venerdì 30 ottobre 2015

Le dimissioni di Ignazio Marino (che sembrano non arrivare mai)
Mafia Capitale? No, Foglia Capitale



Volete sapere, amici lettori,  quando  Ignazio Marino doveva dimettersi?  Alle ore 12 di ieri, davanti alla fermata dell’ 89,  piazzale Flaminio,  nei pressi di  una  piazza del Popolo piena zeppa di turisti. Quando chi scrive, dopo trenta  minuti di attesa ha visto arrivare il bus - a quel  punto -  del cuore, con un foglio  formato A4, in bella vista sul parabrezza, tenuto su  con lo scotch, dove era indicato il suo numero, perché quello luminoso non funzionava. Non ci sono parole.
Certo, Roma è una città, oggettivamente,  difficile da governare. Le  tonnellate di turisti che ogni anno si abbattono sulla città  non aiutano. Però portano denari. Che si tramutano in tasse, di vario tipo,  per le casse comunali... Sicché la manutenzione stradale  dovrebbe essere più che finanziata. E invece sembra andare sempre peggio: strade e marciapiedi in condizioni disastrose,  pieni di buche e ricoperti quasi tutto l'anno da montagne di foglie. Più che di Mafia Capitale parlerei di Foglia Capitale.  E che  dire dei cassonetti stracolmi  di rifiuti?  Raccolti di quando in quando,  forse l’ultima volta con la  biga… 
Mi piace la multietnicità. In fondo, è una caratteristica romana fin dall’antichità. Quello che  invece irrita  è il capannello di vigili, in fitta conversazione,  a  un metro dall’ambulante abusivo  nigeriano, che fa   il suo duro  mestiere senza tredicesima e pensione. Mentre i vigili non fanno il loro. 
Tutto questo, con Marino sindaco,  è peggiorato.  Roma  è stata completamente  abbandonata a se stessa.  Brutta, magari no, perché è sempre bella, ma sporca e cattiva sì.  Perché nel frattempo la gente si  è indurita. E se ne frega. Passeggiando tra le rovine.     

Carlo Gambescia    

     

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