giovedì 15 dicembre 2022

Forza Marocco, ma con i popcorn…

 


La stampa sportiva italiana è in lutto per la sconfitta ai mondiali del Marocco. Perché meravigliarsi? Media o non media, in Italia si è fatto tifo per la squadra nordafricana.

La questione, culturalmente parlando, viene da lontano. E rimanda al sogno del mussoliniano “lago mediterraneo”, che a sua volta rinvia all’antico mito del Mare Nostrum attribuito agli antichi Romani, che galoppa attraverso i secoli fino alla barzelletta della “Nuova Roma Fascista”: dell’agricoltore-soldato in camicia nera. Roba da tragicomiche finali (come purtroppo fu).

Un mito così persistente al punto di animare, restaurato in 3D anticolonialista,  le politiche terzomondiste dei democristiani di sinistra, dei socialisti e dei comunisti non di obbedienza moscovita. E che ritroveremo anche in Berlusconi, D’Alema, Craxi. Per non parlare della destra post missina e neo missina, oggi incarnata da Giorgia Meloni. Inutile esaminare il fenomeno Cinque Stelle.

Una nube culturale tossica, fortemente impregnata di antioccidentalismo, antiliberalismo, anticapitalismo, che da anni avvolge l’Italia, in termini di umori e reazioni pavloviane, avvelenando perfino il giornalismo sportivo.

Di qui il tifo redazionale per il Marocco. Del resto avversario della Francia di Macron che (giustamente) ci bacchetta. Sempre loro: quei “maledetti” cugini che, per andare ancora più indietro, durante la Terza Repubblica ci soffiarono la Tunisia.

Ovviamente, l’inviato Rai di queste cose non sa nulla, però le ha assimilate con il latte della mamma. Risultato: ieri sera, sembrava che avesse perso la nazionale di calcio italiana. Tutti a piangere.

Questa solidarietà terzomondista resta però calcistica. Diciamo da divano, copertina e popcorn. Perché il “migrante”, ad esempio, continua a non essere ben visto. Insomma, siamo davanti all’ennesima tragicommedia di un popolo ridicolo, quello italiano. Che è tutto e niente al tempo stesso.

Fa tifo per il Marocco, però i marocchini devono stare a casa loro. Insomma, in parole povere, la nostra è una solidarietà ai popcorn…

Carlo Gambescia

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