Arma dei
Carabinieri (*)
Nucleo di
Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI
INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267
e 268 C .P.P.)
L'anno 2015, lunedì 6 aprile, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito del
p.p. n 2367105 R.G.N.R. -R.R.I.T. nr. 34986, [Operazione “FINE PENA MAI”, N.d.V.]è
stata intercettato, in data 10/05/2015, ore 18.00, un colloquio intercorso tra BERNASCONI
SILVANO e DUDU’ [cane barboncino registrato in proprietà di NATALE FRANCESCA,
convivente del sunnominato BERNASCONI SILVANO]. Intercettazione ambientale da
microfono posizionato nel collare del sunnominato DUDU’. Si riporta di seguito
la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
BERNASCONI SILVANO: “Stavolta ci siamo!”
DUDU’: “Cioè?”
BERNASCONI SILVANO: “Faccio il Partito Repubblicano.”
DUDU’: “C’è già.”
BERNASCONI SILVANO: “Ma no, no quello di La Malfa , quello americano.”
DUDU’: “Non siamo più in Italia?”
BERNASCONI SILVANO: “Ma certo, che ragionamenti, l’Italia è il
paese che amo.”
DUDU’: “Costa caro?”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa?”
DUDU’: “Amare questa Italia, costa caro? Ti lamenti sempre
di quanto ti costano le donne…”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa ne vuoi sapere tu, sei un cane!”
DUDU’: “In effetti non vi ho mai capiti, voi uomini, con
questa fola dell’amore…ci vuole così poco…”
BERNASCONI SILVANO: “Beato te…”
DUDU’: “Be’, dicevamo?”
BERNASCONI SILVANO. “Ah sì. Il Partito Repubblicano.”
DUDU’: “No La
Malfa , americano.”
BERNASCONI SILVANO: “Ecco. Tipo Reagan, hai capito? Tanto
ottimismo, tanti capelli, tanti sorrisi, tanti ciao con la manina, poche
tasse…”
DUDU’: “E com’è lo stemma?”
BERNASCONI SILVANO: “Elefantino.”
DUDU’: “Mi piace Ferrara, mi porta sempre i croccantini.”
BERNASCONI SILVANO: “Ma no!”
DUDU’: “Ehhh! Non ti arrabbiare! Va bene: Partito
Repubblicano, no Italia, no La
Malfa , no Ferrara, sì America, sì Reagan. E’ poi d’accordo
questo Reagan?”
BERNASCONI SILVANO: “E’ morto.”
DUDU’: “Mi spiace.”
BERNASCONI SILVANO: “Anche a me. Bei tempi quelli! Cribbio,
avevo quarant’anni!”
[lunga pausa]
DUDU’: “Silvano?”
BERNASCONI SILVANO: “Eh?”
DUDU’: “Stai bene?”
BERNASCONI SILVANO: “Ma sì, sì. Insomma che ne dici? Lo sai
che di te mi fido.”
DUDU’: “E vorrei vedere, sono un cane. Mah, mi sembra una
buona idea. Solo che…”
BERNASCONI SILVANO: “…Solo che?”
DUDU’: “Ma niente, mi sembra una buona idea.”
[lunga pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Dai.”
DUDU’: “Vedi, Silvano...i tuoi elettori, anche i dirigenti
del partito…”
BERNASCONI SILVANO: “Be’?”
DUDU’: “Non sono come me, Silvano. Non sono cani.”
[pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Eh.”
DUDU’: “Sono complicati, capisci Silvano? Se li freghi, dopo
non si fidano più.”
BERNASCONI SILVANO: “Ma cosa volevi che facessi?! Quelli là,
la Merkel ,
Obama, Sarkozy, Napolitano, Monti, buono Monti! Peggio dei dobermann, dei
pitbull! Quelli mi portavano via tutto! Lasciavo i figli in miseria! Hai visto
che fine ha fatto Gheddafi?”
DUDU’: “Io non voglio niente, Silvano. Lo sai che a me vai
bene così. Però noi non votiamo.”
[lunga pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Ti voglio bene, Dudù.”
DUDU’: “Ti voglio bene anch’io, Silvano. Dai che ti porto a
fare una passeggiata.”
BERNASCONI SILVANO: “Andiamo al boschetto, oggi? E’ una così
bella giornata…”
DUDU’: “Andiamo dove vuoi tu, Silvano. Prendi una giacca,
però, magari dopo rinfresca.”
BERNASCONI SILVANO: “E tu lo vuoi il paltoncino?”
DUDU’: “No che poi sudo. Andiamo?”
BERNASCONI SILVANO: “Andiamo.”
Letto, confermato e
sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o Osvaldo Spengler
(*) "Trattasi" - tanto per non cambiare stile, quello della Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)
Il Maresciallo Osvaldo Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il
29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg
am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra
dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
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