domenica 25 settembre 2022

Sul tagliando antifrode

 


Questa mattina appena ho aperto gli occhi, ero ancora a letto, illuminazione: il tagliando antifrode.

Di che parlo? Di quella misura, racchiusa nella legge Rosato (novembre 2017, “Rosatellum”, dal relatore Ettore Rosato, ora presidente di Italia Viva…), che nel 2018 fece formare  lunghissime file davanti ai seggi.

In pratica si tratta e si trattava di questo:

«Ogni scheda è dotata di un apposito tagliando rimovibile, dotato di codice progressivo alfanumerico generato in serie, denominato “tagliando antifrode”, che è rimosso e conservato dagli uffici elettorali prima dell’inserimento della scheda nell’urna. Compiuta l’operazione di voto, l’elettore consegna al presidente la scheda chiusa e la matita. II presidente stacca il tagliando antifrode dalla scheda, controlla che il numero progressivo sia lo stesso annotato prima della consegna e, successivamente, pone la scheda senza tagliando nell’urna» (*).

Dicevo, illuminazione. Per quale ragione? Perché  non ricordavo… Può capitare.

Si rifletta, in questa società che celebra l’individualismo a parole, per poi punirlo nei fatti, l’elettore viene sacrificato, soprattutto simbolicamente e individualmente. Cosa c’è di più simbolico e di individuale – diciamo come momento alto del voto – del deporre da soli la scheda nell’urna: Ora, a causa di un meccanismo cervellotico, frutto della più pura scuola del sospetto (che è alla base delle peggiori forme di giustizialismo e populismo), anche questo momento simbolicamente altissimo, è venuto meno, anzi viene strappato all’elettore. Se ne occupa, semplificando, un burocrate che rappresenta l’autorità.

Si dirà sono dettagli. Basta controllare che il Presidente deponga la scheda nell’urna senza tagliando… Ecco la risposta gregaria della gente che comune che manda giù tutto.

Altro che individualismo… L’elettore, si deve tramutare nel controllore del controllore. Capito? Deporre nell’urna la scheda da solo è troppo… Serve il tutor… Sarebbe la cosa più semplice e invece si complica tutto. Per il nostro bene, ovviamente. Il cittadino deve collaborare con le autorità. E tutti zitti.

Ciò accade in un paese dove quando si prelevano più di duemila euro dal proprio conto per effettuare un pagamento si viene segnalati automaticamente all’Agenzia delle Entrate. Dal prossimo anno basterà superare i mille euro. Non si è padroni in casa propria. Ottimo esempio di libertà individuale (al cretino che dice di non avere neppure cento euro, rispondo che è il principio che conta). Ci dicono però che è per il nostro bene e che tracciando tutto si sconfigge la mafia e si batte l’evasione fiscale. Il Bau Bau dei bambini. E poi, il cittadino deve collaborare con le autorità. E tutti zitti.

Ciò accade in un paese che ha subito passivamente il lockdown antiepidemico, pardon antipandemico, e che ora si prepara a subirne uno energetico, al quale ne seguirà uno ecologico. Sempre per il nostro bene. Il cittadino deve collaborare con le autorità. E tutti zitti.

Perciò cosa si vuole che sia, lasciare al presidente di seggio il “compitino” di deporre la schede nell’urna? Una bazzecola…

In realtà, per quel che mi riguarda, vista anche la deludente campagna elettorale ( tutti promettono tutto a tutti), oggi non andrò a votare. Che vado a fare? Se nemmeno posso deporre la scheda nell’urna da solo?

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.interno.gov.it/it/notizie/elettori-seggi-documento-identita-e-tessera-elettorale .

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