giovedì 24 marzo 2022

Soldati dell’Occidente

 


Un mese fa la Russia invadeva l’Ucraina, un paese civile, moderno, sviluppato, 42 milioni di abitanti. Evocando telegraficamente ragioni storiche e di potenza: “Gli ucraini sono russi, stop, rientrano nella sfera geopolitica russa, stop, guai a chiunque interferisca, stop”.

In realtà, la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è densa di conflitti e coabitazioni forzate. Inoltre l’Europa orientale non guarda all’Occidente con ammirazione per la prima volta. E poi gli equilibri politici e storici evolvono. E se proprio la si deve dire tutta, la moderna storia europea è la storia dell’ estensione dei valori politici, economici, civili del liberalismo a tutto il mondo, cominciando dalla Rivoluzione americana. Ecco, per inciso, perché si parla di valori euro-americani.La civiltà è Atlantica o non è.

Perciò uno storico contesterebbe facilmente le idee di Putin. Però il punto non è questo. La questione, prima che alla geopolitica, rinvia al rifiuto della modernità culturale. O meglio della modernità civile e politica incarnata dall’Occidente euro-americano.

Infatti, per quanto riguarda la modernità economica e tecnologica, i russi fin da Pietro il Grande hanno condiviso nella speranza di moltiplicare le proprie forze materiali, ma in un vuoto ideale, politico e civile, di grande arretratezza. Mai colmato. Si potrebbe parlare di modernismo reazionario, o meglio ancora di tradizionalismo cingolato. Che ora vede, per così dire, alla sua guida Putin: incarnazione transeunte di un rifiuto metastorico del liberalismo.

Di conseguenza, come si può capire, in Ucraina si combatte una battaglia che in linea ideale dovrebbe essere anche nostra, anzi soprattutto nostra, di occidentali: da un lato la modernità dall’altro la tradizione, armata però di armi modernissime. In sintesi: un mese fa è stata attaccata a colpi di cannone la modernità.

Il che spiega il putinismo, più o meno manifesto, delle destre europee. Questo schieramento scorge nella modernità solo valori di sinistra e per contro nella Russia di Putin l’incarnazione dei valori della tradizione. Per semplificare, forse troppo, per costoro la Russia difende i valori, sacri alle destre, del “Dio, Patria e Famiglia”.

Che poi, le frange estreme, neofasciste e neocomuniste, si siano divise tra le due parti, addirittura come combattenti, è cosa che riguarda sporadiche minoranze, poche migliaia di individui, rimasti fermi alla Guerra Fredda, il pendant micro-culturale dell’ultimo conflitto mondiale, privo di qualsiasi importanza.

Ovviamente, soprattutto in Occidente, come impongono le regole della propaganda, non si evoca la tradizione apertamente, come nel caso dell’ingenuo Patriarca russo, ma ci si nasconde sotto il manto del pacifismo e del rischio della guerra atomica. Si arriva addirittura al punto di asserire che si deve far vincere Putin per salvare la pace, sacrificando così quarantadue milioni di ucraini. Ottimo esempio di realismo politico criminogeno.

E qui va fatta una notazione importante. L’Occidente, soprattutto quello di sinistra, che difende in qualche modo l’Ucraina, non ha più il coraggio delle proprie idee. Si è tramutato, come si è potuto osservare durante l’epidemia, pardon la pandemia (ma il processo risale alla nascita del welfare state), in una organizzazione assistenziale, con forti inclinazioni autoritarie, che ai valori della libertà, che hanno fatto grande l’Occidente, ha sostituto quelli della sicurezza sociale, che invece rinviano alla sua decadenza: alla nascita di un individualismo protetto, l’esatto contrario dell’individualismo eroico che ha animato i coloni, i marinai, i soldati, gli ufficiali, gli imprenditori, perfino i corsari e i missionari. Insomma tutti coloro che hanno in qualche modo contribuito a diffondere la modernità occidentale. Semplificando al massimo: al “corsaro”, che correva i mari, ora si è sostituito il “burocrate” della Azienda Sanitaria locale.

Il che, per dirla alla buona, non aiuta. Anzi…

Perché non ci si può battere e nemmeno pensare di farlo, se non si è consapevoli delle proprie ragioni ideali e materiali, che poi si condensano in una sola: la difesa delle conquiste della modernità occidentale. Che poi questi valori, siano oggi difesi, tra l’altro fiaccamente, da politici welfaristi come Biden, Macron, eccetera, è un amaro boccone, che chi scrive, deve mandare giù. Che dire? Gli uomini passano, i valori restano… Speriamo sia così… Come dicevamo, la civiltà è Atlantica o non è…

Concludendo, non sappiamo come finirà: gli ucraini, probabilmente grazie anche ai nostri aiuti militari, combattono da un mese come leoni. Non sono mercenari, come qualche penna di Putin, senza provare vergogna, osa definirli.

Gli ucraini in questo momento sono i soldati dell’Occidente. Muoiono per noi. Onoriamoli, non solo a parole.

Carlo Gambescia

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