Unioni civili, oggi il voto di fiducia
È la democrazia, bellezza!
La vicenda
politica e parlamentare delle unioni civili è un buon esempio di dove può
condurre l’intreccio tra calcolo politico, dinamiche sociali, questioni morali e di coscienza. Spieghiamo perché.
Qual è il punto di fondo? Semplificando al massimo, che alcune forme di famiglie di fatto,
non per propria scelta, chiedono la
parificazione giuridica. Sul piano del diritto il
ragionamento non fa una piega.
Su quello morale, ovviamente
le posizioni possono essere diverse. Dal momento che l’idea di parificazione,
inevitabilmente divide le persone in base al rispettivo giudizio sociale, negativo o
meno, sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Su
quello coscienziale, le posizioni si fanno ancora più complicate, perché, individualmente, ad esempio, si può essere
favorevoli alle unioni civili, ma non alla stepchild adoption. Quindi esprimersi con un sì o un no, diventa un vero e proprio dramma personale.
Diciamo
che dal punto di vista sociologico,
assistiamo allo scontro: fra la logica dell’eguaglianza giuridica,
portata avanti in termini di diritto
positivo; la logica sociologica della diversità, che rinvia a valori e costumi sociali differenti o comunque in
trasformazione, e dunque fonte di conflitto; la logica individuale, ossia il
conflitto interno alle coscienze di coloro che sono meno permeabili ai
processi emulativi e alle logiche competitive.
Se
lo stato della questione, dal punto di vista sociologico, è quello che abbiamo
descritto, ossia magmatico (come del resto ogni processo sociale, che, detto per inciso, è sempre
allo stato “liquido”, a prescindere dalle boutade
di Bauman), allora la decisione del
Governo Renzi di procedere a colpi di fiducia può essere definita assolutamente sbagliata.
Renzi,
infatti, guarda soltanto al lato
politico della questione, ovvero alla
possibilità di presentare, una volta approvata (e non importa come), la legge sull’unioni civili come un
successo politico da sfruttare elettoralmente. Sicché, per ragioni schiettamente politiche, Il Presidente del Consiglio schiaccia, passandovi sopra come un carro armato, il principio della libertà di coscienza.
Però, che pensare, di cosa accade sull’altro fronte politico? Di un Marchini candidato a Sindaco di Roma? Che trincerandosi dietro la normativa attuale, dichiara di non poter celebrare i “matrimoni gay", solo per guadagnare qualche voto? È la democrazia bellezza! Tocqueville docet.
Però, che pensare, di cosa accade sull’altro fronte politico? Di un Marchini candidato a Sindaco di Roma? Che trincerandosi dietro la normativa attuale, dichiara di non poter celebrare i “matrimoni gay", solo per guadagnare qualche voto? È la democrazia bellezza! Tocqueville docet.
A
questo proposito, un’ultima osservazione, di tipo strettamente politico, quindi
opinabile per chi la pensi diversamente. Purtroppo, siamo dinanzi a un altro esempio di profonda diversità, per
così dire, tra la logica della democrazia che procede a colpi di maggioranze, e
la logica liberale che difende e promuove i diritti dei singoli, ma nel
rispetto della libertà di coscienza Pertanto,
Renzi e Marchini, tutto sono, fuorché liberali. Meditate gente, meditate.
Carlo Gambescia
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