Il
fondo di Galli della Loggia sul "nullismo" della destra italiana
Qui, ci tocca votare Renzi...
Così
scrive oggi Galli della Loggia a proposito dell’inesistenza di una destra in Italia,
come dire, “normale”:
Nella sostanza il problema della Destra
italiana, io
credo, è il problema della difficoltà che incontrano nel nostro Paese
un’antropologia e una cultura politica conservatrici, analoghe cioè a quelle
che più o meno caratterizzano in Europa le Destre di governo. Non tragga in
inganno l’apparenza. È vero infatti che in larga maggioranza la società
italiana appare conservatrice. È vero che è diffidente delle novità, non ama i
cambiamenti sostanziali, le svolte di alcun tipo; che è una società di antico e
consolidato pessimismo, innestato su un fondo smaliziato fino al cinismo. Ma il
suo - questo è il punto - è un conservatorismo nullista, solo negativo:
inutilizzabile politicamente se non per bloccare i riformatori e i
progressisti, per fermare la
Sinistra. Serve magari a evitare i salti nel buio, come nel
‘48, ma tutto finisce lì. Quello spontaneo della società italiana è un
conservatorismo senza ambizioni, senza progetto, senz’alcun orizzonte
istituzionale vero, sul quale è impossibile costruire nulla, o è possibile
costruire tutto: perfino il sovversivismo fascista o le fortune di un governo
che si vuole di sinistra.
Gli si può dare torto? No. Va però detto che probabilmente, in questo momento, la
normalità di destra, in termini di
sensibilità intelligente, è rappresentata da Renzi, piaccia o meno.
Solo per fare un esempio: quando mai Berlusconi è entrato in rotta di collisione con i
sindacati? E cosa più importante andando
fino in fondo? Si pensi solo alla
riforma dell’articolo 18.
Certo, il “destrismo” renziano, come almeno è percepito da certo
elettorato moderato, evoluto, può
essere anche fonte di confusione politica. Ha una controindicazione.. Quale? Presenta un risvolto elettorale: può sospingere - per reazione all'et-et destra-sinistra a sfondo monopartitico Dc - l’elettorato di destra “non
intelligente”, o meno "evoluto", verso derive salviniane. Perché,
attenzione, sull’elettore “medio” di destra pesa psicologicamente e (im-) moralmente, tuttora, l’eredità fascista e populista del
tanto peggio tanto meglio in chiave antiliberale e anticapitalista. Propensione
che fa il paio con l’uso di un linguaggio, o se si preferisce una retorica
diffusa ( fortemente mediatizzata), che
non “facilita” la maturazione civile dell’elettore di destra: Brunetta, non è
Salvini, eppure, ecco cosa ha scritto solo ieri:
Fino
a che saremo governati da Renzi e dal suo Partito democratico (maggioranza e
minoranza uniti nella menzogna), il popolo italiano sarà alla mercé di un
avventuriero che non ha per scopo quello di far star bene la gente, ma di
diventare il padrone dell’Italia per spartirsela con il suo giro. (**)
Roba da gruppettari
neonazisti… Quindi l’elettore di destra
andrebbe educato (ammesso che si possano educare gli elettori, eccetera, eccetera; ma questa, della socializzazione politica, è un’ altra storia...). Cosa che invece non avviene. Neppure ci si prova.
Anzi, certi atteggiamenti vengono
incoraggiati. Si pensi solo al lega-razzismo diffuso…
Perciò il nullismo
antropologico della destra politica si salda - e rafforza - all' immaturità, come dire, “coltivata” dai politici di destra, del proprio elettorato, non tutto per fortuna, ma in larga parte; elettorato destrorso che prima ha votato Berlusconi, poi addirittura Grillo, e che ora si prepara
a votare Salvini…
Cambieranno le cose? Matureranno politici e cittadini? Difficile
dire. Per ora, sicuramente no.
Forse ci tocca, per dirla con Montanelli (quello vero, non l'iconetta antiberlusconianana della sinistra travaglista), turare il naso e votare Renzi... Con - però - tutte le controindicazioni del caso.
Carlo Gambescia
Un mio vecchio maestro di vita mi diceva: quando non si vedono più volare le aquile, bisogna accontentarsi dei polli. Mi sembra questa la tua soluzione, caro Carlo. Ho la forte impressione che il problema Italia, annosa problema irrisolto dal dopoguerra in poi; non riguardi gli uomini alla guida del Paese, né le ideologie o i partiti. Perché proprio di guida siamo privi. Il Paese non è degli italiani da un bel pezzo. Potentati economici e tecnocratici governano il mondo, usando tutti i mezzi a disposizione: dalle guerre allo spread, senza alcuna etica o morale. Pertanto, dovremmo ragionare in questi termini. La democrazia è una forma spuria di dittatura, adatta ai tempi post rivoluzionari (francese e americana). Le forme del politico devono fare i conti col vile denaro, tanto vile da uccidere i popoli. Sindrome del complottismo? Macché, tutto è palese, se lo si vuol vedere. La Germania detta i compiti e le altre ex nazioni eseguono. Gli USA nel loro delirio di onnipotenza fanno stragi "democratiche" e tutti lì ad attendere nel corridoio, sperando di tornar utili agli yankee. Siamo dominati da idioti psicopatici, E non c'è nulla da fare. L'impotenza colposa dell'Europa nei confronti dell'Isis ne è la riprova: si fa ciò che aggrada a Washington. Ci facciamo stupidamente invadere da centinaia di migliaia di africani, a maggioranza maomettana, e il Papa è contento, almeno figliano in una Europa sterile dal capitalismo. I nostri poveri diventano più poveri dei migranti? Pazienza, ciò che conta è la carità cristiana ad uso e consumo mediatico. Il povero pensionato che sotto casa mia rovista nel cassonetto, non fa notizia; il fankazzista senegalese che c'ha vitto alloggio paghetta assicurati, è fotografato e intervistato, magari si lamenta del cibo... Ma dai, non è un mondo serio, purtroppo ci tocca vivere in questo caos per nulla calmo.
RispondiElimina