domenica 5 luglio 2020

Zaia,  Ricciardi e  il  caso dell’imprenditore vicentino
Il Covid e  la fogna populista-sovranista

Si leggano con  attenzione le dichiarazioni di  Zaia sull’imprenditore vicentino che  “avrebbe importato” il virus dalla Serbia:  come per dire che se  restava a casa sua, eccetera, eccetera. Ma si rifletta  anche  sul fatto, ribattuto da Zaia,   che  si deve chiudere alla  Serbia e a qualsiasi altra nazione che non abbia un Rt in regola (*): sulla natura ipotetica, non tanto e non solo  di questo indice, ma degli indici statistici in genere, proprio perché di natura scientifica, quindi sempre emendabili,  abbiamo parlato ieri (**).  
Riepilogando: si aggancia un sostrato politico xenofobo, ben rappresentato dai ragionamenti standard di Zaia,  a un concetto elastico, quello di Rt,  per imporre la persecuzione politica e penale nei riguardi di chiunque faccia esercizio dei suoi diritti di libertà.   A cominciare da quella di movimento.    
Si noti pure, sempre  a proposito dell’imprenditore, la drammatizzazione del caso:  prima si parla di asintomaticità, o comunque di sintomi  gestibili in chiave di  ricovero domestico-fiduciario,  poi di ricovero in intensiva, nonché di condizione successive in miglioramento. E la versione dell’imprenditore vicentino? A qualcuno è venuto  in mente di sentirlo? Non si può… Perché sta intensiva, sembra ora meglio,  ma  intensiva… Così impone il regolamento… Roba da manicomi sovietici per gli oppositori. E comunque sia, si approfitta di un solo caso (ammesso e non concesso, eccetera) per introdurre  misure illiberali che colpiscono tutti i cittadini. La logica è quella terroristica del colpirne uno per educarne cento, mille, eccetera.
Il gioco è fin troppo facile: 1) si diffonde l’idea che il Covid  determini  la morte di ogni ammalato:  cosa falsa se non per le fasce anziane e a rischio per patologie pregresse; 2)  si usa questo timore per introdurre a largo raggio  misure xenofobe e  limitative della libertà dei singoli.

Si leggano anche le dichiarazioni   di Walter Ricciardi,  membro del CSS (baraccone ereditato dal fascismo),  grande sostenitore dello stato di sorveglianza sanitaria totale. Ricciardi aggancia il ritorno alla cosiddetta  normalità al rispetto di regole impossibili da applicare, se  non attraverso l’introduzione di controlli capillari rivolti  a cancellare ogni libertà di movimento da e per l'Italia. Una specie di mostruosa spirale autarchica  dell'illibertà.
A proposito della vicenda dell’imprenditore vicentino, dove, ripetiamo,  l’unica versione accreditata dalla stampa è quella di Zaia, che tra l'altro  favoleggia su un  "paziente zero" serbo, ora però morto, Ricciardi parla  di “comportamento irresponsabile”, “già denso di profili penali per una persona che consapevolmente diffonde un’infezione”.
Cioè, Zaia e Ricciardi  evocano il carcere, ancora prima di capire come siano andate le cose. E i mass media recepiscono la versione ufficiale, in particolare quelli veneti, tutti allineati e coperti. Si procede evocando le virtù dello stato sanitario  di polizia, senza aver  sentito la versione   dell’imprenditore, ricoverato -  ripetiamo - quando si dice il caso, in intensiva, quindi impossibilitato a comunicare con l’esterno.   
Capito? Come funziona  sul piano politico e dell''informazione  la  fogna populista-sovranista, in cui ci siamo cacciati?

Carlo Gambescia




(***) Qui:  https://www.adnkronos.com/salute/sanita/2020/07/04/ricciardi-focolai-nuova-normalita-fino-vaccino_8IFYPg4MXblW6CClSDqV8J.html?refresh_ce

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