Assolto Erri De Luca
La fortuna di vivere in Italia
Non
ci sorprende l’assoluzione di Erri De
Luca, la nostra è una società libera. Certo, il rischio è quello di usare due pesi due
misure, come oggi nota, e per certi versi giustamente, la stampa di destra: rischio
che però va accettato perché la libertà
di opinione è il bene più
prezioso in assoluto. Nella Russia Sovietica o di Putin, oppure nella Cuba di
Castro, o nell’Argentina di Videla, De
Luca sarebbe finito a marcire in carcere. Invece da noi, Paese libero, le idee, giustamente, non sono perseguite penalmente. Però, ecco il punto, possono essere discusse.
Sotto
questo profilo colpiscono due affermazioni di De Luca, le seguenti:
- “Confermo la mia
convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e
sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua”.
- “Sono incriminato
per aver usato il termine sabotare, un termine che considero nobile, perché
praticato da figure come Gandhi e Mandela, e democratico” (*).
1) De Luca è talmente accecato dai suoi principi, assai vaghi (
che significa difesa del suolo, dell’aria, dell’acqua? Tutto e niente…), al
punto di ignorare che la costruzione della linea ad Alta Velocità è esito di un processo democratico
che ha messo in minoranza i seguaci dell’ipotesi contraria. Ora, la democrazia,
come risposta, imporrebbe ai "perdenti", non il “sabotaggio” ma la conquista del
consenso in Parlamento per poter cambiare
le cose nel corso della prossima legislatura. De Luca, invece, invitando, “verbalmente”, all’azione diretta si comporta da nemico delle nostre istituzioni politiche. Come il più classico dei fascisti. O se si preferisce, come un leninista, pronto a usare la democrazia in modo opportunistico.
2) Il paragone con Gandhi e Mandela, rivela due cose: a) la natura spaventosamente egocentrica
del personaggio, in realtà un mediocre scrittore con trascorsi, piuttosto pesanti, di estrema sinistra; b) La perdurante incomprensione delle situazioni storiche reali, tipica del rivoluzionarismo anni Settanta del secolo scorso, che ben si prolunga in De Luca. Ieri, la sinistra pseudo-rivoluzionaria, si illudeva di vivere a Pietrogrado
nel 1917, oggi nel Sud Africa o nell’ Alabama degli anni
Sessanta, ripetendo così con i No Tav gli stessi tragici
errori degli intellettuali di allora, fiancheggiatori di sabotaggi via via sempre più gravi fino a sfociare in atti di terrorismo verso le persone.
Erri De Luca, continua a vivere, veramente, su un altro pianeta. E invece, per sua fortuna risiede in Italia. Ma va bene così.
Carlo Gambescia
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