Profili/2
Nicholas Georgescu-Roegen
Quel che sta accadendo in Val di Susa è un fatto molto
importante, perché testimonia la presa di coscienza di una popolazione
minacciata da un vero e proprio disastro ecologico. E i relativi conflitti, dannosi per tutta la popolazione nel suo insieme, e non importa se pro o contro.
A questo proposito può essere utile la rilettura dell'
opera di un economista controcorrente, sensibilissimo al problema dell'impatto
ecologico dell'economia: Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994). Rumeno, di
famiglia modesta, professore all'università di Bucarest (1932-1946), Harvard
(1934-36, dove conosce Schumpeter) Parigi (studi con Rueff e Aftalion) Londra
(studi con Karl Pearson) . Dopo aver ricoperto importanti incarichi in Romania,
nel 1948 si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti, dove insegnerà
economia alla Vanderbild University (Nashville) fino al 1976, anno del suo
ritiro.
Georgescu-Roegen, le cui opere sono state tradotte in
Italia da Bollati Boringhieri (www.bollatiboringhieri.it),
pone un problema fondamentale: se come ci insegna la termodinamica l'energia
tende a dissiparsi e disperdersi nell'universo (processi di entropizzazione), e
di conseguenza ogni processo "produttivo" (da quello fisico a quello
economico) è senza ritorno, cioè l'energia consumata, per un verso non è
ricostituibile e per l'altro in termini di emissioni può danneggiare in maniera
irreversibile la natura, diventa allora necessario puntare su risorse
energetiche rinnovabili (ad esempio come l'energia solare) e su tecniche
produttive "dolci" che insomma non provochino danni ambientali.
Le teorie di Georgescu-Roegen mettono in discussione
l'ideologia del progresso, e in particolare del progresso economico, dal
momento che a suo avviso i danni provocati alla natura da un capitalismo che
inquina sono irreversibili: nel tempo il progresso economico rischia di
trasformarsi in regresso ecologico.
Ovviamente, Georgescu-Roegen, pagò con l'isolamento
accademico, queste sue idee non conformiste. Tuttavia può essere considerato un
precursore di quelle idee di decrescita oggi riprese da economisti come Serge
Latouche e liberi studiosi come Alain de Benoist (si vedano a questo proposito
i siti www.ariannaeditrice.it e www.libreriaeuropa.it ).
E sicuramente, Georgescu-Roegen, se fosse ancora qui noi,
approverebbe senza alcuna esitazione, la "battaglia" degli abitanti
della Val di Susa contro la Tav ,
che non è una battaglia contro il progresso in quanto tale, ma è una lotta
contro un progresso senza ritorno, che rischia di provocare danni ambientali
irreversibili.
Insomma un "economista" controcorrente che ci
aiuta a capire dove sta andando il mondo dell'economia ufficiale, un mondo
utilitarista che guarda solo al profitto e trascura il degrado umano e ambientale.
Il che di questi tempi non è poco.
Carlo Gambescia
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