lunedì 25 maggio 2015

Arma dei Carabinieri (*) 
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 6 aprile, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data 24/05/2015, ore 11.32, una conversazione intercorsa tra l’ utenza dello Stato Vaticano n. +379.321***** in uso a S.S. SANCHO I, e l’utenza n. +353. 345**** in uso a S.E. PADDY O’MARTIN, Arcivescovo di Dublino (Repubblica d’Irlanda). Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]

S.S. SANCHO I: “Be’?! E questa come me la spieghi?”
S.E. PADDY O’MARTIN : “Santità, cosa vuole che Le dica, è andata così….”
S.S. SANCHO I: ”Non te la cavi così facile! E Il monachesimo irlandese? San Brendano, San Colombano, Sant’Aidan? Mi evangelizzate l’Europa nel V secolo, e poi mi calate le braghe davanti a questa movida del diablo? Combattete per secoli contro i protestanti, e vi arrendete davanti a questi qua?”
S.E. PADDY O’MARTIN: “Scusi, Santità: ma non l’ha detto Lei ‘Chi sono io per giudicare?’ Abbiamo suggerito, deprecato, pregato, sofferto, e poi abbiamo lasciato libertà di coscienza.”
S.S. SANCHO I: “Mi prendi in giro?”
S.E. PADDY O’MARTIN: “Non sia mai, Santo Padre.”
S.S. SANCHO I: “Perché non mi chiami Santo Genitore Uno?”
[pausa]
S.E. PADDY O’MARTIN: “Sono più forti loro, Santità. Non possiamo batterli, bisogna trattare.”
S.S. SANCHO I: “Trattare cosa?! Questi si mettono a fabbricare los ninos por el dinero! E’ un’opera del diablo!”
S.E. PADDY O’MARTIN: “La vita è sempre sacra, Santità. Non le vogliamo battezzare, queste creature?”
S.S. SANCHO I: “Sì, figurati se le fanno battezzare!”
S.E. PADDY O’MARTIN: “Eppure, chissà…il fascino del cerimoniale, della tradizione…quando si diventa genitori, sono cose che si riscoprono…”
S.S. SANCHO I: “Questo è vero, ma...”
S.E. PADDY O’MARTIN: “Santo Padre, sono costernato come Lei. Ma questo è un bagno di umiltà per noi, per la Chiesa…. Le ho già inoltrato la mia lettera di dimissioni.”
S.S. SANCHO I: “Dimissioni respinte. Invece mi prepari un progetto di campagna per il battesimo di questi nuovi….come dire?”
S.E. PADDY O’MARTIN: “Bambini, Santità. Non sono forse bambini anche loro?”
S.S. SANCHO I: “Be’, certo.”
S.E. PADDY O’MARTIN: “E i loro genitori, per quanto fuorviati, per quanto inconsapevoli, per quanto lontani, non li ameranno forse, i loro bambini?”
S.S. SANCHO I: “Immagino di sì.”
S.E. PADDY O’MARTIN: “E dove c’è l’amore, Santità, c’è la presenza del Cristo. Le vie del Signore sono infinite.”
S.S. SANCHO I: “Mah. Speriamo bene. La campagna però dev’essere perfetta, capito? Perfetta! Niente sbagli, niente critiche, niente sbavature!”
S.E. PADDY O’MARTIN: “Mi metto subito al lavoro, Santità.”
S.S. SANCHO I: “Sia lodato Gesù Cristo.”
S.E. PADDY O’MARTIN: “Sempre sia lodato.”
S.S. SANCHO I: [chiude la comunicazione. Tra sé:] “Poderoso caballero es Don Dinero[1].”


Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o  Osvaldo Spengler





(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

[1] “Potente signore è Don Denaro.” (Quevedo).


Il Maresciallo Osvaldo Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”

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