Cartelle esattoriali alle vittime del
Bataclan
Anche gli eroi per caso,
devono pagare le
tasse?
Talvolta il diavolo è nei dettagli… O comunque, il caso particolare - ad esempio, una breve nota di agenzia - può
ricondurre al generale. E spiegare il senso del tutto, per dirla con Aristotele, padre (anche) di quella logica induttiva, poi perfezionata dai moderni.
Qual
è il particolare che ha attirato la nostra attenzione? Che i familiari di alcune vittime del Bataclan, dopo aver ricevuto notifica delle tasse in scadenza a nome dei loro cari, morti il 13 novembre 2015, non vogliono, come invece impone la retorica welfarista, fare
il proprio dovere. Non vogliono pagare, insomma. E per quale motivo? Lasciamo la parola agli interessati.
« "Abbiamo
già abbastanza spese e sofferenze rispetto a quello che viviamo ogni giorno.
Bisognerà guardare le cose molto da vicino affinché si possa ottenere una risposta
in questo senso, vale a dire un esonero delle tasse", dice la madre di una
giovane vittima, Patricia Correia, ai microfoni di BFM-TV. Per Emmanuel
Domenach, vicepresidente di un'altra associazione legata al massacro del
Bataclan, "queste persone non sono morte per la loro attività o la loro
età. Sono morte per la Francia
(....) E forse la Francia
deve loro qualcosa"»
Notevole. Da un parte c’è la macchina
burocratica di uno stato, inarrestabile, che vuole, a prescindere, come
Shylock, la sua libbra di carne. Dall’altra, persone
che, guardandosi bene dal discutere la logica
perversa del welfare (più servizi, più tasse), logica che infierisce
non solo dalla nascita alla tomba, ma perseguita fin nella fossa, implorano “l’esonero”, adducendo motivi
patriottici. Di ritorno. Contenti loro.
Ora, quel che è accaduto al Bataclan e
dintorni, resta qualcosa di terribile. Però ciò
che merita una riflessione è il combinato disposto (welfarista) tra stato che impone un dovere è cittadino che
chiede di essere esentato. Non desideriamo entrare nella casistica
avvocatesca e previdenziale sulla natura delle pensioni di
guerra, del trattamento fiscale dei congiunti dei soldati caduti in
guerra, delle vittime civili dei bombardamenti eccetera, eccetera.
Alla fine, probabilmente una soluzione tecnica si troverà e quelle cartelle
verranno annullate. Come è moralmente giusto che sia.
Però resta un fatto, che le vittime
erano privati cittadini: persone, che volevano solo
divertirsi, morte per colpa di un potere pubblico che non ha saputo difenderle,
secondo una tradizione (sui compiti minimi dello stato) che risale, per i
moderni, al grande Adam Smith.
Di questo si dovrebbe parlare del principio, per così dire, ante rem: di come il
potere pubblico non sia stato capace di assicurare l'ordine pubblico interno
e la difesa da possibili aggressioni esterne. E non di pelose
esenzioni, post rem, che lo stato dovrebbe ora concedere dall’alto della sua benevolenza
post-patriottica. Le autorità francesi, nonostante le avvisaglie,
avevano sottovalutato il pericolo, eccetera, eccetera. Qui la loro
colpa: ce ne sarebbe, forse, per una causa: pensiamo a quelle
battaglie, anche giudiziarie, di tipo libertario, molto americane, di richiesta
di danni da parte di privati contro lo stato. E invece siamo in
Francia, dove la società civile, statalista per eccellenza, continua a
dire che non c’è nessuna guerra in corso, tutto è normale eccetera, eccetera.
Quindi anche le tasse? Pare di sì. Al massimo, una piccola esenzione...
Del resto, ancora oggi, le autorità politiche francesi - Hollande in testa (un socialista, quando si dice il caso) - sembrano ridurre "la guerra al terrorismo" islamista, al livello di un’operazione di polizia interna e internazionale. Insomma, tout va très bien, madame la marquise...
Del resto, ancora oggi, le autorità politiche francesi - Hollande in testa (un socialista, quando si dice il caso) - sembrano ridurre "la guerra al terrorismo" islamista, al livello di un’operazione di polizia interna e internazionale. Insomma, tout va très bien, madame la marquise...
Cosa aggiungere? Che, per risalire
dal particolare all’universale, siamo dinanzi a un classico caso di
individualismo protetto: frutto avvelenato della cultura welfarista. Non
diritti ma esenzioni… Come dire, privilegi. E lo stato benevolo (si fare
per dire) incoraggia questa forma di individualismo dimezzato, perché così può
dividere in fasce economiche i cittadini, tassarli, esentarli, e,
sempre e comunque, comandarli a bacchetta.
E quei poverini del Bataclan? Sono certamente eroi, ma per caso.
E quei poverini del Bataclan? Sono certamente eroi, ma per caso.
Carlo Gambescia
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