Pochi sanno che nel 2008 fu istituita la “Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari”, nota anche come “Giornata europea della memoria per le vittime dello stalinismo e del nazismo”, nonché celebrata in alcuni paesi come “Giornata del nastro nero”.
Alla quale è stata affiancata nel 2019 una risoluzione che invita alla commemorazione, sempre in questo giorno, “delle vittime dei regimi totalitari”, in particolare del “nazismo e del comunismo” Ritorneremo sul punto più avanti.
Riteniamo di grande importanza, dopo il “Giorno della Memoria”, istituito nel 2005, in sede Onu, per ricordare i sei milioni di ebrei trucidati scientemente dai nazifascisti, anche l’istituzione di un “Giorno” europeo dedicato a tutti coloro che furono uccisi in nome di pericolose mitologie legate al nazionalismo, alla razza e alla classe sociale. Nazionalismo, il lettore prenda appunto.
Però, proprio sotto l’aspetto commemorativo, il “Giorno del Ricordo”, per onorare le vittime delle Foibe, andrebbe ricondotto nell’alveo di una celebrazione più comprensiva delle vittime del totalitarismo. Ad esempio è riduttivo parlare di stalinismo o titoismo (da Tito, capo partigiano della Lega dei comunisti di Jugoslavia). E spieghiamo perché.
Innanzitutto il totalitarismo non è altro che la prosecuzione del nazionalismo con i mezzi ancora più potenti dello stato totalitario. Sarebbe perciò meglio parlare di totalitarismo nazionalista. E’ qualcosa di avvolgente, meccanico, infernale, una dinamica che una volta avviata va oltre mandanti ed esecutori politici.
Purtroppo, in Italia, si è permesso che la destra nazionalista, per giunta dalle origini fasciste, quindi potenzialmente totalitarie, si appropriasse in chiave anticomunista, complice Berlusconi, al governo nel 2004, di una celebrazione, certamente giustificata, la cui matrice ideologica, con riguardo agli atroci fatti accaduti, anche in precedenza, per un verso riconduce al comunismo, per l’altro al nazionalismo. E che quindi rinvia concettualmente al totalitarismo nazional-comunista, ben rappresentato, come esecutore, dal titoismo.
Cosa vogliamo dire? Che l’accento anticomunista, lungo una linea ben precisa che va dal Movimento sociale a Fratelli d’Italia, occulta la natura nazional-fascista e nazista, quindi totalitaria, delle stragi, che hanno preceduto le Foibe, compiute in Iugoslavia da fascisti e nazisti (villaggi incendiati, donne violentate, vecchi e bambini massacrati, fucilazioni di massa), secondo il verbo nazionalista e razzista, che ha trovato in Mussolini e Hitler gli esecutori.
Oggi purtroppo si tende a dimenticare la natura distruttiva del nazionalismo e di conseguenza del combinato disposto, ideologicamente parlando, tra nazionalismo e comunismo. Cioè, per essere più precisi, tra nazional-fascismo e nazional-comunismo. Una miscela esplosiva tipica di ogni forma di totalitarismo nazionalista. Quindi non si tratta solo di Stalin, di Tito, di Hitler e di Mussolini. Esiste un’ideologia pericolosa che si chiama nazionalismo. Del colpo su colpo. Rossi o neri che siano mandanti ed esecutori.
Perciò, cosa accade? Che quando la destra calca la mano sulla responsabilità comunista dei massacri delle Foibe, nasconde le colpe del nazionalismo fascista in Iugoslavia. Per contro quando la sinistra enfatizza le stragi nazifasciste, cela le colpe del nazionalismo comunista.
Nonostante i comunisti ancora oggi celebrino l’internazionalismo di Marx e i fascisti quello di Mazzini, in realtà il nazionalismo duro e puro resta una componente fondamentale del totalitarismo nei suoi due volti, nazifascista e comunista. E sul punto rinviamo alla classica opera della Arendt sul totalitarismo, in particolare sullo stadio nazionalista-imperialista.
Ecco perché, lo ripetiamo, è giusto parlare di totalitarismo nazionalista, come comune inglobante – per parlare difficile – di fascismo e comunismo.
E invece cosa accade ogni 10 febbraio? Si celebra una “parte” dell’intera storia. Il “Giorno del Ricordo” è una celebrazione sostanzialmente anticomunista.
Non riunisce divide. Come prova la prima pagina del “Secolo d’Italia” in copertina, che, per inciso, mutila il pensiero di Mattarella.
Ovviamente, sulle divisioni politiche, esiste anche la responsabilità di una certa sinistra, che tuttora, persino in sede europea, rifiuta di mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo.
Ci riferiamo in particolare alla Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019, alla quale si accennava nell’incipit, che ha visto il voto contrario di cinque eletti del Pd (su 18) e di tutti i rappresentanti del M5S (*). In questa risoluzione, in linea con quanto abbiamo fin qui scritto, si invitano “ tutti gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come la Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari a livello sia nazionale che dell’UE ” (**) .
Purtroppo i miti, soprattutto quelli cattivi, sono duri a morire. A destra come a sinistra… Per la cronaca (storica), il 23 agosto 1939 l’ Unione Sovietica comunista e la Germania nazista firmarono il trattato di non aggressione, noto come patto Molotov-Ribbentrop, che in pratica favorì il via libera all’aggressione nazista alla Polonia e un anno dopo all’attacco alla Francia al quale partecipò anche il fascismo.
A dire il vero, la Risoluzione passata con il voto di FdI, Lega e Fi, non contiene il termine fascismo. Vi si parla, genericamente, di regimi autoritari.
Particolare, questo, non secondario, perché rappresenta un trattamento di favore verso il fascismo, al quale uno storico serio come Emilio Gentile ha invece riconosciuto pienamente il carattere totalitario.
Ripetiamo, le Foibe, per quanto pagina dolorosa, sono soltanto la parte di una storia, tragicamente più ampia, che vede il fascismo, insieme a nazismo e comunismo, distruggere l’idea di libertà in Europa. Quindi parliamo di ideologie tossiche che vanno oltre le stesse figure di Hitler, Mussolini, Stalin e Tito.
Perciò ricordare le Foibe, come qualcosa a sé stante, non aiuta la causa della libertà. E soprattutto non facilita il riconoscimento di una infezione pericolosa e contagiosa come il nazionalismo, parente stretto, diciamo così, del totalitarismo.
Si pensi solo al ritorno del protezionismo, apportatore di guerre.
Concludendo, il nazionalismo oggi è in fortissima ripresa. E purtroppo, per ora, manca il vaccino.
Carlo Gambescia
(**) Qui: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html .
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