Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268
C .P.P.)
L'anno 2015, lunedì 6 aprile, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito
della procedura riservata n. 765/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione NATO
“ASCOLTO FRATERNO” N.d.V.] è stata intercettata, in data 23/04/2015,
ore 11.32, una conversazione in teleconferenza intercorsa tra le utenze di
Stato: n. 321***** in uso a S.E. MACCARELLA PINO, n. 345**** in uso a S.E. FINZI
MATTIA. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
S.E. FINZI MATTIA: “Chi è stato?!”
S.E. MACCARELLA PINO: “Lascia perdere.”
S.E. FINZI MATTIA: “No, tu lo sai e me lo devi dire! Amanti,
quel serpente, lo so che è stato lui!”
S.E. MACCARELLA PINO: “Lascia perdere, Mattia, non farti il
sangue cattivo.”
S.E. FINZI MATTIA: “Con un voto mi fanno saltare il
bilancio, e io lascio stare? Dove li trovo quindici miliardi per le pensioni?”
S.E. MACCARELLA PINO: “La Consulta può sbagliare,
Mattia, ma la nostra Costituzione è…”
S.E. FINZI MATTIA: “…la più bella del mondo, sì…”
S.E. MACCARELLA PINO: “No.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ah no?”
S.E. MACCARELLA PINO: “La più bella del mondo di ieri.
La più bella del mondo di domani è la Costituzione Europea.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ma non esiste!”
S.E. MACCARELLA PINO: “Appunto: ho detto del mondo di domani.
Che c’è di più bello di una generosa aspirazione, di un sogno, di un’utopia?
Pensa, per dire, al cristianesimo.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì, ma scusa, io che ci faccio con
l’utopia? I soldi non li ho, sforare con l’Europa non posso, come gliela
racconto ai pensionati? Quelli votano per noi!”
S.E. MACCARELLA PINO: “Ma benedetto ragazzo, a cosa credi
che servano le generose aspirazioni, i sogni, le utopie?”
S.E. FINZI MATTIA: “Cioè tu dici…”
S.E. MACCARELLA PINO: “No, tu dici: ‘I giovani! Cari
pensionati, pensiamo ai giovani, ai nostri giovani…’ “
S.E. FINZI MATTIA: “…la disoccupazione, la crisi…”
S.E. MACCARELLA PINO: “Sì, ma non solo. Stai attento: ‘Noi
che abbiamo avuto la fortuna di vivere con la Costituzione più
bella del mondo di ieri, facciamo un piccolo sacrificio perché un
giorno, i nostri giovani possano vivere con la Costituzione Europea ,
la costituzione più bella del mondo di domani.’ Eh?”
S.E. FINZI MATTIA: “Mi sembra un po’ grossa. Dici che
funziona?”
S.E. MACCARELLA PINO: “La Costituzione ,
l’Europa, il futuro, i nipotini? Siamo in Italia, Mattia.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì ma intanto? I soldi dove li trovo?”
S.E. MACCARELLA PINO: “Intanto dai qualcosina ai più poveri,
che sono i più altruisti, i più solidali. Però poco, sennò smettono di essere
poveri e diventano subito egoisti, insofferenti... Gli altri, vediamo. Tanto, se anche facessero
causa...”
S.E. FINZI MATTIA: “…fanno in tempo a morire.”
S.E. MACCARELLA PINO: “Siamo tutti nelle mani del Signore.”
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi" - tanto per non cambiare stile, quello della Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)
Il Maresciallo Osvaldo Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il
29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg
am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra
dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta:
“Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir
tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune
indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino
Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”,
perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa
che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il
trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala
ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente:
“Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
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