giovedì 28 ottobre 2021

Il Ddl Zan e il principio della battaglia di civiltà

 


 Ci si guardi sempre  dai politici che parlano della battaglia di civiltà.  Soprattutto all’interno di una stessa civiltà.  

Si faccia però attenzione,  la battaglia contro il fascismo e il nazismo come contro il comunismo rappresentò, sul serio, una autentica battaglia di civiltà:  tra due mondi  separati. Da un lato la  visione liberale, che innerva l’evoluzione moderna dell’Occidente, dall’altro la visione antiliberale, che accomuna tuttora fascisti e comunisti e altri nemici dell’Occidente.

Lo stesso principio  può perciò  essere esteso al conflitto, mai estintosi,   tra la civiltà  eurasiatica  e   Occidente euro-americano.  Ma anche nei riguardi dell’Islam e di altre civiltà che hanno un’idea della libertà, dell’economia di mercato, delle istituzioni parlamentari, profondamente diversa da una civiltà marittima come quella occidentale.

Allora, si chiederà il lettore, per quale ragione  ci si deve guardare da coloro che  evocano  la  battaglia di civiltà?  

Perché  bisogna fare una distinzione sociologica  di fondo  tra uso interno ed esterno di un principio in sé valido.  

Si prenda lo scontro di ieri al Senato sul Ddl Zan. Per ora sono stati sconfitti sul piano parlamentare  i sostenitori del Disegno di legge  che, come noto,  fin dall’inizio hanno sostenuto la tesi della battaglia di civiltà.

Ecco, a tale proposito,   si leggano le seguenti dichiarazioni di alcuni importanti esponenti politici del Pd e del M5s:

«"Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l'Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un'altra parte. E presto si vedrà. #DdlZan". Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.
"Pensano di aver fatto un dispetto al Pd, hanno fatto uno sfregio all'Italia. #ddlzan", scrive su Twitter il capo delegazione del Pd al governo Andrea Orlando, parlando della bocciatura della legge sull'omofobia.
"Sul ddl Zan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l'orientamento sessuale. Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari". Così in un post il Presidente del M5s Giuseppe Conte» (*).

Risparmio ai  lettori le repliche  della destra. Che, ovviamente, ora che canta vittoria, parla di  moderazione e di forza della ragione. Mentre in realtà  fin dall’inizio anche la destra  ha  sostenuto con pari violenza verbale  la tesi  della battaglia di civiltà, ovviamente  in senso contrario alla sinistra.  

Cosa vogliamo dire?  Che, per citare   Charles de Gaulle, si sta  commettendo  un errore politico clamoroso:  invece di seminare  discordia nel campo nemico, delle altre civiltà che ci sono nemiche, la seminiamo al nostro interno, diciamo in campo amico.

Ci si divide, stupidamente, su questioni secondarie, la cui soluzione è nel progressivo mutamento dei costumi (come è già accaduto  sul tema dell’omotransfobia ), e non su questioni geopolitiche  fondamentali, come la pessima figura in  Afghanistan e  il rabbioso revanchismo islamista.

In Italia, ad esempio,  ci si preoccupa addirittura di  coprire le  nudità di natura storico-artisticadelle statue, per non  offendere l’altrui  sensibilità religiosa.   Per poi  accusarsi reciprocamente   - quindi non  parlo   solo  della  sinistra -   di essere  nemici della civiltà.

Quale civiltà? Sicuramente non quella liberale.  Soprattutto  se la sinistra sfiora il ridicolo,  vergognandosi delle tradizioni artistiche dell’Occidente, e la destra il comico, soprattutto quando celebra  dittatori e  modelli politici  euroasiatici.

Pertanto  l'Italia - ma il discorso andrebbe esteso  all'intera civiltà  occidentale  -  è  profondamente  divisa   all’interno come  all’esterno.  Infatti  l’uso che i politici fanno del principio “battaglia di civiltà” è disastroso.  

Perché, ripetiamo, oltre a diffondere la discordia al nostro interno,  si accetta che il nemico esterno la  diffonda  fin dentro il nostro accampamento per così dire.

Come uscire da questo vicolo cieco?  

Carlo Gambescia    

 

(*) Si veda qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/10/26/ddl-zan-_c2cbef96-0bc4-4c8f-bca0-c09e6a95aac5.html

  
  

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