Riflessioni/La "lezione" del vecchio Pavlov
Istinti materni,
"merendine" e bamboccioni.
di Carlo Pompei Falcone
Il riflesso condizionato è così definito poiché è indotto,
ovvero - come dimostrano gli esperimenti compiuti da Pavlov - un animale può
reagire a stimoli esterni (il famoso campanello) associati alla soddisfazione
di istinti naturali e fisiologici. Una variante riguarda una reazione
consequenziale ad una azione attiva del soggetto definito passivo che, se
adeguatamente resa rituale da entrambe le parti, può generare il medesimo
effetto con ricadute non sempre benefiche. Negli umani, infatti, le cose si
complicano, e non poco… Se, ogni volta che il bambino piange, la mamma corresse
ad alimentarlo, questi ripeterebbe l'azione, associando la richiesta - forse
inizialmente volontaria - ad una reazione della mamma per lui gradevole. Pertanto l'azione diviene sicuramente
volontaria e si potrebbe parlare di controriflesso condizionato, ovvero i
soggetti attivi e passivi si scambiano i ruoli: è il bambino o la mamma ad
essere condizionata/o? Se, infatti, la mamma non reagisse, il bambino potrebbe
(in teoria) smettere di piangere. Ovviamente non lo farà nel caso nel quale il
motivo del suo pianto sia di reale bisogno alimentare o altro. Questo è il
discrimine tra capriccio e richiesta di aiuto: per scoprirlo basta non correre
sempre in soccorso, spesso non serve e crea soltanto danni.
Naturalmente,
più cresce l’età del “bambino” (in
teoria, fino a raggiungere quella del "bamboccione"), più le cose, come dicevamo, si complicano. E le merendine pure… Ma questa è un’altra
storia.
Carlo Pompei Falcone
Carlo Pompei Falcone, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura, illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level”.
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