sabato 14 maggio 2016

 Un vecchio  film di  Mario Martone
Il pane e il vino 
di Renato Caccioppoli


Ieri ho rivisto  il film di Mario Martone su Renato  Caccioppoli ( Morte di un matematico napoletano, 1992).   Gramscianamente perfido il  ritratto delle diverse borghesie meridionali, napoletane e urbane in particolare: il fratello di Renato, borghese soddisfatto; i colleghi universitari, borghesi prepotenti e parassiti;  collaboratori,  allievi  e studenti,  borghesi  in  fieri e alcuni sgomitanti; i comunisti,  borghesi fascisti travestiti.  Sullo sfondo, come in un tazebao maoista, per contrasto, il popolo, dolente e sano, ma senza senza  saperlo. Diciamo, in attesa di spiegazioni.  E lui Renato Caccioppoli,  matematico con cattedra e albero genealogico anarchico, unico  vero  antiborghese tra i filistei,  che vaga per i vicoli di Napoli fine anni Cinquanta, in impermeabile da esibizionista (ma che non si dica...),  dai gusti culturali  aristocratici,  perfino nel largo gesto: non fuma, lancia volute di fumo ai giacobini napoletani del 1799.  Che,  a dire il vero, avevano arruolato più borghesi che aristocratici. E cosa più importante, i Pagano, i Cirillo & Co.,  a differenza del "matematico napoletano",  non  avevano mai  dovuto sorbirsi le relazioni di Togliatti al Comitato Centrale.        
Disillusione, insinua Martone.  Forse  - come  si intuisce -   per quest’ultimo motivo,  Caccioppoli, che  si  era  speso per il Pci, partecipando  perfino ai comizi,  si attaccò  alla bottiglia  come un poeta maledetto qualsiasi:  candidandosi  al suicidio prima per vie biliari, poi "provvedendo da se medesimo con arma da fuoco",  secondo il  verbale di polizia.   Muore -  ecco la tesi buchariniana di Martone - per crudeltà mentale della società borghese nei suoi riguardi. Suicidio come atto di rivolta e accusa verso i filistei fascio-comunisti: il comunismo burocratico come continuazione del fascismo con gli stessi mezzi, gentilmente forniti dal sempre riaffiorante egoismo borghese. Tesi originale, come un film di Ėjzenštejn....  E il liberalismo? Borghese pure quello. Non sia mai. A Caccioppoli, come lascia trapelare Martone,  non interessano, quando interrogato dal fratello, i libri di Croce  contenuti nella biblioteca  di famiglia.  Chiede invece di  Herzen, che il fratello, borghesissimo magistrato, non sa chi sia, proprio  come  un contemporaneo concorrente dell'  "Eredità".  
A dirla tutta,  si tratta  invece  del classico suicidio  di chi ha il pane e soprattutto il vino. Come dicevano, dei giacobini,  i contadini sanfedisti senza pane né vino. Certo, era il muro contro muro, la controrivoluzione si vendicava della rivoluzione.  Tuttavia, per venire al Novecento e  tornare  alla realtà,  che c’è di più borghese del colpo di pistola con il quale il cattedratico Renato Caccioppoli mise  fine alla sua vita? 


Carlo Gambescia      

1 commento:

  1. Cecchi, l'attore che impersona il matematico suicida, è grandioso. Per il resto è un film ideologico, che in Italia vuol dire di sinistra. Caccioppoli fu egregio matematico, della scuola napoletana e del Sud più in generale. Dominazioni arabe e sole meridionale, nonché intelletto superlativo (diabolico quando svolta verso il crimine) delle genti di quei posti, creano menti, menzionando solo il Novecento, geniali, fisica, matematica, lettere e filosofia. Majorana, Sciascia, Pirandello, Giusso, i primi che mi vengono in mente.
    Ottima, Carlo, la tua recensione. Mi permetto di consigliarti (visto il tuo estro) a recensire altri film significativi che hai l'occasione di vedere. Sei sempre meglio di Mollica.

    RispondiElimina