martedì 18 febbraio 2025

Vertice di Parigi. Altro flop europeo

 


A Parigi, come prevedibile, nulla di fatto. Un flop. Ne è prova l’anodina dichiarazione finale, condivisa dai capi dei governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia e Olanda, convenuti a Parigi, su invito di Macron e alla presenza dei vertici Ue e della Nato.

Sembra ci sia accordo su tre punti a dir poco astratti: a) la necessità di condividere le scelte con gli Stati Uniti; b) l’esigenza di garantire una pace giusta e 3) di proteggere l’Ucraina. Di truppe europee sul terreno neppure a parlarne (*).

A quanto pare si sono dichiarati favorevoli solo Gran Bretagna e Francia. Inoltre non si capisce bene l’eventuale collegamento, ammesso che esista, tra truppe Nato e truppe, diciamo, europee. Anche perché un vero e proprio esercito Ue non esiste ancora.

Perché un flop  prevedibile? Per due ragioni: 1) al momento, militarmente parlando, non tanto per le potenzialità dell’industria bellica, quanto per questioni organizzative (esiste la Nato, ma non una Nato, per così dire europea), l’Europa non spaventa nessuno. Anche singolarmente, paesi come la Gran Bretagna e la Francia, non hanno le risorse materiali per intervenire in modo durevole e convincente (e vincente) in Ucraina; 2) sulla questione militare l’Europa è disunita. Inoltre va considerato che a Parigi, Italia a parte, erano presenti paesi dalle posizioni abbastanza vicine sulla necessità che l’Ucraina continui a esistere come paese sovrano. E per fortuna, viene da dire...

Del resto all’interno delle istituzioni Ue, come si denota dall’astuta dichiarazione della regina del doppiogioco, Giorgia Meloni, decidere per una stretta militare sarebbe ancora più complicato. Dal momento che l’unanimità, criterio base nelle decisioni europee, impedirebbe qualsiasi rapida soluzione.

Il che spiega l’improvviso e peloso europeismo istituzionale della Meloni. Come pure spiega il tentativo extra-istituzionale dell’incontro parigino di Macron: per fare più in fretta o comunque inviare a Trump e Putin, un segnale che c’è vita su Marte.

Purtroppo, soprattutto in politica, le buone intenzioni, con riguardo ai fini, non servono a nulla, se l’azione che ci si propone di compiere è priva di mezzi sufficienti per portarla a effetto. Ammesso e non concesso che l’Europa riesca a sedersi intorno allo stesso tavolo con Putin, Trump, Zelensky, la sua pistola sarà comunque scarica. Come dire? Forza deterrente pari a zero.

Il che spiega l’atteggiamento prepotente di Trump e Putin nei riguardi di un’ Europa che ritengono debole e incapace di andare oltre le dichiarazioni di intenti. Come pure la sfrontatezza di un Vance, che a Monaco, presentandosi come campione di libertà, ha però rilanciato le stesse accuse reazionarie di Putin contro l’Europa.

Di conseguenza come non giudicare penosa l’evocazione europea della presunta necessità, già respinta dagli Stati Uniti, di scelte condivise?
 

In politica la minaccia è fondamentale, ma per minacciare si deve essere credibili. E l’Europa non è credibile. Quindi, ripetiamo, non fa paura a nessuno.

Su queste basi oggettive il margine di manovra europeo è quasi pari a zero. Anche perché la Nato, senza un impegno diretto degli Stati Uniti rischia il naufragio politico e militare. Certo, si può sperare che Trump faccia un passo indietro. O che Kiev travolga con un attacco improvviso le forze russe. E così via…

In realtà, come insegna la saggezza, popolare chi di speranza vive, disperato muore.

Il flop di Parigi, e quello, qualche giorno fa, di Monaco, conferiscono alla situazione quell’aria di cupezza che pervade certi momenti tragici della storia quando, rispetto all’evoluzione negativa dei fatti, l’uomo non può che assistere impotente alla propria o altrui rovina.

Che poi il senso di impotenza abbia origine in errori passati che si potevano evitare, eccetera, eccetera, nulla toglie nulla aggiunge alla gravità di una situazione. Anche perché non è certo questo il momento della caccia al colpevole, sebbene l’ incapacità europea di “pensare la guerra” abbia le sue radici in una visione utopica. pacifista e socialista del futuro dell’umanità.

Servono munizioni, armi e soldati. Non chiacchiere umanitarie.  E in tempi brevissimi. Ma come? Se l’Europa manifesta, ancora un volta, tutta la debolezza di un  baloccarsi, volente o nolente, con le dichiarazioni d’intenti?

Carlo Gambescia

 

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/02/17/leuropa-si-spacca-sullinvio-di-truppe-in-ucraina.-telefonata-macron-trump_4b0641d7-ce74-4cf9-b44e-75295ecb79b0.html .

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