sabato 22 ottobre 2022

Il carnevale può finire male…

 


Cominciamo con una nota di moda. Quel tailleur pantalone scuro indossato ieri da Giorgia Meloni è un’ autentica metafora politica. Dal momento che si tratta di un capo che può indossare solo una donna con altro fisico. Insomma, ingoffisce la Meloni. Fa sorridere. Forse addirittura ridere.

Chi l’ha consigliata? Probabilmente nessuno. Perché, così  dicono, non ascolta nessuno, decide solo lei: modello Cavaliere. Con il quale proprio per questo motivo – altro egocentrico politico – non va d’accordo.

Diciamo che “Giorgia”, credendosi ormai irresistibile, forse onnipotente, ha forzato il suo corpo dentro un abito, in sé anche sobrio, che però nel suo caso la fa apparire come una di quelle amiche quarantenni, che alla festa di matrimonio della collega stagionatella, nel solito ristorante alla falde dei Castelli romani, con il rituale assalto tra le rose di plastica alle scaglie di parmigiano, vuole competere con le stangone dell’ufficio commerciale. Alle quali il tailleur pantalone calza perfettamente.

Questa destra è presuntuosa e inadeguata, come quell’abito. Ecco la metafora politica. E non tanto per i nomi dei ministri, sui quali comunque si potrebbero dire alcune cosette, tipo nepotismo e conflitto di interessi: ad esempio, Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura è cognato della Meloni, Crosetto Ministro della Difesa, vende, come si legge su Wiki, “alta tecnologia alle navi militari”.

Ripetiamo, siamo davanti a un governo pretenzioso che cambia i nomi ai Ministeri, perché crede che basti cambiare le parole o aggiungerne per cambiare le cose. Il che può far sorridere o addirittura ridere . Però fino a un certo punto come poi vedremo.

Così il Ministero dell’ Agricoltura è diventato Ministero dell’Agricoltura e della… Sovranità alimentare. Non sia mai… Si dicevano sovrani, alimentarmente parlando, anche monarchie assolute e regimi fascisti. Quindi una vera “botta” di modernità e di liberal-democrazia.

Tra Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità si è inserito a forza, come quando si chiude una valigia troppo piena saltandovi sopra, il termine Natalità. Certo, perché il numero è potenza, come sosteneva un famoso inquilino in orbace di Palazzo Venezia.

Al Ministero dell’Istruzione invece si è aggiunta la parola Merito. Vedremo.

Il Ministero dello Sviluppo Economico si è trasformato in quello delle Imprese e del Made in Italy: un colpo al cerchio del mercato, uno alla botte del protezionismo. Chi si accontenta gode.

Azzerato, e giustamente, il nome di Ministero della Transizione Ecologica, sostituito con la seminuova dicitura di Ministero dell’ ambiente e della Sicurezza energetica. Anche qui però, vedremo.

Infine è nato il romantico Ministero del Mare e del Sud: perché invece non puntare direttamente su Ministero dei Mari del Sud? Dicitura più conradiana? Ovviamente si deve avere letto Conrad… Sembra invece che all’ultimo minuto sia stato cancellato dopo Mare il termine Nostrum...

Si dirà che il nostro è un quadro tra il serio e il faceto. Dov’è l’analisi sociologica? È, ripetiamo, nella metafora iniziale. Ci si mette il tailleur pantalone scuro della Sovranità alimentare, del Made in Italy, dei Mari del Sud, della Natalità, del Merito ma una volta indossato ingoffisce, si appare buffi.

Quindi si potrebbe sorridere.  Si potrebbe… Va usato il condizionale.  Perché si tratta di un governo pieno zeppo di politici che non hanno mai fatto i conti con il fascismo. Sicché, per parafrasare un vecchio motivo di Caterina Caselli, il carnevale rischia di finire male.

Carlo Gambescia

Carlo Gambescia

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