martedì 19 ottobre 2021

Fascismo e bufale...

 



A suo tempo  abbiamo  letto  libro di Francesco Filippi, storico.  In cui  si smontano bufale e  luoghi comuni sul fascismo: "Mussolini ha fatto anche cose buone", uscito nel 2019 per i tipi di Bollati Boringhieri, poi allegato a "Repubblica", l’anno successivo, nel contesto, come si legge,  di  “un'operazione verità sulle bufale messe in circolazione oltre 70 anni fa dal fascismo” (*).  

Ieri sera Filippi era ospite  del programma  "Che succ3de?"  condotto da Geppi Cucciari, attrice, cabarettista, eccetera, nata Macomer, e  che quindi per arrivare dove è arrivata, qualche qualità possiede.  Stesso discorso per il professor Filippi, un trentino, che ha scritto un libro al quale nessuno aveva pensato prima.  

Sullo sfondo di alcune interviste  a gente comune ( veri esempi da manuale di analfabetismo politico),  lo storico ha risposto  a quattro precisi luoghi comuni sul fascismo; istituzione della sanità pubblica, delle pensioni, bonifiche,  rispetto delle leggi: un  “Dux Checking” secondo la  definizione alla moda  rilanciata  da conduttrice e autori del programma.

Ovviamente, come ben sanno di addetti ai lavori,  Mussolini non inventò un bel nulla,  ma come ogni dittatura  tentò di “comprarsi” gli italiani  approfondendo alcune misure sociali, che grazie alla propaganda fascista e al  porta a porta  generazionale, rappresentano ancora oggi per molti italiani, “ciò che di buono fece il Duce”...

Stupiscono due cose.  

In primo luogo,  che  si riduca l’antifascismo a pillole  ansiolitiche  di storia.  Ma questo è l’atteggiamento tipico della sinistra, che dice di  credere  nella forza dell’educazione e nel valore dell’istruzione.  Purtroppo, gli uomini, non ci stancheremo mai di ripeterlo, al capire preferiscono il credere.  Di qui la  risposta, scontata sotto questo punto di vista,  di  uno degli intervistati, quando  afferma che il fascismo “ha creato le condizioni per una  cultura del rispetto delle leggi”...

In secondo luogo,  si corre il rischio, di rafforzare le tesi contrarie, fasciste.  Perché, ammesso e non concesso, che Mussolini, da vero benefattore dell’umanità avesse all'epoca redistribuito  con larghezza pensioni, sanità, ettari di terra ai contadini, allora il fascismo  sarebbe ancora in tempo  per meritare il Nobel per la Pace, diciamo postumo?  

Il problema di fondo è quello della libertà.  Che non   si può   ridurre  alla fornitura di servizi sociali, al  welfare state:  più servizi, più libertà, anche se governa un dittatore a Palazzo Venezia o al Consiglio Superiore della Sanità.

A riprova dell’approccio materialistico, che  tratta gli uomini come cera da plasmare,  Filippi, facendo il  Dux Checking   riduce  l' omicidio Matteotti al tentativo di chiudere la bocca al deputato socialista riformista su una storia di tangenti che avrebbe  potuto toccare la famiglia Mussolini.  

Basterebbe leggere i discorsi di Matteotti,  per scoprire  che dietro la sua battaglia, ammessa e non concessa la spy story,  c’era una visione  liberale della libertà,  di una libertà, che vedeva a rischio. Che però, i suoi avversari di schieramento (socialisti massimalisti e comunisti), liquidavano come borghese.  Il che ovviamente non significa che Matteotti non fu trucidato dai fascisti. Complice, probabilmente, il silenzio di Mussolini.  Che poi, comunque sia, forte dei suoi scherani,  si assunse alla Camera la responsabilità  morale dell’omicidio.

Se si riduce Matteotti a  giornalista investigativo, ignorando il fatto che il fascismo fu innanzitutto nemico della libertà, si rischia di favorire la tesi  fascista che gli italiani non erano ancora  maturi, eccetera, eccetera. Di qui, il busto di gesso: fascista o welfarista.

Tesi, quando si dice il caso, rispolverata dal Governo Conte, seconda versione (giallo-rossa), quando, durante l’epidemia, qualcuno opponeva  alle chiusure lesive delle libertà costituzionali, il modello svedese, liberale e “aperturista”.

Infatti, che si rispondeva?  E con l’appoggio della sinistra politica e intellettuale, la stessa alla Cucciari  che celebra l'approccio alla  Francesco Filippi ?  Che gli italiani, a differenza degli svedesi, non sono tuttora maturi, eccetera, eccetera.

Quindi, alla fin fine, italiani plasmabili. Ma tutto dipende dal Pigmalione... Capita l’antifona?  

Viva Giacomo Matteotti.

Carlo Gambescia

(*) Qui:  https://www.repubblica.it/robinson/2020/02/13/news/mussolini_ha_fatto_anche_cose_buone-248429778/

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