lunedì 11 maggio 2015


Arma dei Carabinieri (*) 
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 6 aprile, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito del p.p. n 2367105 R.G.N.R. -R.R.I.T. nr. 34986, [Operazione “FINE PENA MAI”, N.d.V.]è stata intercettato, in data 10/05/2015, ore 18.00, un colloquio intercorso tra BERNASCONI SILVANO e DUDU’ [cane barboncino registrato in proprietà di NATALE FRANCESCA, convivente del sunnominato BERNASCONI SILVANO]. Intercettazione ambientale da microfono posizionato nel collare del sunnominato DUDU’. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]

BERNASCONI SILVANO: “Stavolta ci siamo!”
DUDU’: “Cioè?”
BERNASCONI SILVANO: “Faccio il Partito Repubblicano.”
DUDU’: “C’è già.”
BERNASCONI SILVANO: “Ma no, no quello di La Malfa, quello americano.”
DUDU’: “Non siamo più in Italia?”
BERNASCONI SILVANO: “Ma certo, che ragionamenti, l’Italia è il paese che amo.”
DUDU’: “Costa caro?”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa?”
DUDU’: “Amare questa Italia, costa caro? Ti lamenti sempre di quanto ti costano le donne…”
BERNASCONI SILVANO: “Cosa ne vuoi sapere tu, sei un cane!”
DUDU’: “In effetti non vi ho mai capiti, voi uomini, con questa fola dell’amore…ci vuole così poco…”
BERNASCONI SILVANO: “Beato te…”
DUDU’: “Be’, dicevamo?”
BERNASCONI SILVANO. “Ah sì. Il Partito Repubblicano.”
DUDU’: “No La Malfa, americano.”
BERNASCONI SILVANO: “Ecco. Tipo Reagan, hai capito? Tanto ottimismo, tanti capelli, tanti sorrisi, tanti ciao con la manina, poche tasse…”
DUDU’: “E com’è lo stemma?”
BERNASCONI SILVANO: “Elefantino.”
DUDU’: “Mi piace Ferrara, mi porta sempre i croccantini.”
BERNASCONI SILVANO: “Ma no!”
DUDU’: “Ehhh! Non ti arrabbiare! Va bene: Partito Repubblicano, no Italia, no La Malfa, no Ferrara, sì America, sì Reagan. E’ poi d’accordo questo Reagan?”
BERNASCONI SILVANO: “E’ morto.”
DUDU’: “Mi spiace.”
BERNASCONI SILVANO: “Anche a me. Bei tempi quelli! Cribbio, avevo quarant’anni!”
[lunga pausa]
DUDU’: “Silvano?”
BERNASCONI SILVANO: “Eh?”
DUDU’: “Stai bene?”
BERNASCONI SILVANO: “Ma sì, sì. Insomma che ne dici? Lo sai che di te mi fido.”
DUDU’: “E vorrei vedere, sono un cane. Mah, mi sembra una buona idea. Solo che…”
BERNASCONI SILVANO: “…Solo che?”
DUDU’: “Ma niente, mi sembra una buona idea.”
[lunga pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Dai.”
DUDU’: “Vedi, Silvano...i tuoi elettori, anche i dirigenti del partito…”
BERNASCONI SILVANO: “Be’?”
DUDU’: “Non sono come me, Silvano. Non sono cani.”
[pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Eh.”
DUDU’: “Sono complicati, capisci Silvano? Se li freghi, dopo non si fidano più.”
BERNASCONI SILVANO: “Ma cosa volevi che facessi?! Quelli là, la Merkel, Obama, Sarkozy, Napolitano, Monti, buono Monti! Peggio dei dobermann, dei pitbull! Quelli mi portavano via tutto! Lasciavo i figli in miseria! Hai visto che fine ha fatto Gheddafi?”
DUDU’: “Io non voglio niente, Silvano. Lo sai che a me vai bene così. Però noi non votiamo.”
[lunga pausa]
BERNASCONI SILVANO: “Ti voglio bene, Dudù.”
DUDU’: “Ti voglio bene anch’io, Silvano. Dai che ti porto a fare una passeggiata.”
BERNASCONI SILVANO: “Andiamo al boschetto, oggi? E’ una così bella giornata…”
DUDU’: “Andiamo dove vuoi tu, Silvano. Prendi una giacca, però, magari dopo rinfresca.”
BERNASCONI SILVANO: “E tu lo vuoi il paltoncino?”
DUDU’: “No che poi sudo. Andiamo?”
BERNASCONI SILVANO: “Andiamo.”


Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o  Osvaldo Spengler


(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)



Il Maresciallo Osvaldo Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”


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