Medio Oriente/ Obama, Putin e Assad
Il vuoto non esiste in politica
La
politica, a maggior ragione quella internazionale, non ammette vuoto di potere,
soprattutto quando le decisioni hanno a che fare con la guerra e la pace. Non si può cincischiare: la politica
dell’equilibrio, che consiste nel bilanciare l’impotenza degli altri, puntando
sulla propria potenza, funziona, quando gli altri attori sanno perfettamente, che
l’attore predominante ( o gli attori predominanti) è disposto, in caso di crisi, a giocare il
tutto per tutto, quindi a fare la guerra.
Oppure, può essere favorito - l’equilibrio - dal reciproco possesso - parliamo sempre
degli attori predominanti - di armi letali: in quest’ultimo caso si può parlare di
equilibrio del terrore.
Ora, Obama,
nella politica medio-orientale, ha sbagliato tutto: astraendo dalle
chiacchiere buoniste che lasciano il tempo che trovano, alterna diplomazia (all’insegna del divide et
impera) e minacce che non spaventano nessuno dei contendenti
(come nel caso del passo indietro sulla guerra ad Assad, annunciata e mai intrapresa...). Perciò, altro che politica dell'equilibrio... Di qui, però, un vuoto di potere, ben rappresentato
anche dalla sua svogliata guerra aerea all’Isis.
Il che spiega l’intervento militare russo. Putin non è Napoleone, ma
sicuramente in politica non è un sempliciotto presuntuoso come Obama, che dello statista non ha nulla: al massimo Obama potrebbe essere un mediocre sindaco di Chicago o un mediatizzato governatore delle Hawaii. Ma questa è un’altra storia.
Putin invece ha notevole fiuto politico e di conseguenza non si è
lasciato sfuggire l’occasione. Che poi egli favorisca Assad è logico: Putin combatte lo
Stato Islamico, per noi (non solo), ed è ovvio che voglia qualcosa in cambio. Gli Stati Uniti, per ora sotto schiaffo ( e
quindi spiazzati), dovrebbero, senza perdere la faccia (ma ora è più difficile),
recuperare il rapporto con Putin e affiancare
la Russia nell’opera di distruzione fisica dello Stato Islamico, anche
in Libia. E dopo, come è giusto, spartirsi le spoglie. Guai ai vinti.
Carlo Gambescia
P.S.
In Italia, dove, nonostante tutto il male che se ne dice, il politico medio è molto più sveglio di personaggi mediocri
come Obama e Kerry, si è già capito da quale parte sta girando il vento. E di conseguenza è esplosa la interventomania, per non perdersi, investendo solo quattro aerei, la futura spartizione delle spoglie. Questa storia però l'abbiamo già sentita...
Totalmente de acuerdo con el artículo.
RispondiEliminaMagnífico.
Putin es el hombre que utiliza la fuerza como primer recurso.
http://elunicoparaisoeselfiscal.blogspot.com.es/2014/03/putin-o-la-fuerza-como-primer-recurso.html
Gracias. Voy a leer :-)
Elimina