sabato 8 ottobre 2022

Giorgia Meloni e il dinosauro nazionalista


 

Ci risiamo. I suoi politici, a partire da quelli di Fratelli d’Italia sono come animali preistorici. La destra è una specie di Jurassic Park politico. Per capirsi: quello dello spezzeremo le reni alla Grecia, pardon Francia… Anno di grazia 1940. Popolo sovrano o meno, la destra non è in grado di governare…

Che cosa è successo? Che un ministro francese – che se ne intende, perché sulla Francia incombe Marine Le Pen – ha dichiarato che la Francia vigilerà sull’Italia, perché non si fida politicamente del futuro governo Meloni.

Subito il dinosauro nazionalista si è risvegliato. Come ha replicato la “piccola italiana”, Giorgia Meloni?

Testuale:

“Inaccettabile minaccia d’ingerenza esterna contro uno Stato sovrano, membro dell’Ue”.

Non contenta ha aggiunto che,

“l’era dei governi che chiedono tutela all’estero è finita”.

Come avrebbe reagito un politico liberale? O comunque un politico libero da infestanti radici neofasciste. Non imbevuto di cultura nazionalista. Come avrebbe replicato?

O con il silenzio o con una battuta di spirito. E poi, soprattutto, avrebbe evitato la chiusa tipicamente fascista, tipo, “ l’Italia farà da sola",  "Noi tireremo diritto”, eccetera, eccetera.

Una reazione spropositata, come se Parigi minacciasse di marciare su Kiev, pardon su Roma. Un passo indietro: c’è l’amor di patria, che è quello degli ucraini aggrediti, e c’è il nazionalismo dei russi che vogliono appropriarsi dell’Ucraina.

Il primo rinvia al risorgimento italiano, il secondo al panslavismo e per parentela psicologica al nazional-fascismo. E Giorgia Meloni, volente o nolente, si muove nel solco di questa seconda tradizione. Comunque la si metta, c’è nella Meloni un riflesso pavloviano, carnivoro, preistorico, “scorpionico” (per dirla con Esopo). Sicché, per citare  un grande sociologo romano della seconda metà del Novecento, Gianfranco Funari, “ ’Gna fa ”: è più forte di lei.

Mussolini, neopresidente del consiglio, mandò la marina italiana a bombardare Corfù,  minacciando di dichiarare guerra alla Grecia, e se necessario, anche alla Gran Bretagna. Erano  stati uccisi alcuni militari italiani al confine greco-albanese. Questa la scusa ufficiale, in realtà l’Italia voleva allungare le zampe sull’isola greca. Alla fine il duce si accontentò degli onori militari e di un indennizzo economico. Anno di grazia 1923. Per inciso, il duce ci riprovò nel 1940. E se non fossero intervenuti in forze i tedeschi…

Giorgia Meloni, non ha dato alcun ordine allo stato maggiore della marina militare, anche perché non avrebbe ancora i titoli, però ha reagito con la stessa violenza verbale di Mussolini. Si leggano le cronache del tempo.

Esageriamo? Decida il lettore. Comunque sia, per farla breve, come dicevano i nonni? Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ecco, esattamente.

Carlo Gambescia

 

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