domenica 18 settembre 2022

Giorgia Meloni e i “grandi Player”

 


Prima la dichiarazione di Giorgia Meloni.

«”Ora dobbiamo capirci: la ragione per la quale il prezzo del gas sale non è che la Russia l’ha aumentato. Ovviamente la Russia ci gioca, ma la ragione è che ci sono grandi player nella borsa di Amsterdam che decidono di far salire il prezzo”. Lo afferma la leader di FdI Giorgia Meloni, nel corso del suo intervento alla terza festa nazionale di Aepi. “Il tema- aggiunge- non è quindi continuare a trovare risorse da dare alla speculazione, non è trovare altre risorse da farsi fregare. Qui c’è chi sta facendo soldi a palate senza una ragione. Quindi la prima cosa è riuscire a mettere un tetto al prezzo del gas. Questa è una misura che puo’ fare l’Europa ma anche l’Italia, se l’Europa è lenta” » (*) .

Diciamo la verità, Giorgia Meloni più che parlare di economia, designa un capro espiatorio.
In realtà, i “grandi player” della Borsa di Amsterdam sono attirati in Olanda da una legislazione fiscale che favorisce le imprese (**). Perché i “grandi player” non hanno scelto Milano e l’Italia? Questi sono argomenti seri, non le chiacchiere complottiste di un’estrema destra favorevole all’autarchia mussoliniana. In fondo la risposta è semplice: perché l’Italia ha una normativa che penalizza gli operatori stranieri. Praticamente li scaccia.

Quanto alla speculazione, Giorgia Meloni dovrebbe sapere che quando aumenta la domanda di energia (come di tutti beni), come sta accadendo dalla seconda metà del 2021, sull’onda di una ripresa, i prezzi salgono. Ovviamente se, come è accaduto, si taglia l’offerta, o si minaccia di farlo, come stanno facendo i russi, i prezzi inevitabilmente salgono ancora di più. Solo una crescita dell’offerta potrebbe ricondurli in equilibrio. Altro che speculazione: i prezzi sono saliti per il taglio (o seria minaccia di farlo) dell’offerta, in una fase di rilancio della domanda .

Per venire infine alla questione del tetto, che Giorgia Meloni vorrebbe addirittura promuovere in Italia, si può dire solo questo: che rischia di risolversi in un taglio della domanda e quindi nella fine di ogni ripresa economica.

È vero, come si dice, che in questo caso domanda e offerta subirebbero un riallineamento, ma – attenzione – verso il basso. Tra l’altro, a fronte di un’inflazione in crescita. Allineamento verso il basso significa una sola cosa: stagnazione produttiva ( perché il tetto taglierebbe la gambe alla ripresa) + inflazione (come portato del mix di spesa pubblica e sussidi). Su quest’ultimo punto, va precisato ancora una volta che non si può immettere moneta del sistema economico, senza provocare un’impennata dei prezzi, come insegna la teoria quantitativa della moneta (primo anno di Economia). Riassumendo: stagflazione.

Ovviamente sul piano europeo il tetto farebbe ancora più danni, perché moltiplicherebbe gli effetti negativi della stagflazione.

Che fare allora? Siamo davanti a un dilemma.

Provvedimenti come il tetto e il taglio dell’offerta hanno natura politica, perché rinviano alla questione del consenso politico. Tetto e sussidi, si ripete in Occidente, assicurano il consenso. Un inciso, se fossero gli americani a sussidiare direttamente l’Europa non si uscirebbe comunque dalla trappola della stagflazione.

Il taglio dell’offerta, secondo Mosca, può aiutare a far vincere la guerra e in questo modo favorire il consenso politico. Si applica una logica legata alla gloria militare. Il che rende tutto molto complicato.

Per contro, dal punto di vista economico, i prezzi andrebbero invece lasciati fluttuare fino a provocare l’annegamento dei russi in un mare di petrolio e gas invenduti. A quel punto, sotto l’aspetto dell’offerta, i prezzi scenderebbero, fino a ripartire sull’onda della ripresa economica. Però come dicevamo la Russia insegue la gloria militare non quella economica. Quindi è un mondo a sé. Sono cose che un analista deve riconoscere.

Comunque sia, sulla base della fluttuazione economica, i consumi, quindi la domanda, in una prima fase calerebbero , per poi, in una seconda, risalire fino al nuovo punto di equilibrio verso l’alto. Ovviamente, nella fase calante, soprattutto in Occidente, si avrebbe una riduzione dei consumi, con inevitabili conseguenze sociali.

Parliamo delle stesse conseguenze sociali che misure come il tetto si propongono di evitare, ma che in realtà si producono comunque sull’onda della stagflazione

Diciamo pure che, per quel che riguarda l’Occidente, la stagflazione interventista e la libera fluttuazione dei prezzi producono conseguenze sociali. Però, secondo alcuni economisti la stagflazione provoca danni strutturali, mentre la fluttuazione rientra nella normale fisiologia economica. Ma non tutti sono d’accordo.

In realtà, è l’atteggiamento della pubblica opinione che fa la differenza. Se una società ha fiducia nel libero mercato si stringe intorno agli equilibri di mercato e aspetta, se invece crede nel dirigismo, interviene subito, alterandoli, talvolta per sempre.

Ciò che invece non si deve assolutamente fare è indicare il capro espiatorio politico di turno. Come Giorgia Meloni.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.agi.it/politica/news/2022-09-17/energia-meloni-tetto-a-prezzo-gas-anche-nazionale-18116700/ .

(**) Rinviamo a un ottimo articolo che permette di capire le differenza fiscali tra Italia e Olanda: https://www.ilsole24ore.com/art/amsterdam-regno-multinazionali-made-olanda-perfino-spaghetti-bolognese–AETLrLnG .

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