giovedì 12 maggio 2016

Cartelle esattoriali alle vittime del Bataclan
Anche gli eroi per caso, 
devono pagare le tasse?




Talvolta  il diavolo è nei dettagli…  O comunque,  il caso  particolare - ad esempio,  una breve nota di agenzia - può ricondurre al generale.  E spiegare il senso del tutto,  per dirla  con Aristotele, padre (anche)  di quella  logica induttiva,  poi perfezionata dai moderni.  
Qual è il particolare che ha attirato la nostra attenzione?  Che i familiari di alcune vittime del Bataclan,  dopo aver ricevuto notifica delle tasse in scadenza a nome dei loro cari, morti il 13 novembre 2015, non vogliono, come invece impone  la retorica welfarista, fare il proprio dovere. Non vogliono pagare, insomma.  E per quale motivo?  Lasciamo la parola agli interessati.

« "Abbiamo già abbastanza spese e sofferenze rispetto a quello che viviamo ogni giorno. Bisognerà guardare le cose molto da vicino affinché si possa ottenere una risposta in questo senso, vale a dire un esonero delle tasse", dice la madre di una giovane vittima, Patricia Correia, ai microfoni di BFM-TV. Per Emmanuel Domenach, vicepresidente di un'altra associazione legata al massacro del Bataclan, "queste persone non sono morte per la loro attività o la loro età. Sono morte per la Francia (....) E forse la Francia deve loro qualcosa"» 


Notevole. Da un parte c’è la macchina burocratica di uno stato,  inarrestabile, che vuole, a prescindere, come Shylock,  la sua  libbra di carne.  Dall’altra, persone che, guardandosi bene  dal discutere  la logica perversa  del welfare (più servizi, più tasse), logica che infierisce non solo dalla nascita alla tomba, ma perseguita  fin nella fossa,  implorano   “l’esonero”, adducendo  motivi patriottici.  Di ritorno. Contenti loro.
Ora, quel che è accaduto al Bataclan e dintorni,   resta qualcosa di  terribile.  Però ciò  che merita una  riflessione è il combinato disposto (welfarista)  tra  stato che impone un dovere  è  cittadino che chiede di essere esentato.  Non desideriamo entrare nella casistica avvocatesca e  previdenziale   sulla natura delle pensioni di guerra, del  trattamento fiscale dei congiunti dei soldati caduti in guerra, delle vittime civili dei bombardamenti eccetera, eccetera.   Alla fine, probabilmente una soluzione tecnica si troverà e quelle cartelle verranno annullate.  Come è moralmente giusto che sia. 
Però resta un fatto, che le vittime  erano  privati cittadini:  persone, che volevano solo divertirsi, morte per colpa di un potere pubblico che non ha saputo difenderle, secondo una tradizione (sui compiti minimi dello stato) che risale, per  i moderni, al grande Adam Smith.  
Di questo si dovrebbe parlare del principio, per così dire,  ante rem: di come il potere pubblico non sia stato capace di  assicurare l'ordine pubblico interno e la difesa da possibili aggressioni esterne. E non di pelose esenzioni, post rem, che lo stato dovrebbe ora concedere dall’alto della sua benevolenza post-patriottica. Le autorità francesi, nonostante le avvisaglie, avevano sottovalutato il pericolo, eccetera, eccetera.  Qui la loro colpa: ce ne sarebbe, forse,  per una causa:  pensiamo a quelle battaglie, anche giudiziarie, di tipo libertario, molto americane, di richiesta di danni da parte di privati contro lo stato.  E invece  siamo in Francia,  dove la società civile, statalista per eccellenza, continua a dire che non c’è nessuna guerra in corso, tutto è normale eccetera, eccetera. Quindi anche le tasse? Pare di sì. Al massimo, una piccola esenzione...
Del resto,  ancora oggi, le autorità politiche francesi -  Hollande in testa (un socialista, quando si dice il caso) -  sembrano ridurre "la guerra al terrorismo" islamista,  al livello di un’operazione di polizia interna e internazionale. Insomma, tout va très bien, madame la marquise...
Cosa aggiungere? Che,  per risalire dal particolare all’universale, siamo dinanzi a un classico caso di individualismo protetto: frutto avvelenato della cultura welfarista.  Non diritti ma esenzioni… Come dire, privilegi.  E lo stato benevolo (si fare per dire) incoraggia questa forma di individualismo dimezzato,  perché così  può  dividere in fasce economiche i  cittadini, tassarli, esentarli, e, sempre e comunque, comandarli a bacchetta.
E quei poverini  del Bataclan?  Sono certamente eroi, ma  per caso.                 
    

 Carlo Gambescia

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