, proprio perché alpino (quante me ne ha raccontate sulla sua naja), era almeno da duemilacinquecento metri. E si sa, dall’alto si vede tutto più chiaro.
Ora non so dove sarà. Mi piace immaginarlo con il calice levato verso l’ alto: “Facciamo un brindisi/ che sia sincero…”, ma lucidissimo, pronto alla battuta, alla risata, a volare con la fantasia.
Purtroppo, le nostre ali sono inchiodate a terra. Altrimenti Omar sarebbe ancora tra noi.
Le mie condoglianze alla carissima Ivonne, che ha perso il suo alter ego per più di cinquant’anni. Sappiamo però, che la “presidentessa” è fortissima. E ne darà prova. Ai figli Erica e Mauro, ai compagni/e Dario e Angela.
C’era una battuta di Totò, che ogni tanto ripetevo, che faceva ridere Omar: “Era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiesero il bis”.
Non è il caso di Omar. Vorrei, anzi vorremo tutti, che ritornasse, qui e subito. Magari, se di strada, con quei famosi cornetti e bomboloni. Quante colazioni, quante risate, quanti scherzi, accoccolati come placidi gattoni intorno alla ricca tavola imbandita, in veranda nella sua bellissima casa.
Sono ricordi che nessuno mi può togliere.
Caro Omar ti voglio e ti vorrò bene per sempre.
Carlo

Mi unisco a Carlo su questo ricordo di Omar... Splendida persona! Una pietra preziosa rara in questo mondo pieno di egoismo e indifferenza! Ciao Omar 👋
RispondiEliminaGrazie Maria Rita.
RispondiEliminaAcompaño en el sentimiento a la familia de Omar y a sus amigos. Descanse en Paz. Un fuerte abrazo
RispondiEliminaGracias Jeromo. Un abrazo!
RispondiEliminaGrazie Carlo per lo splendido ricordo di Papà.
RispondiEliminaMauro
Mauro, credimi, ho perso un caro amico. So che non sono alla sua altezza, ma per qualsiasi cosa puoi contare su di me, come papà di riserva. Ti abbraccio e con te i tuoi cari, Angela, Ivonne, Erica, Dario,
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