martedì 29 marzo 2022

La guerra russa all’ Ucraina e le contraddizioni dell’Occidente

 


A mano a mano che i giorni passano emerge la grande contraddizione pacifista dell’Occidente euro-americano, incoerenza che purtroppo ne porta altre con sé.

Procediamo per gradi.

La Russia non ha mai cessato di apprezzare il militarismo (neppure sotto i comunisti), come pure l’idea di fondo che la guerra sia la prosecuzione della politica con altri mezzi. Quindi uno strumento politico come un altro. Senza perdersi in inutili giri di parole.

Diciamola tutta: senza armi atomiche e con l’etica aristocratica, quindi guerriera, ancora viva fino al 1914 negli stati maggiori europei (si veda l’ ottimo libro di Arno Mayer), la guerra generale sarebbe già scoppiata da un pezzo. Varsavia e Trieste sarebbero già cadute. E Berlino, sul punto di cadere. Quanto meno in una prima fase. Prima dell’arrivo dei “nostri”, gli americani. Vecchio copione novecentesco, insomma.

Pertanto, anche se suona in modo paradossale, alla dottor Stranamore (stereotipo divertente che però aiuta i nemici, mai dimenticarlo…), le armi atomiche sono uno strumento di pace, perché impediscono, su un premessa di catastrofe, la guerra generale. Perciò il vecchio Kissinger, che l’anno prossimo spegnerà la centesima candelina (gli dei lo benedicano), aveva ragione. Gi arsenali atomici aiutano la pace, o comunque consentono di evitare le guerre generali. Come del resto è andata, per decenni. Concludendo, i pacifisti hanno torto marcio. Se vuoi la pace, preparati alla guerra, punto.

E qui veniamo alla contraddizione di fondo dell’Occidente. Quale? Che non vuole fare la guerra, per ragioni umanitarie, ma al tempo stesso non riesce a mantenere la pace, proprio perché non vuole fare la guerra.

Si noti subito una cosa. È di ieri. La Russia, senza tanti giri di parole, ha giustamente definito, le nazioni che applicano le sanzioni economiche antirusse come belligeranti.

L’ Occidente invece gioca a nascondino. Ha paura di chiamare le cose per ciò che sono. La cosa più stupida e soprattutto autolesionista è la contraddizione – un’altra ancora – fra la dinamica a spirale degli insulti umanitari, anche se in effetti Putin, che spara sui civili, è un criminale di guerra, e il mantra degli Stati Uniti e dell’ Europa  sul rifiuto di  entrare in guerra con la Russia.

A che porta tutto ciò? Alla progressiva distruzione del tessuto economico e civile dell’Ucraina, che per carità resiste e lotta coraggiosamente, ma tra macerie che diventano ogni giorno più imponenti.

È vero che la Russia, militarmente parlando, ha mostrato lacune. Ma la guerra all’ Ucraina può durare a lungo, mesi, forse anni. A che prezzo per gli ucraini? E soprattutto per l’Europa e per l’Occidente, da due anni economicamente in affanno. Per capirsi: seppure non siamo ufficialmente in guerra con la Russia, l’economia si comporta come se lo fossimo. Non si dimentichi, tra l’altro, l’impatto prossimo venturo sulle finanze pubbliche di milioni e milioni di profughi ucraini, che non possono non essere accolti.

Insomma, non si vuole fare la guerra, e non si riesce nemmeno a fare la pace. Come pure, in precedenza (tempo c’è stato) non si è riusciti a evitare l’aggressione dei russi, ovviamente sicuri, o comunque abbastanza certi, di trovarsi davanti i soliti mollaccioni della Nato.

Fermo restando il pericolo, per una qualsiasi ragione anche non intenzionale, dell’improvvido ricorso alle armi nucleari. I russi, che credono convintamente nel militarismo, potrebbero avere il grilletto facile. O comunque, per così dire, impugnare l’arma senza sicura. Come del resto gli Stati Uniti, ma per la ragione opposta: l’antimilitarismo.

Non sono forse retti da un presidente che, sebbene non sia il primo, di politica internazionale, come di guerra, non capisce nulla? E commette gaffe su gaffe con la mano sul cuore, evocando, ogni volta, il bene dell’umanità?
Probabilmente esageriamo (perché non è linguaggio da analisti), però se Putin è un criminale di guerra, Biden è un imbecille.

Con una differenza, che Putin condivide, a torto o ragione, l’etica della guerra, Biden l’etica della pace, che però gli impedisce di fare la guerra, favorendo Putin, che invece va dritto per la sua strada. Senza escludere – attenzione – il rischio per entrambi, ma per ragioni opposte, di scatenare la guerra atomica.

Su queste gravi contraddizioni di fondo, si gioca, purtroppo, il destino dell’Occidente e del mondo intero.

Carlo Gambescia

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