giovedì 1 settembre 2022

Venghino signori venghino!

 


Girano analisi, di tipo minoritario, sviluppate all’interno degli stessi ambienti militari statunitensi, che descrivono il fallimento militare russo, soprattutto della prima offensiva verso Nord, rivolta alla conquista di Kiev, come un trucco dei russi per depistare gli ucraini, nel senso di costringerli a disperdere le truppe sul territorio, e così poter concentrare le proprie nel Sud dell’Ucraina.

Perciò, in sintesi (se abbiamo capito bene), la rotta dei reparti russi incapaci di conquistare Kiev, viene presentata come un successo dell’alta strategia militare russa e dell’ “umanitarismo” russo, dal momento che, si legge, se i russi avessero voluto veramente, eccetera, eccetera. Insomma, si vende una sconfitta per una vittoria: “Venghino signori venghino, militari e ragazzi mezza lira!”.

Chi scrive, non è un esperto di strategia militare, però di sociologia qualche cosina mastica. Cosa si vuole dire? Che bisogna guardarsi dalle analisi di cui sopra, probabilmente frutto di stramberie analitiche, magari prodotte anche in buona fede.

In realtà, proprio questa eccentricità ne spiega l’irrilevanza operativa ai piani alti delle gerarchie politiche e militari Usa e Nato. Vertici che invece basano le analisi – insieme ad altri fattori, ovviamente – sulle non poche e infelici campagne militari russe negli ultimi due secoli. Come pure sul potenziale dissolutivo delle sconfitte militari: un contraccolpo interno che in Russia ha sempre giocato un ruolo molto significativo (dall’abolizione della servitù della gleba all’incendio del 1917, solo per fare due esempi). Insomma, i russi non sono bravi soldati e le guerre perdute non aiutano il mantenimento dell’ordine interno.

Ovviamente, le centrali strategiche mainstream Usa e Nato potrebbero sbagliare. Però un conto è muoversi all’interno dei fatti storici, un altro lavorare di fantasia.

Infine, aspetto fondamentale, diremmo sociologico, le tesi eccentriche rimbalzano in Europa perché funzionali alla strategia disinformativa russa, o comunque alle tesi di un terzaforzismo, con pretese teoriche, apparentemente pacifista e al di sopra delle parti, ma in realtà filorusso. E per una semplice e antica ragione: il nemico dei miei nemici – gli americani, il liberalismo, il capitalismo – è mio amico.

Quindi, attenzione.

Carlo Gambescia

 

Nessun commento: