mercoledì 7 settembre 2022

I consigli della signora Zakharova

 


Un magnifico esempio di propaganda russa? Subito.

« “Il ministro Roberto Cingolani ha presentato il suo piano per ridurre la dipendenza dell’economia italiana dagli idrocarburi russi. È chiaro che questo piano è imposto a Roma da Bruxelles (che, a sua volta, agisce su ordine di Washington), ma alla fine è il popolo italiano che dovrà soffrire”. La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, usa Telegram per attaccare le politiche italiane sul gas (…): “Le imprese in Italia vengono distrutte dai “fratelli” d’oltreoceano perché ognuno dovrà sopravvivere alla crisi globale da solo. Il popolo italiano e l’economia italiana sono intrappolati dalle insensate decisioni politiche di Washington e Bruxelles” prosegue nel lungo post pubblicato (…) “E quando la laboriosa azienda italiana crollerà, verrà acquistata a basso costo dagli americani. Come è sempre stato. E non contate sugli investitori cinesi: dopo gli insulti inflitti dall’Occidente, Pechino non pagherà i conti degli altri” conclude poi”» (*).

Messaggio sintetico, chiaro per tutti, che vellica l’antico antiamericanismo italiano, di marca cattolica, fascista e comunista, duro a morire. Troverà di sicuro non pochi simpatizzanti: la metà degli italiani, stando ai sondaggi, abbandonerebbe l’Ucraina al suo destino, pur di difendere il proprio alto tenore di vita.

Perfetto, allora si dia retta ai consigli della signora Zakharova e si esca dall’Ue e dalla Nato. Per farla breve dal quadro geopolitico occidentale. Dopo di che? Una volta sbattuta la porta in faccia a europei e americani con quali paesi potremo instaurare rapporti politici, commerciali, culturali, eccetera?

Russia, Cina, India. L’India è una democrazia (per alcuni “quasi”), ma spiccatamente nazionalista, fortemente esclusivista sul piano razziale e religioso. Russia e Cina, due stati autocratici, mostrano invece una paurosa propensione imperiale a sottomettere politicamente l’interlocutore. Al tempo stesso, Russia, India e Cina sono totalmente avverse ai valori liberali. Forse l’India meno di russi e cinesi. Ma alla fin fine un indiano, culturalmente parlando, resta profondamente diverso da un italiano e più in generale dall’uomo occidentale.

Restano i paesi islamici, profondamente avversi alla modernità culturale, anche italiana, l’Africa che continua a vedere nell’Occidente e nell’Italia l’ex padrone coloniale. Quanto all’America Latina, sussiste ancora una diffidenza verso americani ed europei, giudicati come portatori del neocolonialismo culturale. Rimangono infine le dittature e le semidemocrazie asiatiche: Singapore, Indonesia, Malesia (così ci capiamo subito), le due Coree, eccetera, paesi, almeno i più industrializzati, che sono in aperta competizione economica, con l’Occidente, con l’ Ue e ovviamente con l’Italia.

Dove vogliamo andare a parare? Che l’Italia, una volta fuori dell’Occidente e dell’Europa andrebbe incontro a gravissime difficoltà non solo economiche, ma culturali e politiche. Tra americani, europei e italiani c’è un’empatia ideale che ha radici profonde nella modernità liberale. Qualcosa che va al di là dei puri interessi economici.

Allora perché L’Italia dovrebbe cambiare alleato? Secondo i russi per non essere sfruttata dagli americani. Ammesso e non concesso (soprattutto, come detto, per i profondi legami storici ed economici reciproci, altro che sfruttamento…), quali sono le alternative? Finire schiavi, perché non si tratta di democrazie liberali come gli Stati Uniti, di russi e cinesi? Oppure clienti, da tenere in attesa fuori della porta, di questo o quel dittatore asiatico? O ancora, tramutarsi in rappresentanti della Folletto alla corte di qualche suprema guida islamica?

Giudichi il lettore.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.agi.it/economia/news/2022-09-06/mosca-attacca-italia-gas-replica-cingolani-17979701/ .

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