Esiste una destra, a destra dell’estrema destra. Per capirsi un’estrema destra al quadrato.
Si tratta di una poltiglia culturale. Uno stagno, dai cattivi odori, acqua ferma insomma, che in genere raccoglie i falliti dell’estrema destra: coloro che non sono riusciti a diventare deputati con l’estrema destra parlamentare, quella in doppio petto diciamo, o perché mai candidati o perché non votati. Rifluiti, per la serie la volpe e l’uva, verso l’estrema destra al quadrato.
E che per quest’ultima ragione, che talvolta fa addirittura aggio sull’odio verso la democrazia liberale, appena possono sputano veleno sulle istituzioni liberali. Guai però toccare loro la memoria del Duce (sempre con la maiuscola) e delle “conquiste” del Fascismo (altra maiuscola).
Insomma, una cosa tipo arsenico e vecchi merletti. Per reinventare il titolo di un vecchio film.
Arsenico, perché si usa la democrazia contro la democrazia, dal momento che un volta al potere la destra al quadrato, come lo scorpione di Esopo, pungerebbe inevitabilmente la rana. Come? Cancellando ogni libertà.
Vecchi merletti perché si abbellisce, si immerletta la memoria politica del fascismo e del nazionalsocialismo. Regimi dediti all’uncinetto, si dice, che come le buone nonne di una volta, al momento opportuno, allungavano un meritato schiaffetto al nipotino discolo.
In realtà, i cantori dei dittatori si fanno belli del proprio percorso
politico. In effetti molti di costoro hanno alle spalle una lunga
storia di contestazioni interne all’estrema destra. Oggi sono assai
critici verso Giorgia Meloni, liquidata come sporca moderata, come un tempo
erano contro Fini, giudicato peggiore di Badoglio, e prima ancora contro
Almirante e Michelini, definiti anch’essi, pur con sfumature
differenti, morbidi.
Per questi personaggi grotteschi, perfino la Fiamma di Rauti, che non condivise la svolta politica finiana, era al servizio dell’Oro e non del Sangue, per usare la terminologia cara agli orfani del Duce ( con maiuscola d’ordinanza).
Ovviamente, quando si va a indagare si scopre, come dicevamo, che alle origini dei contrasti c’è sempre il rifiuto di una candidatura o di una carica da parte dei futuri “badogliani”.
Di conseguenza, come una enorme palata di pellet nella caldaia di casa, l’ aggressione russa all’ Ucraina ha rimesso in circolazione soprattutto sul Web l’estrema destra al quadrato.
La cosa curiosa è la pelle di agnello di cui si ricopre. Sembra dica cose di buon senso, fino a quando, ovviamente, il discorso non cade sui migranti e sull’ordine pubblico.
Si predica la pace e ogni tipo di garanzia sociale (eccetto che per i migranti) e si civetta con il pensiero anticapitalista e antiliberale. Si chiama anche rossobrunismo.
Si noti però una cosa (quando si dice il caso…): il pacifismo predicato dall’estrema destra al quadrato porta a fare il tifo per personaggi come Putin e Trump. Ammirati, cosa che non si ammette pubblicamente, perché portatori di una cultura politica gerarchica e autoritaria.
Però Putin e Trump pacifisti non sono. Oppure se lo sono, il loro pacifismo ricorda quello di Hitler e Mussolini, che nel 1938, usarono la Conferenza di Monaco come prosecuzione degli ideali di guerra, nascondendosi però, come Mussolini, dietro l’altarino di una momentanea pace. Un anno dopo Hitler invase la Polonia. E nel 1940, Mussolini, aggredì una Francia prostrata.
Oggi Putin vuole l’Ucraina, e chissà cos’altro; Trump, come dice, la Groenlandia e il Canada. Proprio come Hitler e Mussolini che, pur continuando a evocare la pace ( il primo addirittura dai tempi della rimilitarizzazione della Renania, il secondo dopo l’aggressione all’Etiopia), aspiravano a mettere sotto i piedi Europa e Stati Uniti.
Putin e Trump non sono credibili. Se non agli occhi di grotteschi personaggi, con pretese da influencer neofascista, che purtroppo popolano la non proprio piccola bottega degli orrori dei social.
Si gioca sulla mancanza di cultura storica nei lettori ( e diciamo pure di senso critico), per riproporre la stantia versione, già apprezzata negli ambienti neofascisti, del Duce Uomo di Pace, del Duce degli Umili, di Hitler costretto a difendersi da Cechi e Polacchi, e così via.
Sono gli stessi svergognati, mai dimenticarlo, che oggi presentano, alla stregua della propaganda fascista e nazista di ieri, Putin e Trump come uomini di pace.
La vulgata sembra essere la stessa: la piccola Russia che deve difendersi dalla gigantesca Ucraina, come la piccola Germania di Hitler doveva parare i colpi dalla gigantesca Cecoslovacchia. Con Trump nella veste pacifista del Mussolini di turno.
Definirle menzogne è poco.
Ecco perché chiunque abbia memoria delle nefandezze fasciste e naziste dovrebbe evitare di concedere spazio a questa gente…
Carlo Gambescia
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