Liberalismo o totalitarismo?
Tra la caduta del Muro e l'11 Settembre, in poco più di
un decennio (certo, denso di eventi cruciali), è iniziato e giunto a compimento
il processo di rinascita di quello che può essere definito il "liberalismo
post-novecentesco".
Un processo di rinascita ideologica, politico-economica e
militare.
Prima una definzione: perché liberalismo
post-novecentesco? Perché, a differenza del liberalismo novecentesco, che si
definiva "una" corrente di pensiero, il liberalismo post-novecentesco,
si definisce "il" pensiero per eccellenza, capace di inglobare tutti
gli altri (tra l'altro si tratta di una vecchia idea che risale al tardo Croce:
il liberalismo come "prepartito").
Sul piano ideologico il processo è consistito nel
designare il liberalismo, nelle sue versioni di destra (Hayek), sinistra
(Rawls) o anarco-capitaliste (nelle varie sfumature etiche: Nozick, Rothbard, e
altri) come l'unico "contenitore" ideologico del dibattito pubblico.
E in una rilettura della storia (e dei pensatori precedenti) sulla base del
conflitto tra "liberalismo" e totalitarismo.
Sul piano politico-economico il processo è consistito nel
puntare sullo stato non interventista e sul mercato come unici
"contenitori" dello sviluppo. E in una rilettura della storia
politico-economica passata come conflitto tra liberismo e statalismo (nelle sue
varie tendenze, dal capitalismo sociale alla pianificazione sovietica e
nazionalsocialista).
Sul piano militare il processo è consistito
nell'espansione con tutti i mezzi (compresi quelli violenti) di quello che, a
questo punto, può essere definito, il "pensiero unico liberale". Come
ogni altra forma di totalitarismo, anche quello liberale, si propone infatti di
"convertire". E si stupisce quando trova delle resistenze: se la
nostra (sostengono i liberali) è la migliore ricetta ideologica, politica,
economica, perché rifutarla?
E purtroppo lo stupore, si trasforma in dolore, e il
dolore in reazione, spesso di tipo militare.
Ora il punto non è che il liberalismo sia una dottrina
politica (attenzione alla parola) pericolosa e piena di lacune. Tutt'altro: la
sua difesa della persona e della libertà dei singoli è alla base di ogni forma
di pensiero pluralista ed eticamente motivato. Il problema è che il liberalismo
post-novecentesco si è trasformato in ideologia, nel momento in cui si è
qualificato come unica forma di pensiero politico, economico e sociale: come unica
forma di "verità rivelata". Non si sa bene da chi...
E più il liberalismo si presenta, come l'unica risposta a
tutti problemi, più si trasforma in un autentico totalitarismo.
Ovviamente siamo all'inizio di un processo, dai tempi
lunghi e non facilmente prevedibili, se non nelle sue caratteristiche generali.
Di solito alla rinascita di un'ideologia, segue prima un periodo di
consolidamento militare, portato a termine dalle forze che si riconoscono in
essa, e dopo di sviluppo e costruzione di un vero e proprio "ordine
nuovo"; seguono poi maturità, dissoluzione e decadenza. Come altri ordini
nella storia, anche quello liberale, cederà il passo ad altri.
Ma è ancora presto per stabilire quando...
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento