mercoledì 22 luglio 2020

Storie urbane
Spengler e Federico

Nei  cosiddetti  deserti urbani, dove ci si sente  soli pur tra la folla, come  pontifica  certa vulgata piagnona da “kulturkritiker”  un tanto al chilo, talvolta invece si accendono fiammelle  che  ci   ricordano che non siamo mai soli.  Insomma, all’improvviso la vita  ci fa scoprire  piccole  oasi.  
Chi scrive, proprio ieri, a causa di un piccolo incidente automobilistico, niente di che (perché è  qui a scriverne),  ha potuto constatare quanto e come   Spengler, profeta del declino dell’Occidente,  travisasse le cose, immaginando  ovunque  deserti collettivi.  Invece, c’è sempre speranza. Di sicuro anche  altri lettori, solo se volessero, potrebbero segnalare altri  casi simili.  In questo deserto, insomma,  esistono tante oasi… Per fortuna.
Bene, tornando ai fatti,  un giovane in moto  si  è  subito  fermato, e dopo essersi informato delle nostre condizioni,  si è premurato, visto che si trattava di una strada a grande scorrimento,  di segnalare la situazione di pericolo,   Questo per più di mezz’ora,  alto e bello, in  pieno stile protezione civile, ma nel caso puramente  volontaria: un piccolo grande eroe, uscito da una canzone di Mogol e Battisti,  che si stagliava controvento, tra non poche auto che invece sfrecciavano spenglerianamente indifferenti.
Una fiammella, ma vigorosa. Diciamo  un’oasi verdeggiante,  in un deserto urbano. Che poi non è mai così deserto…    
Grazie Federico. Di cuore.

Carlo Gambescia