Religione, etica e società al tempo di Francesco
Un
problema trigonometrico
di Antonio Dentice d'Accadia
Quasi un
preambolo…
La prospettiva dell’etica cristiana letta nel
rapporto tra etica laica e realtà contemporanea (negli aspetti religiosi,
quotidiani e politici) è un fatto assai sensibile d’una certa variabilità
percettiva. Spesso il problema si caratterizza in un maelstrom nebuloso, strutturato in declinazioni purtroppo facili
all’amorfismo o, viceversa, a rigide iper-sintesi tout court.
Ogni
verifica dovrebbe appropriarsi d’un tatto formale e terminologico, quanto d’una
affilata analisi, spietata soprattutto verso essa stessa nel definire i mezzi
di studio e i modi attuativi.
Nel
preambolo qualificativo poniamo: la scienza (sacra e non), come ricerca del
vero; la politica, come arte del governo; l’economia, come ricerca dell’utile;
e l’etica, come atto del discernimento. Lo studio necessariamente veste degli
attributi etici (d’una qualsiasi forma) e attraverso essi spazia in un vasto
quadro, tra crisi dei valori e rinnovamenti.
La
sociologia paretiana poneva il distinguo tra valori, valori ritenuti tali,
forme novelle e l’accanimento terapeutico nel tentativo del ripristino di idee
ormai transitate. La domanda parrebbe essere: cosa rimane?
La tradizione
dell’Occidente
L’Occidente ha una tradizione cristiana divisa e
metabolizzata nelle varie ramificazioni d’un albero millenario in virtù
dell’autenticità del Logos (tale
poniamo). Radicali trasformazioni sono avvenute, sono tutt’oggi e saranno in
futuro. Perché la storia le impone, noncurante di intenzioni cristallizzanti e
ignoranti un fatto primario: la stessa cristallizzazione altro non era che
forma ex-novo d’una precedente trasformazione.
Nel
processo sublimante (o inversamente, nella deposizione) l’equivalente del Logos consisterà nella stessa natura
del processo, tra rigidità e fluidità concettuali (a seconda del momento).
Pretendere una fissità fasica, confondendola colla totalità sistemica,
porterebbe all’interruzione del messaggio evangelico (fattispecie del
trascendente). Da qui gli attriti anche in seno alla Chiesa, tra rinnovamento
alla luce dell’importanza sostanziale, tensioni conservatrici e vie
mediane.
Il
processo tra differenti stati qualitativi, nello specifico nel frazionamento
tra umanità e messaggio evangelico, è pensabile come deposizione tra stato
aeriforme e materia solida. Il Logos
si rende a propria volta pensabile come pioggia la cui generazione nuvolare è
invisibile all’occhio nudo, ma dagli effetti meno invisibili nel nutrire il
terreno seminato e infine: «Porta frutto»,
visibilità.
Logos, etica
religiosa e storia
Dal Logos
all’etica religiosa, che fisiologicamente s’impone nel tessuto sociale ad esso
collegato da un rapporto interdipendente. L’uno si esplicita (si offre) e
l’altro ne possibilizza l’atto. In quest’accettazione l’etica religiosa concrea
l’etica sociale in senso ampio, quindi l’etica politica e l’etica economica.
Il
problema sorge al setaccio del grado di variabilità storico-geografica di
quest’etica religiosa e delle proprie derivazioni. Una fede può essere protesa
tra due opposte estremità. La prima estremità determinante dilatazione dei
principi nell’incontro ecumenico colle altre fedi, siano esse tangenti o
secanti. L’altra estremità tendenzialmente determinante contrazione dei
principi, rivolgendoli in sé.
Al primo
polo abbiamo gli “ecumenisti” e al secondo l’ala “conservatrice”, una
persistenza aggregativa volente maggior grado di fissità – se non nel sistema –
almeno nella formalizzazione dei principi (che è diverso dal definire “i
principi in quanto tali”). I primi accusati nell’ipotesi dell’evanescenza e i
secondi nel pericolo dell’inadattabilità, probabilmente preoccupazione dell’attuale
pontificato.
Se il Logos è formalizzabile invariabile,
l’etica religiosa che ne deriva è per contrapposizione sensibile a grandi (e
relativi) metamorfismi. Ricordiamo la culla giudaica, poi le realtà
protocristiane, la paolina, l’incontro ed il sincretismo colle realtà
mediterranee ed italiche. La manifestazione sociale del messaggio evangelico
prosegue quindi tra dilatazioni e contrazioni, rimanendo tale e affidata alla
misura valutativa di coloro che ne guidano il percorso. E’ la storia che procede
ingoiando i decenni e masticando i secoli, col “già digerito” che diventa
(quasi) assiomatico.
Messaggio
evangelico e organicità teologica
Volendo indagare l’entità dei valori contenuti
nell’etica religiosa sono immediatamente individuabili alcune categorie di
sottoinsiemi (in relazione tra esse): dottrina, ecumenismo, nuovo dialogo
pontificio e realtà percepite dai fedeli diversamente stratificati.
Tentiamo
di distinguere il messaggio evangelico dal corollario derivante: la realtà di
Cristo, Cristo unigenito del Padre e l’idea di una fratellanza cristiana
delineata dai concetti di amore e perdono. E’ a causa dell’immediatamente percepito, ad esempio, che in estremo Oriente la
figura di Cristo è spesso associata al Buddha, nell’idea della perpetua
serenità e compassione.
Rispetto
a molte fedi il Cattolicesimo, in quanto teocrazia elettiva, ha la
particolarità di una precisa organicità teologica. Questa organicità nel corso
della storia ha definito una certo controllo delle dilatazioni.
Gli
ultimi due pontificati, con diverse modalità, hanno dovuto fare i conti con
vecchie e inedite crisi, col collasso dei sistemi e soprattutto con le
problematiche interne. Il peso dei secoli è evidente, è chiaramente percepito.
Questo fatto è facilmente visibile nel susseguirsi tra Papa Giovanni Paolo II,
Benedetto XVI e Francesco I. E’ sufficiente questa particella temporale
(2005-2013) per intendere gli effetti della maggior dicotomia tra
contrazione/dilatazione etica al tempo della globalizzazione.
Una
lettura trigonometrica
Principi, etica e società. La questione può
essere letta nella forma di un problema trigonometrico: dati tre elementi,
determiniamo gli altri segmenti e angoli. I tre elementi sono esprimibili nelle
forme dei principi cristiani, dell’etica religiosa (che ne deriva) e della
successiva etica sociale (interconnessa alla seconda).
Al
centro dei principi cristiani abbiamo il Logos.
Nel secondo elemento, l’etica religiosa, abbiamo la variabilità nella storia
(quindi “della” storia). Nell’etica sociale abbiamo invece la proporzionalità
diretta o inversa (a seconda dei periodi) col secondo elemento.
Ciò
disegna un doppio rapporto svolgentesi sull’asse del divenire, colle
problematiche supplementari delle possibili simmetrie ecumeniche, dalle
rotazioni e dalle traslazioni determinate dalla variabilità del secondo e del
terzo elemento.
Da un
punto di vista strettamente cristiano la bussola all’interno di questo enorme e
complesso quadro storico-sociale dovrebbe consistere nella fedeltà alla propria
natura. Ovvero, nel corso delle trasformazioni ricercare la possibilità della
contemporaneità tra valori costanti e fluidità parametrica.
Fissato
un punto (il Logos al centro emanante
i principi), riuscire ad esprimere le trasformazioni nell’ordine delle
simmetrie radiali, garantendo quella costanza del fondamentale. Fondamentale,
che alla prova d’ogni vicissitudine storico-geografica saprà rimanere fedele a
se stesso e, di conseguenza, al sacro.
Per non
concludere…
L’indagine non garantisce necessariamente un
diritto (o un obbligo) solutivo, bensì la semplice esistenza di una ricerca
compartecipata nella finalità dell’autentica riflessione. Sarebbe folle pensare
il contrario.
Tuttavia, la riflessione se assunta nel senso delle scienze fisiche può
cercare reciprocità tra fenomeno riflessivo e fenomeno dell’assorbimento. Il
primo convoglia la luce del trascendente, la trasmette,
la comunica (Logos) e la racconta in
forma comprensibile… quindi assorbibile.
Il secondo fenomeno è quello della fede, che assimila la luminosità e
(almeno in un primo momento) la trattiene.
Nei mutamenti sociali, nell’ordine delle
simmetrie radiali, diventa importante la contemporaneità tra futuro storico e
verità dell’intimità individuale nel rapporto col Logos.
Antonio
Dentice d’Accadia
Antonio Dentice
d'Accadia (Caserta, 25 Luglio 1983) è un saggista, conferenziere ed il
principale biografo e studioso dell'economista Giuseppe Palomba. E' autore di
opere di filosofia economica, di metafisica, di sociologia e di indagine alla
poetica nel rapporto tra Weltanschauung e Vision. Ha scritto anche articoli
sull'arte figurativa e collabora in ricerche storiche.
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