sabato 25 luglio 2020

I carabinieri arrestati
Processi in piazza


Chi scrive non può sapere con precisione  quel che è successo a Piacenza.   Ma di una cosa  non si può non essere certi: che l’Italia ha perso la testa.  E non parliamo dei carabinieri denunciati. O comunque non solo. Ma dei processi di piazza. Anche  perché se  gli  "episodi contestati"  sono quelli riassunti nel box dell'Ansa qui accanto, si potrebbe essere dinanzi  a  un’ inchiesta destinata probabilmente a sgonfiarsi. Probabilmente, per carità...  
La stessa Arma, non più amata e neppure rispettata, pare  aver perso la tramontana. Come si legge, anch’essa sembra aver impugnato la pistola del populismo penale e buttato a mare i carabinieri piacentini.  Come scrive  l’Ansa,  con grande soddisfazione giustizialista,  l’Arma, “avrebbe  dato un segnale forte e importante, nominando all'istante un nuovo comandante di Compagnia al posto dell'ufficiale sospeso dal servizio per il suo coinvolgimento, ancora comunque da valutare, nella vicenda dei carabinieri corrotti”.
“Ancora comunque da valutare”. E intanto l’ufficiale è a casa.  Già  condannato a furor di popolo
L’impazzimento si estende pericolosamente alla magistratura, ai media, ai politici: nemmeno Salvini e Meloni, amici da sempre dei cittadini in divisa hanno aperto bocca. Il che significa due cose:  o hanno dati inoppugnabili  sulla colpevolezza dei carabinieri o hanno paura di compromettersi.   
Chi invece non perde l’ occasione per parlare, addirittura in fase istruttoria,  è Ilaria Cucchi sorella del povero Stefano. A suo avviso  si tratta  di  “un fatto enorme e gravissimo che ricorda la vicenda di mio fratello. Basta parlare di singole mele marce, i casi stanno diventando troppi. Il problema è nel sistema: mi vengono in mente i tanti carabinieri del nostro processo che vengono a testimoniare contro i loro superiori e mi chiedo con quale spirito lo facciano quando poi spuntano comunicati dell'Arma subito dopo la testimonianza come nel caso del loro collega Casamassima” (*).
 “Il problema è nel sistema”… Vedremo.


Carlo Gambescia

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