giovedì 19 maggio 2016

La scomparsa di Marco Pannella
Perché non possiamo non dirci pannelliani

Marco Pannella (1974) Fonte: http://www.reteagatergon.com/2010/05/17/un-esempio-di-lotta-e-liberta-laura-arconti


Una volta che la  gigantesca onda di  melassa mediatica di queste ore sarà passata, che cosa resterà del lider màximo radicale?  Si può parlare di eredità  politica?  Forse, ma in senso diffuso (come vedremo più avanti). E  di  metodo? Sì.  Soprattutto se pensiamo  ai mitici scioperi della fame, metodo di lotta , a dire il vero solo apparentemente non violento,  dal momento che la violenza (si tratta comunque di un atto costrittivo),  viene esercitata non contro gli altri,  ma contro se stessi. E ci vuole ancora più fegato. Siamo   dinanzi  all’individuo che, liberamente,  mette in gioco la propria vita.   Certo,  i soliti malevoli diranno che Pannella smetteva di digiunare sempre un minuto prima…  E sia.  Nessuno è perfetto.
Il che però ci riporta all’individualismo puro,  di cui  il  leader radicale  resta l'assoluto  portabandiera,   in un' Italia dove gli individui  "tengono" sempre famiglia: per lo Stivale, si potrebbe parlare di individualismo azzeccato o spurio.   Pannella liberale, libertario, anarchico?  Sono etichette…. Ciò che  non va mai dimenticato quando si parla di lui,  è l’odio nutrito da comunisti e cattolici  nei suoi riguardi,  cartina tornasole di un individualismo puro estraneo a qualsiasi tipo di chiesa:  Pannella  non era di destra né di sinistra.  Di qui la sua impoliticità, spesso non compresa da coloro che lo liquidavano o come un “frogio” di sinistra, o come  un “nemico dei lavoratori” al servizio della destra economica. L'approccio al pensiero di Panella (e quindi alla sua eredità "politica")  non può che essere  apofatico: si può dire ciò che Pannella non era. E non era, come detto,  un azzeccato. Sicché, tutti coloro,  liberali o meno, che non si riconoscono nella logica gruppale degli azzeccati storici (comunisti, fascisti, democristiani) o transeunti ( berlusconiani, grillini, e così via)   non possono non dirsi  pannelliani.
Ci sono oggi  in giro individualisti puri del suo calibro? O meglio della sua tempra?  No. E il partito radicale?  Che ne sarà dell’ unico amore vero  di tutta la sua vita?  Della sua sola tentazione azzeccante?  Come tuttora  in India capita alle vedove, il partito radicale  finirà, nolente o volente, per salire sulla  pira. 

Carlo Gambescia
                                 

4 commenti:

  1. Mi sono ripromesso di non parlare di Pannella... almeno per gli stessi motivi per cui tu al contrario ne parli. Però il tuo post è molto interessante. Il punto che cogli perfettamente è quello dell’individualismo. Estraneo alle chiese, è vero, ma con effetti altrettanto chiesastici. Impolitico assoluto? Sì, ma con effetto altrettanto assolutamente politici. E tra questi ci sono alcune azioni che, per effetti e conseguenze sulla natura dei conflitti politici in democrazia, o meglio nella versione italiana della democrazia, che non so quanto sia vicina alla democrazia in quanto tale, ammesso che ne esista una, hanno portato cattivi stravolgimenti e trasformazioni altrettanto negative. L’uso dei referendum, per esempio. Stravolto, fino all’annullamento del loro significato istituzionale. Pannella, non ha caso, non mi pare abbia mai proposto una legge organica di modifica costituzionale dell’istituto. Segno che per il suo attivismo, la situazione andava bene così. Vale a dire: faccio il referendum per ottenere dagli altri un legge a cui la mia rappresentanza politica, esigua, non mi permette di fare. Quindi: solito vizio italico dell’eterogenesi dei fini. Una sorta di sindacalismo legislativo, attuato on il potere di interdizione rappresentato dall’uso del referendum come strumento di democrazia diretta all’interno di una democrazia rappresentativa. La quale già che di suo si concepiva come imperfetta, claudicante e impotente, non gli è parso vero che qualcuno gli pulisse l’orizzonte della sua, vera o presunta, arretratezza. Potrei andare avanti, ma credo che basti questo per farti capire come la penso.
    Un salutone.

    Riccardo De Benedetti

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  2. Emendo subito l’errore: non a caso!!!!! Scusa.

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  3. Grazie Riccardo. Anche tu cogli un punto molto interessante, che va oltre Pannella e il mio "coccodrillo". Quello della politicità delle azioni impolitiche. Che, più in generale, rinvia ai cosiddetti effetti inintenzionali delle azioni sociali (e individuali): tema appassionante, lontano dal trovare una soluzione (seppure esiste). E che va ben oltre il "vizio italico" cui tu accenni giustamente. Che dirti? Pannella, semplificando al massimo, antesignano del grillismo? Forse. Anche se il giudizio sugli effetti inintenzionali - e qui ti rinvio al mio Tolstoj - cambiano secondo il credo di ogni generazione e in base al punto di vista di chi osserva. Sotto questo aspetto, potrei risponderti che Pannella non è mai stato dalla parte di giudici e del giustizialismo. E qui non c'è effetto inintenzionalità... E men che meno grillismo di ritorno. Ma probabilmente è la mia opinione. Però, in effetti, ribadisco, hai colto un aspetto molto stimolante. Ricambio il salutone.

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  4. Capirai, Riccardo. Non me ne ero neppure accorto :-) Si scrive e si risponde di fretta :-) Un abbraccio!

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