sabato 23 luglio 2022

Le case economiche di tolleranza

 

 


 Il Ddl “Concorrenza” è roba da ridere. Soprattutto per chiunque ritenga l’economia di mercato una cosa seria.

Intanto, visto che grazie a Draghi e Mattarella, probabilmente, tra un paio di mesi “andranno a comandare”, si legga qui:

«Grazie a Fratelli d’Italia e a tutto il centrodestra sarà stralciato l’articolo 10 dal Ddl Concorrenza per tutelare i tassisti”, sottolinea il capogruppo FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. Questo, prosegue, “è l’unico modo per difendere il comparto dalla sleale competizione che metterebbero in campo le multinazionali per soddisfare la loro voglia di speculazione su un servizio pubblico. Dobbiamo salvaguardare i posti di lavoro e garantire l’intero sistema che rischiava di essere smantellato da questa assurda proposta” » (*).

Si dirà, i “tassinari” sono un dettaglio. In realtà, siamo davanti a un caso classico di totale rovesciamento della logica di mercato, ad opera di un partito con radici fasciste, quindi statalista al cubo, Fratelli d’Italia. Affiancato, quando si dice il caso, dall’intero centrodestra, incluso il “liberale” Berlusconi.

Si rifletta. Di solito la concorrenza sleale rimanda direttamente a forme protettive di intervento statale come il protezionismo e i prezzi controllati o calmierati. Nella fattispecie, per dirla come gli avvocati, in realtà a fare concorrenza sleale ai privati sono i tassisti che godono di tariffe pubbliche, fissate d’autorità, non dal libero gioco della domanda e dell’offerta.

Probabilmente, come di regola capita, le tariffe sono troppo alte, sicché, come per altri monopoli, fiorisce ciò che gli statalisti e i fascisti chiamano “contrabbando”. Che invece non è altro che la fissazione di un prezzo “naturale” di mercato, più basso di quello “artificiale” fissato d’autorità.

Pertanto, se il Ddl “Concorrenza” fosse una cosa seria, per prima cosa andrebbero eliminati, non tanto i tassametri (che, semplificando, sono come puri registratori di cassa) quanto le tariffe pubbliche, lasciandone la fissazione alla legge della domanda e dell’offerta.

Si dirà che il taxi è un servizio pubblico.  Stupidaggini, siamo nel XXI secolo, viviamo il trionfo della motorizzazione individuale, il taxi è un servizio di mercato come un altro. Il che significa fine del corporativismo legato alle licenze, eccetera, eccetera. Tana libera per tutti: si chiama mercato.

E questo è ancora niente. Lo si scorra pure il Ddl, altro che libera concorrenza (*). Stato, Regioni e Comuni mettono becco su tutto introducendo il concetto di beni e concessioni pubbliche. Di conseguenza, controlli a tappeto in tutti i settori: turismo, sanità, rifiuti, trasporti, fino alla cosiddetta “anagrafe carburanti”, roba veterofascista.

A tale proposito, come mentalità, il testo assomiglia ai meccanismi che un tempo regolavamo le case di tolleranza: sì, ci si può prostituire però a certe condizioni. Inutile ricordare le umiliazioni che subivano le famose “signorine”.

Fuor di metafora: sì, si può produrre, comprare e vendere beni e servizi, ma a determinate condizioni, fissate dallo stato, perché in ultima istanza lo stato è il padrone di tutti i beni e di tutti i corpi.

Di qui l’introduzione, per il “bene di tutti”, di norme che però vanno a interferire, e pesantemente con l’economia mercato. Anzi la cancellano proprio. Al posto delle “signorine” viene umiliato, diciamo tollerato, per restare in tema, l’imprenditore.

Un tempo cosa si leggeva in certi avvisi bene in vista sulle pareti delle case di tolleranza? “Vietato molestare le signorine prima di avere pagato la marchetta”. Ora tocca agli imprenditori. C’è la marchetta da pagare prima.

A questo proposito, stando alle prime risultanze della magistratura, si veda cosa ha combinato il Comune di Terracina (Lazio), nelle mani di Fratelli d’Italia, con le concessione balneari. Cose turche.

Insomma, altro che Ddl "Concorrenza". Si parli pure di case economiche di tolleranza.

Carlo Gambescia

(*)Qui: https://www.ilsole24ore.com/art/ddl-concorrenza-lunedi-aula-stralciate-norme-taxi-AEqdq6nB .

(* *) Qui: http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AP0265b.pdf .

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