Le dimissioni di Ignazio Marino (che sembrano non arrivare mai)
Mafia Capitale? No, Foglia Capitale
Volete sapere, amici
lettori, quando Ignazio Marino doveva
dimettersi? Alle ore 12 di ieri, davanti alla fermata dell’ 89, piazzale
Flaminio, nei pressi di una piazza del Popolo piena zeppa di turisti. Quando chi scrive, dopo trenta minuti di
attesa ha visto arrivare il bus - a
quel punto - del cuore, con un foglio formato A4, in bella vista sul parabrezza, tenuto su con lo scotch, dove era indicato il suo numero, perché quello luminoso non funzionava. Non ci sono parole.
Certo, Roma è una città, oggettivamente, difficile da governare. Le tonnellate di turisti che ogni anno si abbattono sulla città non aiutano. Però portano denari. Che si tramutano in tasse, di vario tipo, per le casse comunali... Sicché la manutenzione stradale dovrebbe essere più che finanziata. E invece sembra andare sempre peggio: strade e marciapiedi in condizioni disastrose, pieni di buche e ricoperti quasi tutto l'anno da montagne di foglie. Più che di Mafia Capitale parlerei di Foglia Capitale. E che dire dei cassonetti stracolmi di rifiuti? Raccolti di quando in quando, forse l’ultima volta con
la biga…
Mi piace la multietnicità. In fondo,
è una caratteristica romana fin dall’antichità. Quello che invece irrita è il capannello di vigili, in fitta conversazione, a un metro dall’ambulante abusivo nigeriano, che fa il suo duro mestiere senza tredicesima e pensione. Mentre
i vigili non fanno il loro.
Tutto questo, con Marino sindaco,
è peggiorato. Roma è stata completamente abbandonata a se stessa. Brutta, magari
no, perché è sempre bella, ma sporca e cattiva sì. Perché nel frattempo la gente si è indurita. E se ne frega. Passeggiando tra
le rovine.
Carlo Gambescia
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