giovedì 20 gennaio 2022

RINCARI BOLLETTE, LA RICETTA DRAGHI

 


Com’è facile governare concedendo crediti e facendo debiti per pagare i crediti… Chiamala, se vuoi, ricetta Draghi… Ricetta che in realtà risale agli imperatori Antonini.

Ma torniamo a Super Mario. Leggere per credere.

«Sullo shock-prezzi dell’energia la regia è a Palazzo Chigi, con una riunione di due ore e mezza dal premier Mario Draghi – con i titolari dell’Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, della Transizione ecologica Roberto Cingolani – alla vigilia del Consiglio dei Ministri da cui è atteso un primo passo del Governo, da circa un miliardo e mezzo di euro ricorrendo ai proventi delle aste di CO2 e con la cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema che valgono 2,5 miliardi. In totale 4 miliardi senza fare scostamenti del deficit» (*).

Un totale di 4 miliardi. In realtà, le aste sono la prima ragione ( o comunque una delle ragioni) del rincaro della bolletta energetica, perché i prezzi di acquisto delle concessioni sono inevitabilmente ricaricati dalle imprese sulle bollette.

Quanto alla cartolarizzazione non è altro che la trasformazione del debito pubblico in titoli obbligazionari da collocare sul mercato, per rifinanziarlo. Quindi, se ci passa la grossolana semplificazione, si tratta del rinnovo di una cambiale più nuovi interessi.

Una partita di giro-debiti da un anno all’altro. Anzi una presa giro. Perché, come dicevamo, così sono capaci di governare tutti. Ma perché una presa in giro? Certo, per ora, come asserisce furbamente il governo, non ci saranno scostamenti di bilancio. Ma gli anni venturi? Quando per così dire i dividendi dei titoli andranno all’incasso? A Roma, si chiamano “sole”.

Sicché la cartolarizzazione, prima o poi, andrà a ingrossare il debito pubblico italiano, che ha già raggiunto (agosto 2021), la ragguardevole cifra di 2.734,4 miliardi.

Fortunatamente – qui la differenza tra liberalsocialismo di Draghi a babbo morto e il populismo suicida dei Cinquestelle – sembra che il governo abbia respinto l’ipotesi pentastellata di un tributo sugli extra-profitti delle aziende energetiche. Una bastonata fiscale per la serie, se ci si passa l’espressione, “cornuti e mazziati”.

Ci spieghiamo subito.

Come si possono obbligare le imprese soprattutto se produttive, prima a svenarsi per le aste, poi a ricevere randellate, perché “colpevoli”, per sopravvivere di recuperare i costi delle aste aumentando le bollette?

Un inutile e pericoloso giro economico, all’insegna del do ut des dirigista e fiscalista, che serve solo a creare un’economia artificiale, stagnante, improduttiva.

Per quale ragione? Perché chi produce di più è penalizzato di più e neppure motivato a produrre di più: perché più energia, più concessioni, più aste. Sicché alla fine le imprese si accontentano di vivacchiare grazie agli aiuti pubblici.

Il tutto, ovviamente a danno del consumatore, costretto a consumare di meno, o comunque non di più. Consumatore che però viene parzialmente gratificato con un pugno di euro, riassorbiti inevitabilmente dalla crescita dei prezzi.

Una buffonata complicata e pericolosa.

A proposito di pagliacci, l’opposizione di destra come ha reagito? Napoleone-Salvini ha dichiarato che i soldi sono pochi: servono almeno 30 miliardi. No comment.

Carlo Gambescia

(*) Qui la notizia: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/01/19/bollette-riunione-con-draghi-franco-giorgetti-e-cingolani_4c45692c-218d-480f-9b65-90614bdf1287.html .

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