lunedì 23 marzo 2020

Coronavirus e statalismo 
Conte come Diocleziano


Se la situazione non fosse molto  difficile (non a causa del Virus, ma delle pericolose  stupidità inanellate dal Governo Conte) ci sarebbe da ridere. Veramente.  
Il decreto  firmato ieri sera dal Presidente del Consiglio (*), all’allegato 2,  ATECO 32.99.4 (**), autorizza la fabbrica di  casse funebri…
Quel che invece preoccupa è il seguente passo:

b) è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; conseguentemente all’articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 le parole “. E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” sono soppresse;

Che va ad aggiungersi ai divieti introdotti con i decreti precedenti. In soldoni si cancella  (rendendola addirittura  perseguibile a norma di legge)  la libertà di movimento.  Una libertà costituzionale.

Segue un  altro passo ( tutti i corsivi in neretto sono nostri), gravissimo, che  in pratica rimette la libertà economica nelle mani di  una autorità politico-amministrativa  che dipende direttamente dal Governo, il   Prefetto:

rrestano sempre consentite anche le attività che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 1, nonché dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali di cui alla lettera e), previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, nella quale sono indicate specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite; il Prefetto può sospendere le predette attività qualora ritenga che non sussistano le condizioni di cui al periodo precedente. Fino all’adozione dei provvedimenti di sospensione dell’attività, essa è legittimamente esercitata sulla base della comunicazione
resa;

E qui ancora:

h) sono consentite le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto della provincia ove sono ubicate le attività produttive.
2. Il Prefetto informa delle comunicazioni ricevute e dei provvedimenti emessi il Presidente della regione o della Provincia autonoma, il Ministro dell’interno, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e le forze di polizia.
 Un giurista, ovviamente  serio, ne sa più di noi.   Però, una cosa è certa, come dicevamo,   libertà  del  cittadino e   libertà economica sono cancellate,   e nel silenzio totale, non solo del Parlamento, ma anche della Magistratura, finora rimasta  completamente  inerte. Altro aspetto gravissimo della nostra  crisi  politica: l’acquiescenza al Potere del Terzo Potere.
In una situazione come questa, macchiata da serie complicità istituzionali (Mattarella dove sei?),  le misure prese ieri  potranno   essere reiterate e prolungate, sempre per decreto, all' infinito  Quindi affermare che sono a tempo, e per giunta limitato,  rappresenta un insulto all’intelligenza delle persone.

Considerata anche la bassa intensità dell’epidemia nel Centro Sud, che a questo ritmo potrebbe durare per mesi (anche dopo superata l’emergenza Lombardia),  la storiella "dei sacrifici tutti uniti", potrebbe a continuare a fare da  potente traino ideologico alle misure liberticide del Governo Conte chissà per quanto tempo ancora. Grazie anche, dispiace dirlo,  all’imbecillità di tanti nostri concittadini (mai dimenticare che un diritto, anche alla salute, non è mai un “obbligo", come invece asserisce un Ministro,   per privare tutti della libertà).
Quanto ai divieti economici (in sé) racchiusi nel decreto, criticarli sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.  Il paragone storico  più facile è quello con l’Editto di Diocleziano  (301 d.C., circa), quando nel tardo Impero Romano, si cercò  di fissare per legge  i prezzi  di tutte le merci, in un contesto, di  progressivo asservimento dei  contadini e artigiani alla terra e agli ordini corporativi.  Si vietò, insomma, ogni movimento di merci e uomini. Fu un totale fallimento: i prezzi andarono comunque alle stelle - tra l’altro grazie anche alla tassazione stellare - e per inevitabile  ricaduta sociale  si uccise ogni spirito di libera iniziativa economica. A quel tempo, a dire il vero,  già latitante...
Solo un punto, tra l’altro affrontato ieri (***), delle “macchine utensili: il decreto, restringe la fabbricazione e manutenzione solo ad alcune categorie (ATECO da 19 a  33); cosa in pratica difficilissima,  se non impossibile,  perché impone sul piano aziendale riconversioni costose e che richiedono tempo. Tradotto:  stampaggio e affilatura  rimandano a macchinari diversi e  produzioni di beni strumentali differenti, lungo linee produttive che hanno tempistiche proprie, anche umane. Quindi non è come chiudere  un rubinetto…
Conte come Diocleziano, non aggiungo altro.  Salvo che  me ne sto, da solo,  seduto alla scrivania  con la testa tra le mani…

Carlo Gambescia



(**) Acronimo che attraverso  una combinazione alfanumerica (numeri e lettere) identifica l’ ATtività ECOnomica di riferimento per ogni categoria. Socialismo linguistico… E dei peggiori.