Profili/3
John R. Commons
John R. Commons (1862-1945) è il padre della sociologia
economica americana, più precisamente dell'approccio istituzionalistico.
Commons ha studiato il capitalismo come un meccanismo governato non dalla
"mano invisibile" e dagli egoismi individuali, ma da un
avvicendamento di elementi conflittuali e cooperativi, che non esclude riforme
e accordi tra le varie istituzioni sociali: gruppi politici, imprese
economiche, sindacati, governo, magistratura (nel senso anglossassone di
creazione di un diritto vivente attraverso sentenze e precedenti).
Si tratta di una prospettiva storica, ma anche ampia e
profonda sotto l'aspetto teorico, che non respinge, ma tempera l'evoluzionismo
sociologico di derivazione darwiniana, che tanto influenzerà la sociologia
americana ai sui inizi, nel primo Novecento. In certo senso, Commons può essere
anche definito il padre della moderna concertazione economica e sociale, così
come si è realizzata, nella seconda metà del Novecento, soprattutto nei paesi a
capitalismo sociale. Infatti, egli è più noto e apprezzato dove è viva un forte
tradizione laburista e democratico-socialista, che in paesi come il nostro,
dove una vera e propria concertazione politico-economica non è mai esistita.
Autore di 17 libri e più di cinquanta articoli, docente
per lunghi anni all'Università del Wisconsin (1904-1932), che trasformerà in un
autentico laboratorio per lo studio della democrazia economica e delle pulsioni
oligarchiche del capitalismo americano nei suoi contrasti col mondo della
politica e del lavoro. E' dunque inutile qui sottolineare che Commons sposerà
in pieno le ragioni "New Deal" rooseveltiano.
Tre le sue opere più importanti: "The Legal
Foundation of Capitalism"(1924, tradotto in italiano dal Mulino nel 1983,
attualmente esaurito) "Institutional Economics" (1934, 2 volumi);
"The "Economics of Collective Action" (1950, postumo). Per un
quadro più esauriente della sua opera si rinvia ai siti su di lui, attivi in
rete.
Perché è importante rileggere Commons? In primo luogo per
l' approccio olistico: a suo avviso il conflitto tra le istituzioni deve avere
sempre come riferimento il bene comune, di qui l'importanza della mediazione
politica, che rappresenta e valorizza gli interessi collettivi. In secondo
luogo, la sua opera si occupa delle istituzioni economiche, non dal punto di
vista della teoria ma della pratica. Se la teoria non "funziona"
Commons non si limita ad esclamare, come gli economisti neoclassici "tanto
peggio per i fatti", ma vuole capire perché, andando "a vedere le
carte" dei giocatori, per scoprirne gli interessi concreti.
Ecco, importanza della "mediazione politica" e
analisi degli "interessi concreti" in campo: due elementi teorici,
che se "attualizzati", ci aiuterebbero sicuramente a capire e prevenire la protesta anti-Tav del "popolo" della Val di Susa.Dal momento che reprimere è fin troppo facile e inutile, soprattutto quando è in gioco il bene comune di tutti. E non solo degli abitanti di
quelle valli. E Commons ci spiega perché.
Carlo Gambescia
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