La scomparsa di Marco Pannella
Perché non possiamo non dirci pannelliani
Marco Pannella (1974) Fonte: http://www.reteagatergon.com/2010/05/17/un-esempio-di-lotta-e-liberta-laura-arconti |
Una volta che la
gigantesca onda di melassa mediatica di queste ore sarà passata, che cosa resterà del lider màximo radicale? Si può parlare di eredità politica? Forse, ma in senso diffuso (come vedremo più avanti). E di metodo? Sì. Soprattutto se pensiamo ai mitici scioperi
della fame, metodo di lotta , a dire il vero solo apparentemente non violento, dal momento che la violenza (si tratta comunque di un atto costrittivo), viene esercitata
non contro gli altri, ma contro se
stessi. E ci vuole ancora più fegato. Siamo dinanzi all’individuo che, liberamente, mette in gioco la propria vita. Certo, i soliti malevoli diranno che Pannella
smetteva di digiunare sempre un minuto prima… E sia. Nessuno è perfetto.
Il
che però ci riporta all’individualismo puro, di cui il leader radicale resta l'assoluto portabandiera, in un' Italia dove gli individui "tengono" sempre famiglia: per lo Stivale, si potrebbe parlare di individualismo azzeccato o spurio. Pannella liberale, libertario, anarchico? Sono etichette…. Ciò che non va mai dimenticato quando si
parla di lui, è l’odio nutrito da comunisti e cattolici nei suoi riguardi, cartina tornasole di un individualismo puro estraneo a qualsiasi tipo di chiesa: Pannella non era di destra né di sinistra. Di qui la
sua impoliticità, spesso non compresa da coloro che lo liquidavano o come un “frogio”
di sinistra, o come un “nemico dei lavoratori” al servizio della
destra economica. L'approccio al pensiero di Panella (e quindi alla sua eredità "politica") non può che essere apofatico: si può dire ciò che Pannella non era. E non era, come detto, un azzeccato. Sicché, tutti coloro, liberali
o meno, che non si riconoscono nella logica gruppale degli azzeccati storici (comunisti, fascisti, democristiani)
o transeunti ( berlusconiani, grillini, e così via) non possono non dirsi pannelliani.
Ci sono oggi in giro individualisti puri del suo calibro? O meglio della sua tempra? No. E il partito radicale? Che ne sarà dell’ unico amore vero di tutta la sua vita? Della sua sola tentazione azzeccante? Come tuttora in India capita alle vedove, il partito radicale finirà, nolente o volente, per salire sulla pira.
Ci sono oggi in giro individualisti puri del suo calibro? O meglio della sua tempra? No. E il partito radicale? Che ne sarà dell’ unico amore vero di tutta la sua vita? Della sua sola tentazione azzeccante? Come tuttora in India capita alle vedove, il partito radicale finirà, nolente o volente, per salire sulla pira.
Carlo Gambescia
Mi sono ripromesso di non parlare di Pannella... almeno per gli stessi motivi per cui tu al contrario ne parli. Però il tuo post è molto interessante. Il punto che cogli perfettamente è quello dell’individualismo. Estraneo alle chiese, è vero, ma con effetti altrettanto chiesastici. Impolitico assoluto? Sì, ma con effetto altrettanto assolutamente politici. E tra questi ci sono alcune azioni che, per effetti e conseguenze sulla natura dei conflitti politici in democrazia, o meglio nella versione italiana della democrazia, che non so quanto sia vicina alla democrazia in quanto tale, ammesso che ne esista una, hanno portato cattivi stravolgimenti e trasformazioni altrettanto negative. L’uso dei referendum, per esempio. Stravolto, fino all’annullamento del loro significato istituzionale. Pannella, non ha caso, non mi pare abbia mai proposto una legge organica di modifica costituzionale dell’istituto. Segno che per il suo attivismo, la situazione andava bene così. Vale a dire: faccio il referendum per ottenere dagli altri un legge a cui la mia rappresentanza politica, esigua, non mi permette di fare. Quindi: solito vizio italico dell’eterogenesi dei fini. Una sorta di sindacalismo legislativo, attuato on il potere di interdizione rappresentato dall’uso del referendum come strumento di democrazia diretta all’interno di una democrazia rappresentativa. La quale già che di suo si concepiva come imperfetta, claudicante e impotente, non gli è parso vero che qualcuno gli pulisse l’orizzonte della sua, vera o presunta, arretratezza. Potrei andare avanti, ma credo che basti questo per farti capire come la penso.
RispondiEliminaUn salutone.
Riccardo De Benedetti
Emendo subito l’errore: non a caso!!!!! Scusa.
RispondiEliminaGrazie Riccardo. Anche tu cogli un punto molto interessante, che va oltre Pannella e il mio "coccodrillo". Quello della politicità delle azioni impolitiche. Che, più in generale, rinvia ai cosiddetti effetti inintenzionali delle azioni sociali (e individuali): tema appassionante, lontano dal trovare una soluzione (seppure esiste). E che va ben oltre il "vizio italico" cui tu accenni giustamente. Che dirti? Pannella, semplificando al massimo, antesignano del grillismo? Forse. Anche se il giudizio sugli effetti inintenzionali - e qui ti rinvio al mio Tolstoj - cambiano secondo il credo di ogni generazione e in base al punto di vista di chi osserva. Sotto questo aspetto, potrei risponderti che Pannella non è mai stato dalla parte di giudici e del giustizialismo. E qui non c'è effetto inintenzionalità... E men che meno grillismo di ritorno. Ma probabilmente è la mia opinione. Però, in effetti, ribadisco, hai colto un aspetto molto stimolante. Ricambio il salutone.
RispondiEliminaCapirai, Riccardo. Non me ne ero neppure accorto :-) Si scrive e si risponde di fretta :-) Un abbraccio!
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