sabato 15 febbraio 2025

“C’è un nuovo sceriffo a Washington…”

 


Per il riarmo ci vuole tempo. All’Unione Europea, qualora nei prossimi anni ( a cominciare dalle prossime elezioni tedesche) riesca a uscire indenne dalla sfida interna delle destre populiste, autoritarie e in odore di fascismo, servirebbe, cominciando però da ora, almeno un decennio per costituirsi in forza armata unitaria e riorientare la produzione bellica (*) .

Attualmente (dicembre 2024) si è avuta solo la timida nomina a un incarico nuovo di zecca, quello di Commissario europeo per la difesa e lo spazio, del lituano Andrius Kubilius: un professore, di orientamento cristiano conservatore e membro del Ppe. Per dirla in tutta franchezza: un pesce fuor d’acqua.

Ovviamente esiste tuttora la Nato. Però come? Con le pesanti riserve di dover finanziare economicamente un’ alleanza militare, piegata, come mai in passato, agli interessi americani. Dal momento che secondo la dottrina Trump l’alleato europeo o esegue quel che impone Washington o viene emarginato.

L’ estrema debolezza europea spiega l’arroganza di Vance e Trump. I fatti – la inesistente forza militare – giocano contro l’Unione Europea.

Vance, durante la conferenza di Monaco (corsi e ricorsi infausti), cosa che nessun commentatore ha sottolineato, oltre a mostrare un atteggiamento di disprezzo (anche fisico, si pensi alla sua postura da alto ufficiale della Wehrmacht)  verso i leader europei presenti, ha argomentato  dal punto di vista esclusivo della superpotenza americana. Per dirla alla buona: o così o pomì.

Per contro, i suoi continui riferimenti a un presunto tradimento da parte dell’Europa del valore occidentale di libertà lasciano il tempo che trovano. Dal momento che non sono certo i leader europei a “consigliare” Kiev di cedere più di un quinto del suo territorio all’invasore russo. O, peggio ancora, a tessere le lodi di una estrema destra europea in numerosi casi finanziata da quel campione di “liberalismo” che risponde al nome di Putin.

Sembra veramente di vivere in una specie di incubo politico. O per meglio dire, nel mondo alla rovescia.

Tutti ricordano, la battuta di Alberto Sordi, ingenuo tenente di un esercito italiano in procinto di sbandarsi, l’otto settembre del 1943: “Comandante, i tedeschi si sono alleati con gli americani!”. E in sala, tutti a ridere, perché, anche il più ignorante degli spettatori, ricordava che i tedeschi sparavano agli italiani, perché questi ultimi finalmente avevano capito da quale parte stare. Quella dell’Occidente liberal-democratico.

Sordi alla fine del film, giunto in modo avventuroso a Napoli, durante le Quattro Giornate, imbraccia la mitragliatrice e spara contro i soldati di Hitler. La nuova Italia e la nuova Europa non porsero l’altra guancia.

E invece cosa è successo ieri? E non è una battuta… Che gli americani si sono alleati, o quasi, con i russi: i nemici della liberal-democrazia. Qualcosa di incredibile. E per giunta, Vance, l’aiuto del “nuovo sceriffo in città” (così ha definito Trump), ha avuto la temerarietà di tenere una lezioncina sulla libertà all’Europa.

Capito? Trump caccia l’Associated Press dalla Casa Bianca perché continua a scrivere Golfo del Messico, e Vance liquida l’Europa come la nuova Unione Sovietica. E, quando si dice il caso, chiede ai tedeschi di votare domenica prossima per un partito neonazista.

Che fare? Sul piano europeo, va raccolta subito la gloriosa bandiera dell’Occidente insozzata dalle parole di Vance. Anche perché non tutti i cittadini americani sono dalla parte di Trump. E il magnate, che si è circondato di suprematisti bianchi, a cominciare da Vance, potrebbe commettere qualche passo falso. Anche se, per ora, ne dubitiamo.

Va lanciato un coraggioso messaggio all’America che non sta con Trump. Va stabilito un ponte con gli oppositori. L’Europa deve mostrarsi aperta e pronta ad accogliere i possibili rifugiati politici e non. A cominciare proprio dai latinos respinti alla frontiera del Messico o addirittura imprigionati  e  deportati. Inoltre, prima che sia troppo tardi, l’Europa deve investire in armamenti e puntare su una forza armata unica, capace, se necessario, di sostituirsi alla Nato.

Al momento, e al di là della pur gravissima situazione in cui rischia di trovarsi Kiev, una grave sfida all’Europa può essere rappresentata dal non così remoto pericolo dell’ occupazione militare della Groenlandia da parte degli Stati Uniti (**). Del resto, Trump, uomo dalle decisioni improvvise, rappresenta un pericolo anche per la libertà e l’indipendenza del Canada.

Come reagire? Si possono dare prove di fermezza quando manca la forza militare?

Sintetizzando, quanto detto fin qui, andrebbe recuperata, senza perdersi in chiacchiere, la vittoriosa cultura militare e liberale del 1945. Il che però come abbiamo detto richiede tempo e sintonia politica, al momento assente in un’Europa, quasi per più di metà “trumpizzata”. Ma se mai si comincerà, eccetera, eccetera.

Sì, cari lettori, c’è un “nuovo sceriffo a Washington”. Ed è un fascista, o qualcosa che gli somiglia molto. “Comandante, i tedeschi si sono alleati con gli americani!”.

Shock che va superato. Come però? Puntando sulla consapevolezza che ogni euro investito in armi e truppe europee, è un euro di libertà non solo per l’Europa ma anche per gli Stati Uniti e per tutti coloro che credono sinceramente nei valori liberal-democratici dell’Occidente e che non vogliono piegarsi ai suoi nemici interni ed esterni.  Quindi le spese militari e per gli armamenti, come è stato anticipato anche in sede Ue, sono poste che vanno iscritte fuori bilancio.

Nemici dell’Occidente dicevamo. Ai quali ora si è aggiunto anche Trump. Nemico interno.  Che ieri a Monaco ha parlato per bocca del Feldmaresciallo James David Vance.

Carlo Gambescia

 

(*) Per una veloce informazione in argomento si veda qui: https://pagellapolitica.it/articoli/difesa-comune-esercito-unione-europea .

(**) Ne abbiamo scritto ieri. Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2025/02/nuuk-in-cambio-di-kiev.html .

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