venerdì 4 settembre 2015

Italia 2015
Nostalgia canaglia



Esiste in Italia una specie di cartello dei nostalgici. Sono ovunque, a destra, a sinistra, perfino al centro.  Quali e quanti sono?
Dunque, ci sono quelli che rimpiangono la Prima Repubblica, la Dc e il Pci. Non mancano i nostalgici del fascismo, quelli del  Sessantotto e della Resistenza. In giro  si sente ancora discutere dell’ "enorme  patrimonio" dissipato dagli eredi di De Gasperi, Moro, Togliatti e Berlinguer, Mussolini e Almirante… "Quando c'erano loro, caro lei"... Lo stesso si potrebbe dire di Adamo ed Eva prima della "retrocessione" sulla Terra.   
Su tutta questa nostalgia si spruzzano fiumi di virtuismo mediatico, soffiando sul fuoco di  un capriccioso giacobinismo  giudiziario. E puntando regolarmente il  dito sul vicino. Non sia mai: la colpa è sempre dell'altro.
E così si va avanti, sullo sfondo di un paese di vecchi, che cresce economicamente poco o punto; arroccato sui corporativismi statali, imprenditoriali, sindacali e  sul nullismo  di trentacinquenni che non vogliono o non possono maturare. E dove nononostante la melassa mediaticana,  sono tutti d’accordo sullo sbattere la porta in faccia ai cosiddetti migranti.  Come se bastasse chiudere gli occhi.  E ignorare  il Feroce Saladino del XXI secolo, che ha un nome un cognome...  Salvo poi, gonfiare, ciò che resta del residuo petto, quando si tratta dei cattivi  americani e della pessima Europa. Mah...   
Quanto al resto,  si salvi, chi può: ristoranti, aperitivi, vacanze, lavoro q.b.  E soprattutto, per dirla, con lo Stefano Accorsi di  “1992”,  andare dove tira il pisello.   Nostalgia canaglia.  
P.S. Che poi è il titolo di un successo di Romina e Albano…  Amatissimi, dagli italiani di cui sopra.


Carlo Gambscia            

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