Il cancro si può vincere, grazie al
professor Enrico Cortesi
Non solo Emma (Bonino)
Il cancro si può contrastare e
vincere. Alla autorevole testimonianza di
Emma Bonino(*), vorrei aggiungere la mia. Una persona a me cara, in cura
da circa un anno presso la stessa unità del Policlinico Umberto I di Roma che
segue l’ Emma nazionale, sta decisamente
meglio. Anche il suo - di non simpatico
visitatore - è scomparso. Notizia bellissima, comunicataci circa una settimana fa dal
professor Enrico Cortesi, primario di Oncologia B: uomo dagli splendidi baffi, che nell’aspetto
e modi ricorda un elegante ufficiale britannico dell’ Ottocento. Un soldato di altri tempi, che nella dura battaglia contro il cancro, a spada sguainata e fra i proiettili che fischiano, comanda, con ferma e consumata abilità, i suoi coraggiosi Royal Gurkha Rifles, in camice bianco. Non mi dilungo sulle metodologie
di cura (un mix “personalizzato”
di chemio e radioterapia), perché
finirei per parlare di cose che non conosco. Che però funzionano… Ecco il punto. E anche per tanti altri pazienti.
Invece posso, anzi devo parlare,
di quel supplemento di dolcezza che anima Oncologia B, sentimento che pervade volontari, medici, infermieri (uomini e donne),
trasformando una austera caserma
umbertina nell’ angolo più
confortevole del salotto di casa. Del resto i Gurkha del
professor Enrico Cortesi salvano vite. Non uccidono. Un
risvolto, bello e possibile, che
potrebbe piacere al vecchio Kipling…
Insomma, non solo Emma. Grazie a tutti.
Carlo Gambescia