domenica 23 gennaio 2022

 


Giovanni Grasso consigliere, portavoce e direttore dell’ufficio per la stampa e la comunicazione del Presidente Mattarella, ha postato sulla sua pagina Twitter la foto di un ufficio zeppo di scatoloni, con  la dicitura, “Fine settimana di lavori pesanti”, riferendosi a un trasloco, apparentemente in corso (poi diremo perché), dagli uffici del Quirinale…

I sostenitori di Mattarella, diranno “che peccato!”, gli oppositori, che “era ora!”… Senza però dare, gli uni e gli altri, alcuna importanza alla cosa.

In realtà, per chiunque conosca il linguaggio cifrato e involuto della grande famiglia dei democristiani di sinistra, alla quale appartengono Grasso e Mattarella, intuisce benissimo che gli scatoloni indicano  che il trasloco è solo cominciato. Insomma, mica è finito…

Pertanto Mattarella, pur avendo manifestato il desiderio di passare la mano, potrebbe sempre ripensarci. Inoltre, si rifletta su un punto: dalla foto non si capisce se gli scatoloni, tra l’altro ancora semivuoti, appartengano o meno a Mattarella…

Esageriamo? Il nostro è puro esercizio di “retroscenismo? Vergognoso per ogni studioso serio? Può darsi.Però il linguaggio cifrato dei democristiani di sinistra è innegabile. E viene da lontano.

Quando negli anni Settanta e Ottanta i democristiani con il cuore a sinistra formavano giunte nelle regioni e nei comuni con i comunisti, si difendevamo dicendo che era un modo per democratizzarli, senza per questo negare l’ impegno atlantista, anticomunista, eccetera, eccetera. Moro, maestro in materia, a detta di Kissinger, era politicamente incomprensibile. Il no, era sempre un ni… Insomma, né sì né no.

Nicola Mancino, che, sotto il profilo politico, era, ed è, per De Mita, ciò che Franco Evangelisti era per Andreotti, poteva e può parlare per ore, senza dire nulla di apparentemente significativo.

Pertanto, la sinistra democristiana, che pure vanta personalità dal linguaggio devastante come Rosy Bindi, quando si insinua nei piani alti del potere, dove si decide, dice e non dice. Prevale sempre il nì. Ricorda Santa Madre Chiesa. A questo proposito, moroteismo e andreottismo sono figli della stessa cultura chiesastica, poi ovviamente degenerata negli epigoni di sinistra e destra. Ma questa è un’altra storia.

Concludendo, la domanda è: scatoloni o non scatoloni, Mattarella, va o resta?

Lo capiremo nei prossimi giorni.

Carlo Gambescia

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