mercoledì 18 marzo 2020

Un appello per “Linea”
Coronavirus e Stato di Polizia:
una battaglia di libertà


Oggi desidero  pubblicare   un  appello per “Linea”.  Che però non può non essere preceduto da una premessa, altrimenti sarebbe incomprensibile. Una lunga premessa su quanto sta accadendo. 
I governanti,  tutti,  hanno  ormai  perso la testa. Cosa non farebbero per non perdere il potere... Perciò gli italiani si preparino a non mettere  più fuori la testa di casa.  È questione addirittura di giorni.  
Ieri ho tentato di sottolineare, da umile sociologo, i  rischi che si corrono:  non tanto di morire  di Coronavirus, quanto di finire in catene, in isolamento, in un’Italia prigioniera della paura (*). 
Si ricordi: l’atteggiamento tipico di ogni governo autoritario è di colpevolizzare i cittadini per poter  punire meglio.  
Sui giornali di oggi, che riprendono compiaciuti i toni allarmistici di politici che hanno perso la  testa,  si legge   che gli italiani  non  restano  a casa (come se fosse normale  cambiare da un giorno all’altro le proprie abitudini), non ubbidiscono,  “escono troppo per fare la spesa”.
Pertanto, come si intuisce, si sta preparando un altro giro di vite, probabilmente anche di tipo digitale, dal momento che si parla, come per la Lombardia, di controlli ferrei oltre che stradali, sulle celle dei telefonini. In nome, ovviamente, del nostro bene.  
Tecnica semplicissima, ripetiamo: colpevolizzare e punire. E con una sua logica securitaria ferrea, che una volta messa in moto, soprattutto, se  l’epidemia proseguirà a bassa intensità (in rapporto al numero totale della popolazione), come sta avvenendo,  l’Italia, ma a questo punto tutti i paesi che seguiranno l’esempio  italo-cinese,  si  trasformerà in carcere a cielo aperto, con conseguenze  politiche ed economiche  devastanti.

Oggi su “Repubblica” Ezio Mauro, ma il discorso è generale (riguarda i  media di  destra e sinistra), liquida come thatcheriani  coloro che osano criticare   -  pochissimi  in verità -  la natura liberticida delle misure governative. Ma si noti pure l'uso distorto che  si fa del termine "negazionista",  usato un tempo, e giustamente, per i "negatori"della Shoah,  nei riguardi invece di coloro che dissentono dalle misure governative  di questi giorni.
Sveglia!  Sta nascendo uno Stato di Polizia. Le forze politiche (tutte), aiutate da una stampa embedded,  usano il potere biopolitico -  di vita e di morte -  per mantenersi al potere: si  terrorizzando i cittadini per ottenerne l’obbedienza assoluta.  E così restare aggrappati al comando. E' quasi una legge fisica.   Più cresce e si diffonde  il senso di pericolo più i cittadini sono disposti a subire, senza farsi domande,  le misure più severe. E da che mondo è mondo,  il silenzio è alle radici dell'obbedienza sociale.
Vengo finalmente  al punto. Chi scrive, a parte qualche amico, non si è mai sentito solo come in questo momento. Chiedo perciò ai tanti o pochi che  mi leggono,  di contribuire  alla diffusione di “Linea”.  Un testata storica, (per ora settimanale), che, grazie all'opera del geniale Carlo Pompei,   direttore  in pectore,  e di  altri bravi redattori, si propone di  informare il lettori  in modo esente da pregiudizi,  dei  pericoli involutivi che inevitabilmente derivano da scelte politiche gravissime, che - si badi - non hanno precedenti nella storia della Repubblica.
Non  si dia ascolto alle polemiche "organizzative" -  il cosiddetto giochino  delle responsabilità -    su cosa si poteva e potrebbe fare in materia di sanità, roba da intrattenimento,  da talk show politico: certo, quattro medici per italiano...  Polemiche  usate  per distrarre l'attenzione dai problemi di libertà. Ma non si dia neppure ascolto alle melliflue parole di certa cultura di sinistra , anche cattolica   (e perfino in alto),  sulla necessità di  riscoprire il valori domestici e spirituali.  Appelli dietro  cui  si nasconde il ghigno del mostro statalista se non addirittura cesaropapista e socialista. E nemmeno si dia  retta  ai conati di vomito  dittatoriali di una destra che vorrebbe controllare perfino  il respiro degli italiani.  Altro che la misurazione della febbre, la destra  vuole i colonnelli.
Ripeto: un’intera classe politica, a destra come a sinistra, sta giocando  sulla paura per impedire agli italiani di pensare.  “Linea” si oppone a tutto questo. 
Cari amici leggete e diffondete (**). Contribuite alla difesa della libertà di tutti.  Anche di chi  non sembra capire - e sono tanti, troppi -   la differenza che passa tra un servo e un uomo libero.

Carlo Gambescia



(**) Linea è scaricabile gratuitamente qui:  linea.altervista.org/blog/.