mercoledì 31 agosto 2022

Morte di un “re travicello”

 


Mikhail Gorbaciov, scomparso a novantuno anni, politicamente parlando, era il classico, “re travicello”, prodotto dall’ inevitabile decadenza del regime politico. “Regime”, il lettore prenda nota.

L’Unione Sovietica ai tempi di Gorbaciov poteva forse sopravvivere qualche anno in più, addirittura un decennio, ma soltanto con un giro di vite politico-militare. E invece Gorbaciov, probabilmente mal consigliato e indeciso, allentò le briglie e provocò la caduta del regime (non del sistema, come ora vedremo). Si proponeva – qui la sua utopia – di conciliare, in un paese che non aveva mai conosciuto il diritto di proprietà (“Tutta la terra appartiene allo Zar”, ecco l’antico credo sociale del russo), socialdemocrazia e mercato capitalistico.

Fu un flop colossale. Proprio perché latitavano i “fondamentali” teorici e pratici delle rivoluzioni liberal-democratiche. Del resto il sistema (nel senso delle strutture politiche, sociali, culturali, economiche), anche prima della scalata bolscevica, era autocratico (obbedire e basta), sicché, per i russi, dopo la caduta di Gorbaciov, e delle cariatidi sovietiche, non cambiò nulla, dopo alcuni illusori cambiamenti si tornò alla “normale” autocrazia di sempre.

Si dirà che la nostra tesi è deterministica. E che l’Occidente non ha aiutato la Russia, perché si può cambiare, eccetera, eccetera. Probabile. Però per mutare traiettoria, serve tempo. Detto in senso storico: occorrono almeno alcuni secoli.

Non si può – qui la colpa della dirigenza postcomunista – dopo dieci minuti (gli ultimi trent’anni dal punto di vista dei tempi storici), accusare “subito” l’Occidente della rovina della Russia, secondo il canoni del panslavismo di sempre.

Del resto, se non è la gente comune – il russo della strada – abituata, da più di quattrocento anni (per limitarsi alle dinastie Romanov e sovietica), a non alzare la testa, per le élite dirigenti, politiche e sociali, use invece all’obbedienza cieca, è facile farsi obbedire.

Insomma, concludendo, Gorbaciov affrettò la caduta di un regime politico, non di un sistema militarista e bellicista legato a valori antiliberali e anticapitalisti, come mostra la vanagloriosa aggressione all’Ucraina.

Carlo Gambescia

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