Due parole di presentazione
di Carlo Gambescia
Male fa la sinistra a parlare esclusivamente di soldi buttati al vento, residuo venefico del peggiore “grillismo”. Di cosa parliamo? Del nuovo no dei giudici – semplifichiamo – al progetto albanese di rimpatrio dei migranti. Certo, lo spreco di denaro pubblico è evidente. Però in un “paese normale”, per usare il lessico meloniano, non si deportano i migranti in campi di prigionia all’estero.
Ci permettiamo di richiamare l’attenzione del lettore sul fattore sociologico, che poi è anche tipo morale. Questa ripugnanza per i corpi, questa volontà di nascondere il migrante come fosse spazzatura è un fatto molto più grave del gettare dalla finestra denaro pubblico. Perché rinvia a una visione biopolitica, che “per li rami” riconduce al razzismo nazionalsocialista e fascista. Questo il ferro da battere finché caldo.
Inoltre che Giorgia Meloni ripeta che gli italiani sono con lei non significa nulla. Se non un meschino richiamo alla volontà del popolo come pericoloso giudizio di dio. Anche i tedeschi erano “con Hitler”. Le democrazie, soprattutto se maggioritarie e prive di contrappesi liberali, possono tramutarsi in devastanti tirannie. Altro ferro che la sinistra dovrebbe battere, invece di “attaccarsi” al registro delle spese della serva.
I giudici, come spiega Salvatore Prisco, avvocato, giurista, professore ordinario della Federico II (*), in un elegantissimo post pubblicato su Facebook (che ci permettiamo di riproporre sul nostro blog), non sono i ventriloqui del diritto positivo. Soprattutto quando sono in gioco i diritti soggettivi, come a proposito del controverso concetto di “paese sicuro”, che, nel caso della provenienza del migrante, non può essere tradotto meccanicamente in uno schema da bugiardino farmacologico. Il giudice deve interpretare, capire, intuire, anche in termini di percezione di una realtà vista con gli occhi del migrante, che non può essere colta, se ci si limita a spuntare una lista.
Il professor Prisco, evidenzia, con pacata acutezza, i rischi insiti nel “politico roboante” e – chiosa nostra – prepotente.
La politica è “anche” empatia. E questa destra ne è totalmente priva.
Buona lettura.
Carlo Gambescia
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Politici roboanti
di Salvatore Prisco (*)
Ho appena sentito la notizia al telegiornale delle 20 sulla prima rete Rai (la più governativa da sempre).
Si ricorderà che l’Esecutivo aveva spostato la competenza a decidere sulle convalide delle espulsioni dei migranti alle Corti d’Appello, ritenute più “malleabili” (ma giocoforza integrate, in ragione delle loro competenze specifiche, proprio da distacchi ad hoc di magistrati delle sezioni emigrazione dei Tribunali) e che aveva al tempo stesso stabilito per atto con forza di legge un elenco dei Paesi sicuri, benché a me (e alla Corte europea) sembri ovvio che – ferma la competenza del Governo a pronunciarsi in via generale sulla sicurezza dei diversi Paesi – il giudice ordinario (si tratta infatti di diritti soggettivi) debba valutare se, rispetto ai casi singoli, persista o no questa condizione: vi potrebbero essere infatti Paesi in astratto sicuri, ma in riferimento a uno specifico individuo, per una sua situazione particolare, non tali.
Sarebbe stato saggio attendere la decisione della Corte di Giustizia sul rinvio pregiudiziale di vari giudici italiani – attesa mi pare fra meno di un mese – e invece si continua nel braccio di ferro e nella farsa costosa dei trasferimenti verso e dal centro di raccolta albanese, a vigilare il quale ci sono nostri agenti da mesi in vacanza pagata.
Mi è chiaro ormai lo schema di questo governo: procedere per atti (autodefiniti) “politici”, come tali sottratti a proprio libito al vaglio della giustizia interna e sovrannazionale, che in uno Stato di diritto è cosa che sta tra l’eccezione e l’illecito tout court; venire censurati per questo dalla magistratura, eventualmente su impulso di soggetti qualificati (da ultimo, in altra questione, un avvocato molto competente, già sottosegretario in un governo di centrosinistra, ma dopo trent’anni di militanza a destra, il che lo tiene in sospetto di traditore, per questa parte politica); elevare alti lai contro la “politicizzazione” della magistratura stessa e le “toghe rosse” (tale essendo definito anche il moderato procuratore di Roma Lo Voi, da sempre della corrente di destra dell’ANM).
Il copione è ormai venuto a noia. Spero in un intervento discreto, ma deciso, del Presidente Mattarella, in una sua predica (non) inutile in sede riservata e alle orecchie di chi deve ascoltare e adeguarsi, della quale potere avvertire gli effetti.
Non se ne può più nel frattempo della polittica (che non è un errore di battuta, ma parola che va intesa come politica strillata, da pescivendoli al mercato – e mi scusino questi lavoratori).
Nel Paese la produzione industriale cala da mesi, molti non hanno più soldi per curarsi perché i medici fuggono dalla parte pubblica del servizio sanitario nazionale e chi dovrebbe governarci va in giro per il mondo a tessere rapporti o ipotizza ponti sullo stretto di Sicilia in condizioni (lo si è riletto ancora in questi giorni) insicure, sul piano strutturale.
E dire che personalmente sono in generale favorevole alla riforma di Nordio sulla Giustizia (non invece al premierato e all’autonomia differenziata), cioè cerco di essere non fazioso, ma Meloni ricordi che non è vero che “Gli Italiani sono con me”. La sua è solo la minoranza parlamentare più forte tra quelle che i cittadini che votano scelgono, ossia – con riferimento al 100% dei voti possibili e attesa l’elevata, abnorme astensione – sempre una minoranza è.
Solo la vacuità della cosiddetta sinistra consente a questi politici roboanti, ma pur sempre improvvisati e inadeguati, di credersi grandi statisti ascoltati (e non invece rifiutati, come è da parte di molti) dai connazionali
Salvatore Prisco
(*) Qui il curriculum (2017) del professor Prisco: https://www.docenti.unina.it/#!/professor/53414c5641544f524550524953434f50525353565435304d32354c32343543/curriculum .
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