Banca d'Italia
Oltre Fazio, per capire
Le dimissioni di Antonio Fazio suggeriscono almeno tre
chiavi di lettura, o meglio, tre diversi modi di interpretare quella che i
media hanno definito la "telenovela Fazio".
Un primo livello di spiegazione, molto superficiale, è
quello che è possibile ricavare dalla lettura dei giornali: Fazio come
Governatore non neutrale, legato a un gruppo di pressione, da lui favorito, e
quindi come nemico della "trasparenza" e del "libero
mercato". E per questo costretto alle dimissioni.
Un secondo livello di spiegazione, già meno superficiale,
è quello politico "interno-esterno": Fazio come ultimo garante
dell'indipendenza "creditizia" nazionale; come oppositore di un
processo di riorganizzazione del credito su basi europee, affidato a grandi
gruppi creditizi spagnoli, olandesi, francesi, eccetera. E per questo
"scaricato"
Un terzo livello di spiegazione, più profondo, è quello
di Fazio, noto per la sua manifesta fede cattolica e per i legami vaticani,
come avversario di alcuni settori della finanza internazionale non cattolici,
collegati agli Stati Uniti e a parte dell'establishment creditizio e
finanziario europeo. E per questo eliminato.
Diciamo che il primo livello di spiegazione, è quello più
accreditato, dal momento che permette automaticamente ai "censori" di
collocarsi dalla parte della ragione : in tempi, come questi, dove i
"buoni" sono tutti dalla parte del Libero Mercato e della
Trasparenza, non c'è accusa peggiore che quella di non aver rispettato le
"regole" di sua Maestà la Concorrenza. Che poi gli accusatori di Fazio, non
siano migliori dell'ex Governatore e che il Libero Mercato sia una favola, sono
particolari ininfluenti. Quel che conta è la forza "ideologica", o
polemica, delle accuse.
Probabilmente, invece, la vera ragione della
defenestrazione di Fazio, oltre ovviamente alle sue "leggerezze", è
nei due successivi livelli di spiegazione: l'essersi opposto, più o meno
intenzionalmente, a un processo di ristrutturazione creditizia su basi europee,
dietro il quale c'è sicuramente lo zampino Usa, e soprattutto di non essere
nelle grazie della finanza non cattolica.
Si dirà: come comprovare una tesi del genere. Sarà
sufficiente attendere la nomina del successore. Se verrà nominato Desario,
l'attuale direttore generale, sarà comunque una nomina ideologicamente interlocutoria,
in attesa del vero titolare... Mentre, restando nel campo dei
"papabili", un incarico a Tommaso Padoa-Schioppa, Monti, o
addirittura Draghi non potrà non piacere al blocco di potere finanziario
euro-americano. Padoa Schioppa (Mit, Aspenia ecc.) piace a europei e americani,
Monti (ex commissario europeo, Aspenia, ecc...) piace soprattutto agli europei,
ma non è sgradito agli americani, Draghi (Mit, Aspenia, Goldman Sachs) è invece
il candidato perfetto per Wall Street.
Certo anche Fazio, studiò al Mit, ma essendo più anziano
degli altri tre, vi si addottorò in tempi non sospetti, per rientrare subito in
Banca d'Italia.
Fantaeconomia? Fantapolitica? La risposta sarà data dal
nome del nuovo Governatore...
Carlo Gambescia
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