La ragazza romana bruciata viva dall’ex fidanzato
Sara, purtroppo, non si sveglierà più
Quel
che il sociologo, se interpellato su un caso come questo, deve assolutamente evitare
è il moralismo. Quindi solo due osservazioni.
La
prima, l’altruismo umano è l’eccezione non la regola. Talvolta, perfino nei riguardi della prole e
del gruppo parentale. Infatti, a parte
alcune particolari circostanze (guerre e calamità naturali) l’uomo è portato ad
aiutare l’altro quando esiste controllo
sociale, nel senso (primordiale) di essere sottoposto al giudizio immediato dei soggetti presenti ai fatti. Dopo di che, per emulazione, il comportamento altruistico del singolo può
estendersi agli altri attori, come si dice, in situazione. “Può”, dal momento che non sempre
è così, perché il sentimento di autoconservazione tende a prevalere su quelli di aiuto ed emulazione sociale: primum vivere, insomma. Certo, esiste il deterrente della legge -
e quindi della punibilità per omissione di soccorso eccetera - che però viene meno in assenza del suo braccio
lungo: polizia, vigili, carabinieri. Inoltre, il deterrente del costume, che proviene dall’ambiente sociale e
dall’educazione ricevuta, si
attiva, come ricordato, davanti a un gruppo di giudizio. Naturalmente, nessuno può escludere l’esistenza
di persone particolarmente dotate, per così dire, di cospicuo coraggio morale, ma rappresentano,
come detto, l’eccezione, non la regola. Va
aggiunto che l’automobile proprio per la sua conformazione materiale, non
facilita i comportamenti altruistici, figurarsi quando si guida, magari da soli, lungo una strada buia e isolata. Forse, come abbiamo
letto, ci si poteva fermare e fare almeno una telefonata alla polizia (il che
però, non avrebbe salvato Sara, per ragioni legate ai tempi di intervento). Su
quest’ ultimo atteggiamento può avere influito il peso di una diffusa cultura della paura urbana, portata a privilegiare i comportamenti autoconservativi
su quelli di conservazione dell’altro, tramite perfino il solo aiuto indiretto.
La
seconda cosa, è che Sara è un'altra vittima di quel gigantesco conflitto tra
i sessi, che assume varie forme (dalla normale competizione alla reazione
omicida), innescato dalla promozione sociale della donna all’interno
della nostra società. Ascesa inevitabile, considerata la centralità del valore di eguaglianza nel quadro concettuale del mondo moderno: valore che include il diritto paritario di scelta del
partner, diritto non ancora socialmente
accettato da tutti gli uomini, in base, ovviamente, alla propria condizione
psichica, al costume sociale, ai gruppi di riferimento e all’educazione ricevuta. Di
qui, talvolta, quel micidiale mix psico-sociologico che può condurre a reazioni spietate, come quella toccata in sorte alla povera Sara. Che, a differenza di un'altra Sara, quella della suggestiva canzone di Antonello Venditti, non si sveglierà più.
Carlo Gambescia
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